Revisione di Rapporti tra i manoscritti del Gio, 22/03/2018 - 15:34

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I rapporti tra i manoscritti si possono rappresentare attraverso il seguente stemma:


Giustificazione di α (ARZa + MT).
L'unico errore significativo in grado di riunire i manoscritti di questo gruppo è quello compiuto al v. 37 da M e Z, i quali in luogo della lezione corretta Dame,  je ne dout mais riens plus (cfr. giustificazione α3) riportano Dame,  je ne redout mais riens (Dame, je ne ne dout mèz rien in M), alterando la rima. Analizzando la diffrazione presente al v. 38 (la cui causa è in parte riconducibile a questo errore, cfr. nota diffrazione) e il comportamento dei mss. nel corso di tutto il componimento ho tuttavia  individuato i due subarchetipi α1 e α2, i quali mi hanno convinto a ritenere che la lezione erronea già presente in α sia stata successivamente corretta da α3 (cfr. giustificazione a α3) e T (con esiti diversi: in α3 è presente la lezione mista je ne redout mais plus; T recupera invece, tramite contaminazione o congettura, la lezione originaria). Il medesimo vistoso errore è riportato dai mss. C ed U (C: Douce dame, ne dout tant rien; U: Dame, je ne redous tant rien), creando non pochi problemi nell'interpretazione dei rapporti testimoniali. Considerando tuttavia il comportamento dei manoscritti nell'arco dell'intero componimento risulta impossibile ipotizzare per γ e per i testimoni del gruppo β2 al quale esso è legato (cfr. giustificazione β2, β3, β4) una discendenza di tipo α: data la natura poco probabile dell'ipotesi poligenetica (soprattutto per la presenza in U della variante redous, caratteristica di α: cfr. giustificazione di α3), va anche in questo caso presa in considerazione la possibilità di una contaminazione. Altri indizi utili al raggruppamento di α sono:
- v. 6: i mss. MRTZa (A non tramanda il verso) sono gli unici (con S, cfr. elementi non razionalizzabili) in cui il verso si presenta alterato rispetto al resto della tradizione (B e F non tramandano il verso; M: lors l'ocist en en traison; T: et la l'ocit en traison; RZa: la l'ocist on en traison; CKOUVX: lors l'ocist on en traison).
-v. 17: il verso et li huis sont de biau veoir presenta probabilmente una corruttela in α nel verbo sont che si ripercuote su tutti i mss. del gruppo: RZa (A non riporta il verso), ai quali si aggiunge F, tramandano est (lezione comunque non erronea data l'indeclinabilità di huis), mentre in M la parola viene omessa e non sostituita rendendo così il verso ipometro. È ancora T l'unico manoscritto del gruppo α a tramandare il verso nella sua probabile forma originale. Anche in questo caso, oltre alla contaminazione, va presa in considerazione la concreta possibilità che il copista abbia integrato la corruttela tramite congettura sulla base di una facile analogia col verso precedente (v. 16, trasmesso uniformemente da tutta la tradizione: dont li piler sont de talent).
-v. 31: il verso si caratterizza per una tradizione di tipo oppositivo tra i mss. appartenenti ai gruppi α e β: AMRTZa (a cui si aggiunge F) tramandano la lezione si granz estors; BKOSUVX la variante si fors(/t) estor(s). C presenta grant ma si accorda in errore rimico con BSU riportando estor privo della s segna caso.
 
