Revisione di Edizione diplomatica del Lun, 21/12/2020 - 21:35

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F. Guitton

Tuttol dolor cheo mai portai fugioia . E lagioia neente apol
(d)olore del meo cor lasso acui morte socchorgha . Che p(ri)a del pia
cer poco puo noia  Epoi po forte troppo . hom dar tristore. Maggio
conuen che pouerta si porga . E lo ritornatore chalentratore . adomque
lasso i(n) pouerta tornato . Elmio richo aq(ui)stato . Che mai facesse alcun
delmeo paraggio sofferta deo che pur uiua aoltraggio d(i) tutta
gente delmio forsennato . non credo gia senon uol me dinnagio .

Aj lasso che maluidi amaro amore . la soura natoral uostra belle
ssa . Elonorato piacente e piacere . E tutto bene chen uoi somma
grandessa . Euidi peggio il dibonaire core . Chumilio[1] lauostra al
tera altessa en far ni dui dun core ⸶e⸷ dun volere . p(er)cheo piu como
mai portai richessa . Chalorichor damor nullaltro apare . nerai
n apo fare . richor como niquanto homo basso . niuostra par ra
ina amore passo . dumque chil meo dolor po pareggiare . che
qual piu p(er)de aq(ui)sta jnuerme lasso .
 
[1] verghetta orizzontale sopra la <l>?
Ai com pote homo che non auita fior durare contra dimal tu
tto forgrato . sicomeo lasso ostal dogni tormento . che selopiu
for tom fosse amassato . siforte esicoralmente i(n)dolciore  come dolor
enme Gia trapassato fora d(e) uita controgniar gomento co
me ui lasso uiuo diuita fore . (?Ai?) morte  uillania fia e pechato
che simai desdegnato p(er)che uedi morir opo mi fora Ep(er)chio pio
souente e forte mora ma mal tuo grado eo pur morro forsato del(le)
mie man seo mei no(n) posso ancora .
Malo piu chaltro emen lasso conforto che seo p(er)desse onor
tutto eauere amici tutti e dele membra parte . Simico(n)for
terea p(er) uita auere . Eq(ui) no(n) posso poi dime torto eritornato i(n)
uoi forsa e sauere . Che no(n) fu amor meo gia daltra p(ar)te . du
qua diconfortar como podere . poi sauere no(n) maiuta . edolor
me puristri(n)gie elcore pur co(n)uen matteggi esi faccieo . Che p(er)
com mimostra adito edel mal meo sigabba edeo puruiuo
adisnore credo malgrado delmondo e di deo.
Aibella gioia noia e dolor meo . Che punto fortunal lasso fu qu
ello deluostro dipartir crudel mia morte . Ede neente il dolor
meo pardeo . uer che me al uostro amor crudele efello . Cheseo
tormento duna parte forte Euoi dalaltra piu stringie chiauello
come lapiu distretta i(n)amorata . Che mai fusse ap(ro)uata . Che bealta
oualore o auere pofar bassom in donnalta . capere ma nulla deste
cose en me trouata dumque damor coral ful benuolere .
Amor merce p(er)deo uiconfortate  e dame no(n) guardate che picciolo
p(er)mia morte dannaggio ma p(er)lauostra amor sansa paraggio
eforse anche p(er)o miritorniate simai tornare deggio i(n) allegransa .
 
Amor amor pio che ueneno amaro non gia uede chiaro . chise
mette i(n) poder tuo uolontero . Che p(ri)mo emeço ne grauoço[1] (et)
fero elafine debentuttolcontraro u prende laude (et) blasmo one mistero.
 
[1] non siamo sicuri di questa ‘ç’.