Edizione diplomatico-interpretativa

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Guitone darezo
  
  A ideo chedolorosa. rasgione agio didire. che p(er)poco partire. nomfa mi
     core solo membranza della. tanto eforte eangosciosa. checiertto agr[...]n
     pena. agio tanto dilena. chefora trago delaboca laffauella. Etuta uia
  tanto angosciosa mente. chenonmi posso gia tanto penare. chunsolo motto tra
  re. nepossa intero parlando inestia uia. ma che dire puruoria. sunque ponesse lo
  nome eleffetto. delmale chesi distretto. ma che possaro posso neiente.
 

I.

Ai Deo, che dolorosa rasgione agio di dire
che per poco partire
nom fa mi core solo membranza
della tanto e forte e angosciosa
che ciertto a gr[a]n pena
agio tanto di lena
che fora trago dela boca la favella.
E tutavia tanto anosciosamente
che non mi posso già tanto penare
ch’un solo motto trare,
né possa intero parlando in estia via,
ma che dire pur vorìa
s’unque ponesse lo nome e l’effetto
del male che sì distretto
ma che possaro posso neiente.

 

  N ome lasso Aue amore. Aideo chefalsso nomo. p(er) ingiengnare lomo. cheleffetto
      dillui crede amoroso. uenenoso dolore. pieno dituto spiaciere. fora sen(n)ato
 uoleremo uolere. mortte Alcorppo edalalma locoso. Chesuo diritto nome enueri
  tate. malonome damore potom(m)o saluare. chesecondo me pare. Amore quanto
  amortta uale adire. ebene facie Amortire. onore ep(er)de egioia ouesetene. Ai
  como emortto bene. chuia sicomeme lasso impotestate
 
II.

Nome lasso àve amore.
Ai Deo, che falsso nomo
per ingiengnare l’omo
che l’effetto di ˙lui crede amoroso,
venenoso dolore
pieno di tuto spiaciere
fora sennato voleremo volere
morte al corppo ed al’alma locoso.
Che suo diritto nome e ‘n veritate
ma lo nome d’amore pot’ommo salvare
che secondo me pare
amore quanto a mortta vale a dire
e bene facie amortire
onore e perde gioia ove se tene.
Ai como è mortto bene
chuia si come me, lasso, impotestate.
 

 

P Rencipio edeleffetto. suo chesauere mitolle. emifa tuto folle. ismaruto
    tracoitato malamente. p(er) che pallese detto. cacio sono forssenato ondio sono
  disnorato. etenuto noioso edispiagiente. Elmio endispiaciere ollasso. edamo
  solo lei chemodia amortte. dolore piu caltro fortte. etormento crudole eda
  ngoscioso. ispiaciere sinoioso. chepare misfacca locorppo elocore. sentosi
  cheltenore. p(ro)pio nomporta dire p(er) cio melasso.
 
III.

Prencipio e del’effetto
suo che savere mi tolle
e mi fa tuto folle
c'a ciò sono forsenato,
ond’io sono disonorato
e tenuto noioso e dispiangente.
El mio endispiaciere, o lasso,
ed amo solo lei che m’odia a mortte
dolore più c’altro fortte
e tormento crudele ed angoscioso
ispiaciere sì noioso
che pare misfaccia lo corppo e lo core
sentosi che ‘l tenore
proprio no ‘mporta dire per ciò, me lasso.
 

 

  
 O iamore p(er) che tanto. se inueridime crudele. poi sono te sifedele. chio nomfa
     ccio Altro mai chetuo piaciere. ecompietoso pianto. econumile merzede.
  uisono stato Alo piede. bene quinto an(n)i apieta cherere. Esempre adimostrando il
  dolore meo. chesicrndele elamerzesiumana. fera no(n)ne sistrana. chenomfosse
  uenuta pietosa. etu purdorgolgliosa manera se inuerme reo stato. ondeo sono
  disperato. edico male poi bene ualere nonueo.
 
IV.

Oi amore, perché tanto
se’ in ver di me crudele?
Poi sono te sì fedele
ch’io nom faccio altro mai che tuo piaciere
e com pietoso pianto
e con umile merzede
vi sono stato alo piede
bene quinto anni a pietà cherere.
E sempre adimostrando il dolore meo,
che si crudele è la merzè sì umana,
fera non˙ è sì strana
che nom fosse venuta pietosa
e tu pur d’orgolgliosa manera
se’ in ver me reo stato,
ond’eo sono disperato
e dico male, poi bene valere non veo.

 

 

 
 O Rgolglio euillania. uaria forsse piu ree. che pietanza omerzee. p(er) chio dicio
  uolglio ora mai farassagio. chio uegio spesse uia. p(er) orgolglio atutare. cio
  che mercie chiamare. no(n)naueria difare mai sengnoragio. Pero crudele euill
  ano enemico. seragio amore sempre inuerte seuale. esen(n)o pegiore male. chio
  sostengno ora nompossio sostenere. faraimi adispiaciere. mentre chio uiuo qua(n)
  to piu porai. chio nomsaro giamai. inalchuno modo tuo leale Amico.
 
V.

Orgolglio e villania
varìa forsse più ree
che pietanza o merzèe
per ch’io dicio volglio era mai far assagio
ch’io vegio spesse via
per orgolgio aututare
ciò che mercie chiamare
non˙ averìa di fare mai sengnoraggio.
Però crudele e villano e nemico
seragio amore sempre in ver te se vale
e se ˙non pegiore male
ch’io sostegno ora nom poss’io sostenere
faraimi a dispiaciere,
mentre ch’io vivo quanto più porai
ch’io nom sarò giamai
in alchuno modo tuo leale amico.

 

 

  U Alente donna orpare uostra ualenza. camore chui teme ongni uiuente cosa.
  temeui si nom(m)osa. meterssi inuoi edapoi menompoe. cosa Altra dare necioe. or
  uistarebe bene merciede Auere. chedobleria ilualere. diuoi elgrado mio
  fortte implagienza.

VI.

Valente donna, or pare vostra valenza
c’amore chui teme ongni vivente cosa
temevi si nom˙osa
meterssi in voi edapoi me nom poe
cosa altra dare necioe.
Or vi starebbe bene merciede avere
che dobleria il valere
di voi e ‘l grado mio fortte implagienza.