Giustificazione di α1 (ARZa).
Non vi sono errori congiuntivi riferibili al gruppo di manoscritti α1. Tuttavia si riscontrano diversi casi di comportamento comune, riportati di seguito, che consentono di far risalire i testimoni a un medesimo subarchetipo con relativa tranquillità:
-v. 6: i mss. RZa (A non tramanda il verso) sono gli unici a presentare la lezione la l'ocist on en traison (cfr. giustificazione di α).
-v. 7: i mss. RZa (A non tramanda il verso) sono gli unici, con S (cfr. elementi non razionalizzabili), a non presentare la lezione d'autel: Za riporta di tel, R par tel.
-v. 9: i mss. RZa (A non tramanda il verso) sono gli unici a non riportare la lezione n'en puis point (r)avoir: Za presentano nel puis pas ravoir; R ne le puis ravoir.
-v. 14: i mss. RZa (A non tramanda il verso) condividono la variante fui in luogo di fu. Si tratta comunque di un'opposizione la quale, tranne che per il caso in questione, non sembra accordarsi con i rapporti stemmatici individuati: oltre che dai mss. del gruppo α1 fui è tramandata da CFOSV, mentre fu è presente in KMTUX.
-v. 17: RZa (A non tramanda il verso) sono gli unici, con F (cfr. elementi non razionalizzabili ) a riportare la lezione con il verbo est (giustificazione di α).
-v. 24 RZa (A tramanda solo l'ultima parola del verso puant) presentano l'inversione vilain, felon in luogo di felon, vilain tramandata da BFKMOTX. La stessa inversione è però presente anche in S e V. I mss. C ed U riportano invece la lectio singularis di γ vilain, serf (et).
-v. 25: i mss. ARZa sono gli unici a riportare una lezione nella quale il verbo segue immediatamente il pronome senza la frapposizione dell'avverbio: Aa tramandano qui est et maus (et pautoniers), R qui est mauvés, Z qui est mais (ipometro). La restante parte della tradizione riporta qui mult est maus (T faus), tranne CU i quali tramandano un verso interamente innovativo (ke tant est fel posteïs (U et poëstis)).
-v. 33: i testimoni ARZa sono gli unici, con S (cfr. elementi non razionalizzabili), a riportare la lezione deteriore mais cil vaint en humeliant (KVX: mès ceus vaint on humeliant; BFMOT: mais ces vaint on (B en) humeliant; CU: amors voint en (U vaint hom) humiliant).
-v. 35: i mss. ARZa sono gli unici a tramandare la lezione mais en cestui. BFKMOSTVX presentano en cest estor (S en cest assaut), CU s'il est ensi (com).
-v. 37 i mss. ARZa condividono la variante redout in luogo di dout (cfr. giustificazione α3). Tale variante è condivisa anche da S e U (cfr. elementi non razionalizzabili).
-v. 38: nella diffrazione al v. 38 (cfr. nota diffrazione) i mss. ARZa sono gli unici a tramandare la lezione puis ke tant fail.
-v. 45: i mss. ARZa sono gli unici a tramandare la lezione en vo prison: B riporta en sa prison, CU dedans la chartre, mentre la rimanente parte della tradizione presenta en la prison (T ens).
 
Giustificazione di α2 (MT).
I mss. MT possono essere ricondotti a un medesimo subarchetipo in virtù della lezione que tant que (faille) tramandata in corrispondenza della diffrazione presente al v. 38: si tratta di una locuzione che non trova riscontri nella sintassi del francese antico e va quindi considerata un errore congiuntivo (cfr. la discussione al subarchetipo). Inoltre tra i due manoscritti si ravvisano le affinità qui riportate:
-v. 6: l'aggiunta in T del riempitivo et in incipit di verso è probabilmente da mettere in relazione con la ripetizione en en presente in M (cfr. giustificazione di α e cfr. la nota della discussione di α2).
- v. 13: i mss. MT sono gli unici, con F, a tramandare la lezione qu'il se remest: KVX riportano qu'il remest (K que il), S qu'il i remest, C c'an vos remeist, U k'il vos remainst e ORZa k'il vous remest (A e B non tramandano il verso).
-v. 22: In corrispondenza della diffrazione al v. 22 i mss MT sono gli unici, con O, a tramandare il dimostrativo ces (cfr. la relativa nota del commento all'edizione).
 -v. 26: l'ipometria in M e la presenza della lectio singularis molt in T sono con ogni probabilità da ascrivere ad una corruttela del verso nel comune subarchetipo α2 (cfr. discussione di α2).
 
Giustificazione di α3 (ARa) e approfondimento v. 37.
Al fine di giustificare il raggruppamento dei manoscritti ARa sotto un medesimo subarchetipo  occorre dimostrare come la lezione erronea Dame, je ne redout mais riens (v. 37) tràdita da Z fosse quella presente originariamente in α1. Le evidenze su riportate hanno già dato conto dell'esistenza dei due distinti subarchetipi α1 (ARZa) e α2 (MT) e si è inoltre segnalato come M incorra nel medesimo errore di Z omettendo il rimante plus e facendo terminare così il verso con la parola rien (cfr. giustificazione di α). Si intende ora dimostrare l'impossibilità di una contaminazione o della poligenesi dell'errore, il quale deve originarsi necessariamente in α. A tale scopo si postulerà per assurdo la tesi inversa, ovvero che M e Z incorrano indipendentemente nell'errore e che conseguentemente nei rispettivi subarchetipi  la lezione riportata fosse quella col rimante corretto plus. Nel caso di α2 questa ipotesi non crea particolari problemi: in T è riportata la lezione priva di errori Dame, je ne douc mais riens plus, la quale potrebbe appartenere ad α2 e configurerebbe l'errore della lezione di M (Dame, je ne ne dout mèz rien) come una semplice omissione, seppur grave poiché in rima. Ma questo ragionamento non ha validità per α1, la cui lezione originaria non può essere quella dei mss. ARa. Essi difatti tramandano Dame, je ne redout mais plus: l'errore di Z non consterebbe allora di una banale omissione, bensì di uno scambio di parola tra plus e riens alquanto inspiegabile. L'ipotesi della genesi spontanea è altamente improbabile. Rimane pur sempre l'imponderabilità relativa ai rapporti orizzontali tra  manoscritti, ma dovendo necessariamente ipotizzare un recupero del rimante al v. 37 da parte o di Z (il quale in nessun altro luogo del testo mostra comportamenti simili a mss. non α1) o dei mss. ARa  appare più verosimile supporre come questo sia avvenuto nel subarchetipo così dimostrato α3, ripristinando in tal modo la rima corretta (e non necessariamente tramite contaminazione: la vistosità dell'errore unitamente ai vincoli rimici e metrici legittima l'ipotesi della congettura).  La lezione di Z (Dame, je ne redout mais riens)  doveva dunque essere presente in α1 e, data la presenza del medesimo errore in M e l'improbabilità della sua poligenesi, in α2 (la lezione di M, ne ne dout (mèz rien,) deriva probabilmente da un errore del copista nel trascrivere ne redout, cfr. discussione di α2):  α3 corregge e  recupera la parola rima ma lascia tuttavia inalterata la variante redout,  reliquato dell'errore originariamente presente in α.  Altri limitati casi in cui nei tre mss. si riscontra una lezione oppositiva rispetto a Z o al resto della tradizione sono di seguito riportati:
-v. 19: i mss. Ra (A non tramanda il verso) riportano la variante plurale les clés; Z tramanda il singolare clef concordato erroneamente con il maschile le;
-v. 23: i mss. Ra (A non tramanda il verso) sono gli unici a riportare la lezione el front in luogo di a l'uis;
-v. 25: la lezione di Aa qui est et maus si oppone alla lezione ki est mais di Z (ipometro). R tramanda la lectio singularis qui est mauvés (cfr. discussione di α1);
-v. 48: la lezione tres grant di a (AR non tramandano il verso) si oppone a grief di Z (ipometro).

Giustificazione di β (KVX + BCOSU).
Non vi sono errori congiuntivi in grado in grado di imparentare tra loro i mss. dei gruppi β1 e β2, pertanto l'esistenza di un subarchetipo comune non è dimostrabile e può essere ipotizzata solo tramite analogia con altri stemmi della tradizione lirica oitanica (sull'inclusione di CU vedi giustificazione β2, β3, β4). È possibile tuttavia riscontrare i seguenti comportamenti comuni:
-v. 31: i mss. BKOSUVX riportano la variante fors (BSU fort) la quale si oppone alla lezione grans riportata dai mss. del gruppo α. C tramanda grant ma si accorda in errore rimico con BSU (cfr. giustificazione β3);
-v. 38: nella diffrazione osservabile al v. 38 nei mss. KXBOS  è riportata la lezione con fors incipitario la quale si oppone alle varianti puis (ke tant fail) (ARZa) e que (tant que) (MT) del gruppo α. V inserisce il mès omesso nel verso precedente (ipometro) creando la lectio singularis mès tant que. Sulla lezione di CU (ke je ne) e su come essa possa derivare da quella tramandata in KXBOS cfr. la nota diffrazione.
 
Giustificazione di β1 (KVX).
I mss. KVX sono gli unici a omettere il pronome personale (S tramanda la locativa i) tra qu'il (c'an in C) e remest (U remainst) al v. 13: VX commettono errore congiuntivo cadendo in ipometria, K tenta di rimediare eliminando l'elisione trascrivendo que il. Tra i tre manoscritti si possono inoltre ravvisare i seguenti comportamenti comuni:
-v. 9: i mss. KVX sono gli unici, con C, a tramandare la banalizzazione avoir in luogo di ravoir;
v. 19: in un caso di opposizione che sembra non accordarsi con i rapporti stemmatici individuati i mss. KVX concordano nel riportare la lezione la clef  per les clés;
-v. 22: nella diffrazione osservabile al v. 22 KVX  sono gli unici a tramandare la lezione et Biauté ceus en fet seignors (cfr. la nota del commento all'edizione);
-v. 26: tra i mss. che presentano la lezione col dimostrativo in incipit di verso KVX sono gli unici a non riportare cil (troi sont) come il resto della tradizione: VX tramandano cist, K ci (B riporta invece la lectio singularis atraians, CU li dui en);
-v. 33: i mss. KVX sono gli unici a tramandare la lezione mès ceus vaint on humeliant (cfr. giustificazione di α1);
-v. 36: i mss. KVX sono gli unici a tramandare que in luogo fors rendendo così il verso (n'a nul secors que de merci) deteriore;
-v. 48: i mss. VX (K non tramanda il verso) sono gli unici a presentare la variante grevain.
 
Giustificazione di β2 (OBS + CU).
Le difficoltà inerenti alla giustificazione di β2 risiedono nel tentativo di accomunare O agli altri testimoni del gruppo, dei quali raramente condivide le varianti peculiari. Il testo del manoscritto inoltre non presenta errori nell'arco dell'intero componimento. Tuttavia, i pochi comportamenti comuni comunque individuati, di seguito riportati, e la tradizionale vicinanza ai mss. B e S mi hanno convinto a ipotizzare per i cinque testimoni la derivazione da un medesimo subarchetipo.
-v. 1: i mss. COSU (B non tramanda il verso) sono gli unici, con R, a presentare la variante l'unicorne (U li unicorne), con l'articolo, in luogo di unicorne.
-v. 27: i mss. COSU sono gli unici a presentare la variante amant in luogo di home. B tramanda home come il resto della tradizione ma riporta l'inversione tost ont in luogo ont tost presente solo nei mss. BOS (+R).
 
Giustificazione di β3 (BS + CU).
I mss. BCSU si accordano in errore al v. 31 tramandando estor in luogo di estors, alterando così la rima. Oltre questo errore, per il quale nonostante l'importanza della sede potrebbe ipotizzarsi la poligenesi, i quattro testimoni presentano diverse affinità che giustificano la loro appartenenza a un medesimo subarchetipo:
  -v. 22: in corrispondenza della diffrazione osservabile al v. 22 (cfr. nota del commento all'edizione) i mss. BCSU si dimostrano i più innovativi: B in luogo dei dimostrativi tramandati dal resto della tradizione (et Biauté(s) ceus/ ceaus/ ces/ cil/ ciaus/ chieus en fait seignor(s)) riporta cent; S innova il secondo emistichio tramandando (et Biauté) a non li secons, CU presentano il verso interamente modificato con la lezione et de bonteit ont fait signor;
-v. 23: i mss. BCSU presentano, unici con R e T (cfr. elementi non razionalizzabili) una variante in luogo del verbo a (mis; riferito ad Amors): CSU tramandano ont (U on), facendo divenire così soggetti Biaus Semblans e Biautéz, B pone il periodo alla forma passiva trascrivendo (Dangiers) est mis;
-v. 25: i mss. BCU sono gli unici a presentare la variante fel per maus tramandata dal resto della tradizione (fanno eccezione R con mauvés, T con faus, Z con mais);
-v. 26: i mss. BCU innovano interamente il primo emistichio: B tramanda atraians et, CU li dui en sont a fronte della lezione cil troi sont et (K ci, VX cist, R son) presente nel resto della tradizione;
-v. 38: in corrispondenza della diffrazione osservabile al v. 38 i mss. BSCU tramandano alterata la lezione caratteristica dei testimoni del gruppo β  (cfr. nota diffrazione);
-v. 41: i mss. BCSU sono gli unici a tramandare il verso (et se il vous en pesoit bien) alterato rispetto al resto della tradizione: B trascrive poise in luogo di pesoit, CS aggiungono or (et se vos (U s'il vos) en pesoit or bien), U tramanda la lectio singularis et c'il ne m'an failloit de riens commettendo così errore rimico.

Giustificazione di β4 (S + CU).
In corrispondenza dei vv. 28 - 29 la rimanente parte della tradizione tramanda les tristors (FOR trestors, T estours)| et (B ne) les assauz, mentre i mss. CSU commettono errore rimico: C e S anticipano assaus (C essaulz) invertendolo col secondo termine (anch'esso alterato: C les essaulz| et les tormens, S les assaus| et les destroiz), U presenta la stessa coppia di termini di C invertita, mantenendo in tal modo inalterato l'incipit del v. 29 rispetto al resto della tradizione (les tormans| et les asals). Considerata la ripetizione di les distribuita tra i due versi, quelli di C ed S potrebbero anche considerarsi errori di anticipazione tra loro indipendenti. Tuttavia, considerati i rapporti già evidenziati tra i due manoscritti (cfr. giustificazione di β3) ho ritenuto la poligenesi poco probabile. Date le relazioni che permettono di far derivare con sicurezza (cfr. giustificazione di γ) i mss. C ed U  da un medesimo subarchetipo rimane da dirimere la questione relativa ad U il quale, sulla base dei rapporti individuati, invertirebbe la lezione erronea presente in γ e condivisa da S (tramandata quindi da β4) col risultato di far concordare l'incipit del v. 29 con quello tràdito dalla totalità degli altri testimoni. Si deve a questo punto tener conto di come il medesimo fenomeno avvenga anche ai vv. 10 - 11, facendo diminuire le probabilità che C commetta per due volte lo stesso errore. Anche in questo caso difatti tra i due mss. vi è inversione tra il secondo emistichio del verso e il primo del successivo col risultato che entrambi i testimoni commettono errore in rima mantenendo però U il v. 11 concorde col resto della tradizione (C (Douce dame), quant je vos vi| et vos conu, U (Douce dame), cant vos conu| et je vos vi, altri mss. (Dame, quant je) davant vous fui| et je vos vi): nella fattispecie in questione inoltre non vi è alcun elemento che consenta di giustificare, come la ripetizione di les ai vv. 28 - 29, l'anticipazione di C. Dovendo dunque necessariamente ricorrere ad un'ipotesi la quale contraddica almeno in parte i rapporti tra manoscritti fin qui dimostrati (se si esclude la poligenesi dell'errore rimangono due opzioni disponibili: o S intrattiene rapporti di contaminazione con C, oppure la loro lezione è quella presente in β4, ereditata da γ ed invertita successivamente da U, non necessariamente tramite contaminazione) ho preferito valorizzare il vistoso errore congiuntivo che accomuna i mss. CS: la relazione stemmatica così individuata viene inoltre avvalorata dalla nota diffrazione.
 
Giustificazione di γ (CU).
I mss. CU si possono con sicurezza far derivare da un medesimo subarchetipo in virtù dei seguenti errori congiuntivi:
-vv. 19 - 20: lezione erronea ont in luogo di a (il soggetto è Amors);
-v. 22: errore rimico: signor (rima in -ors). L'errore è condiviso da R (cfr. elementi non razionalizzabili);
-v. 25: errore rimico: posteïs (U poëstis; rima in -iers);
-v. 27:  errore rimico: pris (rima in -i);
-v. 37: cfr. giustificazione di α;
-v. 39: errore semantico: tant ai apris et endureir (C endureit) in luogo di tant ai apris a endurer tramandato dal resto della tradizione. L'errore è condiviso da V (cfr. elementi non razionalizzabili ).
Inoltre:
-l'errore rimico anut di U in corrispondenza del v. 4 (rima in -ui) deriva con ogni probabilità dalla variante anuit di C;
- l'errore rimico meus di U in corrispondenza del v. 13 (rima in -ui; il resto della tradizione tramanda mui, tranne R che riporta (m')esmui) deriva con ogni probabilità da quello presente in C (mux);
 I due mss. condividono infine numerose varianti peculiari ed esclusive: cfr. vv. 10 - 11, 12, 22, 24, 25, 26, 27, 28 - 29, 33, 35, 36, 37, 38, 40, 45 della collazione.
 
Nota diffrazione.
Le cause determinanti la diffrazione osservabile al v. 38 sono in stretta relazione con quanto considerato in merito al verso precedente: si è argomentato come la lezione Dame, je ne redout mais plus si sia originata nel subarchetipo facente capo ai mss. ARa e come, non potendo prendere in considerazione le lezioni recanti l'evidente errore causato dall'omissione del rimante plus, ne derivi che la lezione autoriale debba essere Dame, je ne dout mais riens plus (cfr. giustificazione di α3) tràdita dai mss. BKOX appartenenti al gruppo β (V riporta Dame, je ne dout rienz plus cadendo in ipometria), cui si aggiungono i mss. F  e T (cfr elementi non razionalizzabili, giustificazione di α).  La variante redout (v. 37) appare d'altro canto peculiare dei testimoni di tipo α venendo tramandata da tutti i mss. del gruppo (per M cfr. giustificazione di α3 e cfr. la discussione di α2) con l'eccezione del solo T . Anche le lezioni costituenti la diffrazione del verso successivo appaiono distribuite in maniera oppositiva tra i testimoni di tipo α e β: in particolare le lezioni caratterizzate da fors incipitario caratteristiche del gruppo β (mss. BKOSX; della derivazione della lezione di CU da queste si darà conto nel proseguo dell'esposizione; per V invece cfr. giustificazione di β ) si oppongono a puis ke tant fail tràdita dai mss. α1 (ARZa) e all'erronea (cfr. la giustificazione al subarchetipo) que tant que faille dei mss. α2 (MT). Al fine di chiarificare ora i rapporti derivativi tra le lezioni oggetto della diffrazione non si farà uso delle relazioni stemmatiche individuate per i testimoni di tipo β ma si cercherà anzi tramite il seguente ragionamento di dare loro ulteriore legittimità. Tra le lezioni appartenenti ai testimoni del gruppo si possono escludere con certezza, ai fini della ricostruzione autoriale quelle recanti la particella negativa ne, la quale rende i periodi così costituiti, quando non erronei, decisamente deteriori ( la lezione di CU ke je ne faille a vos amer comporterebbe il seguente periodo: «Dama, io non avrò più altre incertezze che io non venga meno al mio compito di amarvi; la lezione di S fors que ne faille a vos amer «Dama, io non avrò più altre incertezze eccetto che io non venga meno al mio compito di amarvi; la lezione di B, oltre che sul piano semantico, risulta inammissibile anche sul piano sintattico, non trovando la locuzione fors tant ne altra attestazione o corrispondenza). Escludendo infine le lectiones singulares di F (ke tans me faille a vos amer) e V (mès tant que faille a vos amer), le uniche due lezioni ammissibili come autoriali sono puis ke tant fail a vous amer tràdita dai mss. ARZa (α1) e fors tant que faille a vos amer riportata dai mss. del gruppo β KOX. È interessante quindi notare come vi sia una chiara corrispondenza tra le due lezioni individuate e l'alternanza dout/redout del verso precedente: puis ke tant fail è retto unicamente da redout, fors tant que faille unicamente da dout. In virtù della sicurezza con la quale si può scartare la variante redout ai fini della ricostruzione testuale (cfr. giustificazione di α3), questa relazione costituisce un importante indizio a favore della lezione tràdita dai mss. del gruppo β. Si deve inoltre considerare la disarmonia semantica che puis ke tant fail genera quand'essa viene retta da dout. Nonostante in effetti la forma dotata del prefisso costituisse in principio un semplice intensivo o rafforzativo dell' afr. douter (verbo nel quale convivevano entrambe le accezioni ereditate dal tardo lat. dubitare, «essere in dubbio» e «temere), in seguito le due forme si distinsero semanticamente: douter mantenne il significato originario «dubitare»,  redouter si specializzò nell'accezione «temere» (cfr. FEW, vol. III, p. 170) . Sebbene non sia possibile determinare con certezza quando ebbe inizio il fenomeno (cfr. Ibidem: «Wo die einschränkung von douter auf "zweifeln" ihren anfang genommen hat, ist noch nicht klar» ), è possibile ipotizzare che esso fosse perlomeno avviato nel periodo in questione. Questo assunto consente di escludere la possibilità di prendere in considerazione un periodo costituito dalla combinazione delle lezioni Dame, je ne dout mais riens plus (v. 37) e puis ke tant fail a vous amer (v. 38; mss. ARZa), in quanto privo di un significato coerente (trad.: «Dama, dopo che\poiché in tal maniera vengo meno al mio compito di amarvi, io non avrò più altre incertezze»). La lezione da inserire a testo al verso successivo dunque non può che essere fors tant que faille a vos amer: questa scelta restituisce infatti il corretto equilibrio semantico del periodo (trad.: «Dama, io non avrò più altre incertezze eccetto che possa venire meno al mio compito di amarvi»). Ciò determinato si può procedere nel fornire l'eziologia della diffrazione in oggetto. Per quanto riguarda le lezioni tramandate dai mss. ARZa (α1) e MT (α2) è possibile ipotizzare una corruttela di fors in α (latore della lezione Dame, je ne redout mais riens; cfr. giustificazione di α3), alla quale i due subarchetipi reagiscono differentemente: α1 trascrive puis (possibile ricorrere ad una spiegazione di natura paleografica), adattando il nuovo periodo concordemente al verbo redouter e originando così la lezione puis ke tant fail a vous amer con la quale tenta di recuperare un significato armonico (trad.: «Dama, dopo che in tal maniera vengo meno al mio compito di amarvi, io non avrò più altro timore»); α2 sostituisce banalmente fors con que dando luogo all'erronea lezione que tant que faille a vos amer (cfr. nota v. 38 della discussione di α). In merito alle lezioni del ramo β recanti la particella negativa ne la tradizione permette di osservare il loro progressivo allontanamento dalla lezione autoriale: fors tant que (faille a vos amer) (mss. KOX) -----> fors tant ne (ms. B; sostituzione di que con ne) -----> fors que ne (ms. S; sostituzione di tant con que) -----> ke je ne (mss. CU; sostituzione di fors con je e inversione con ke). Questa progressione conforta inoltre i rapporti stemmatici individuati tra i mss. del gruppo β3. Infine, per la lectio singularis tramandata dal contaminato F  ke tans me (faille a vous amer)  è possibile ipotizzare dei rapporti derivativi da que tant que di MT (α2) o da fors tant ne di B (o da entrambe), mentre per la lezione tràdita da V mès tant que (faille a vous amer) cfr. la giustificazione di β.
 
Elementi non razionalizzabili.

Il ms. F.
La mancanza di accordo in errore con altri testimoni unitamente alle contaminazioni evidenziate dal ms. F impediscono una sua precisa collocazione all'interno dello stemma. Riporto i luoghi di vicinanza con gli altri testimoni:
-v. 13: il ms. F tramanda la lezione se (remest) caratteristica di α2;
-v. 17: tramanda la lezione est caratteristica di α1;
-v. 26: riporta la lezione fort condivisa unicamente col ms. S (cfr. nota contaminazione  S);
-v. 28: riporta la lezione trestours tramandata dai mss. F e O;
-v. 31: riporta la lezione grans estors caratteristica del gruppo α (cfr. giustificazione di α);
-v. 32: riporta la lezione venquoient tipica dei mss. CU (vancoient; resto della tradizione: vainquirent);
-v. 37: tramanda la lezione autoriale Dame, je ne douc mais riens plus caratteristica del gruppo β (cfr. nota diffrazione).
 
Il ms. R.
Il ms. R mostra segni di una contaminazione di tipo β2 e rapporti di vicinanza con γ:
-v. 1: condivide la variante caratteristica del gruppo β2 l'unicorne, con l'articolo, riportata dai mss. COSU (B non tramanda il verso);
-v. 12: riporta la variante m'aloit provvista della particella pronominale tramandata unicamente dai mss. CU (m'alait). Il resto della tradizione tramanda aloit;
-v. 22: in corrispondenza della diffrazione osservabile al v. 22 R condivide la lezione caratteristica di CU ont fait seigneur commettendo errore rimico (rima in -ors);
-v. 23: condivide la lezione ont (in luogo di a tramandata dal resto della tradizione) riportata nei mss. CU (oltre che da S e T);
-v. 27: riporta l'inversione tost ont caratteristica dei mss. del gruppo β2;
-v. 28: riporta la lezione trestours tramandata dal mss. O (con F);
Inoltre al v. 29 condivide la lezione di C portiers (resto della tradizione huissiers) e al v. 42 si accorda in errore rimico con U tramandando riens in luogo di rien.
Infine il ms. R si dimostra in molti casi innovativo e latore di lectiones singulares: cfr. vv. 2, 4, 7, 9, 12, 13, 15, 18, 22, 25, 26, 42, 43, 45 della collazione.

Il ms. S.
Il ms. S mostra segni di vicinanza con i mss. del gruppo α1:
-v. 7: tramanda la lezione de tel propria di α1 (resto della tradizione d'autel; R par tel);
-v. 24 : tramanda l'inversione caratteristica di α1 vilain, felon (l'inversione è tramandata anche da V: cfr. giustificazione di α1);
- v. 33: condivide la lezione esclusiva di α1 mais cil vaint en humeliant;
-v. 37: tramanda la variante redout caratteristica del gruppo α. Presenta il rimante corretto plus come i mss. del gruppo α3, ma a differenza di questi tramanda riens in luogo di mais (cfr. giustificazione di α3 e approfondimento v. 37).
In corrispondenza dei vv. 25-26 il ms. S sembra inoltre contraddire i rapporti stemmatici individuati. In particolare al v. 25 il ms. B tramanda la lectio singularis ipometra (qui mult est) fel pautonniers dalla quale la lezione caratteristica  di CU ke tant est fel posteïs (U et poëstis) mostra segni di derivazione: S riporta invece la lezione inserita a testo qui mult est maus et pautonniers (mss. FKMOVX); in corrispondenza del primo emistichio del v. 26 (cfr. giustificazione di β3) B riporta la lectio singularis atrians (et), mentre i mss. CU  tramandando la lezione caratteristica di γ li dui en (sont): S presenta invece la lezione condivisa da F cil troi sont fort con l'incipit cil troi comune alla restante parte della tradizione (tranne K ci troi, VX cist troi).
Infine il ms. S si dimostra in più occasioni innovativo e latore di lectiones singulares: cfr. vv. 6, 7, 13, 22, 29, 32, 35, 36, 37 (cfr. sopra), 38.

Il ms. V.
In corrispondenza del v. 39 il ms. V si accorda in errore con i mss. CU tramandando et endurer (C et endureit) alterando così l'equilibrio semantico del periodo. Potrebbe tuttavia trattarsi di errore poligenetico.

Il ms. T.
L'unica possibile evidenza concreta di una contaminazione del ms. T risiede in quanto affermato a proposito del suo non errore in corrispondenza del v. 37 (cfr. giustificazione di α, giustificazione di α3 e la nota diffrazione). In aggiunta a questo è possibile segnalare il suo comportamento al v. 23, dove è l'unico ms. non β3 con R a non riportare la lezione a tramandando ont come i mss. CRSU (B presenta est).

Possibili contatti tra γ e α.
Come per il ms. T l'unica evidenza di questo contatto risulta essere in corrispondenza del v. 37 e del vistoso errore rimico che accomuna i mss. CMUZ (cfr. giustificazione di α e nota diffrazione).