Nota biografica

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La più ricca fonte biografica di cui disponiamo per i poeti artesiani, il Registre de jongleurs, non riporta notizie sulla vita del troviero. Tutto quanto sappiamo su di lui è desunto dal suo corpus, dal quale possiamo trarre due tipi di informazioni: da un lato cronologiche, dall’altro geografiche (e socio-economiche).
Per l’individuazione del periodo di attività di Jehan de Renti fondamentali sono IX 46-50, IV 46-50 e la XII. Dal congedo della IX, in particolare dal v. 46 e s. (Chanchon, a Renti te present/A Andriu chevalier vaillant), ricaviamo un primo orientamento temporale. La canzone è, infatti, inviata al cavaliere Andrieu de Renti di cui sappiamo che fu condannato nel 1267 a trascorrere cinque anni in Terra Santa. Dobbiamo pertanto concludere con Spanke che il componimento sarà stato scritto prima di quell’anno oppure dopo il 1272. 
Il 1272 costituisce, poi, il termine ante quemper datare il jeu-particon Jehan Bretel (XII), essendo l’anno di morte del partenaire, come attestato dal Registre des jongleurs
L’invio della IV, in particolare il v. 48 e s. (Droit a Avions te nage,/A bon Jehan di), fornisce invece un termine di datazione post quem: nel 1250, infatti, Jehan d’Avions firmò un contratto relativo ad alcune terre nei pressi di Avion. 
Su queste basi Spanke ritiene verosimile datare l’attività di Jehan de Renti agli anni ’50-’60 del XIII sec. Un’unica difficoltà è posta, in questo senso, da III 41 e s.: Chançon, va t’ent et si fai mon message/Au Chastelain ki Biaumés doit tenir. Un certo Chastelain de Biaumes è citato nel Congédi Jean Bodel, composto nel 1200. Se i due personaggi dovessero coincidere saremmo costretti a far risalire l’attività di Jehan de Renti almeno agli anni ’40 del XIII sec. L’altra possibilità è, invece, ipotizzare che il Chastelain ki Biaumés doit tenirsia un discendente (figlio o nipote) di quello citato da Jean Bodel. In tal senso riceviamo conforto da una poesia del poeta artesiano Gillebert de Berneville, attivo negli anni 1255-1280, nella quale si nomina appunto un Chastelains …/de Biaumeidentificabile con Gilles, signore di Beaumetz, ancora vivo nel 1267, o con suo figlio Robert, che figura con questo titolo in un documento del 1273 (cf.,oltre a Spanke 1907,  Petersen Dyggve 1935 ss.vv. Biaumé Gillebert de Berneville, p. 52 e s. e p. 115). Il destinatario dell’envoidi Jehan de Renti non coinciderebbe allora con il castellano legato a Jean Bodel, bensì con uno dei due personaggi storici con cui è possibile identificare il giudice cui si rivolge Gillebert de Berneville: resta valida, in tal modo, la supposizione di Spanke che colloca l’attività del troviero nel terzo quarto del XIII sec. Se si ricorda che questo è grosso modo anche il periodo di datazione del ms., si ritrova avallata l’ipotesi di Schawn che Te Jehan de Renti possano coincidere (cf. il paragrafo sulla tradizione).
Quanto al luogo in cui Jehan de Renti visse, tutto fa pensare ad Arras: a cominciare dal jeu-particon Jehan Bretel e dalla menzione che del Puy si fa in  X 1 e s. (Se che n’estoit pour ma dame honerer/Jamais au Pui ne diroie chançon), la quale attesta il legame del nostro con il circolo poetico arrageois, per finire con il fatto che i suoi mecenati risiedevano nella circoscrizione di Arras (Avion e Beaumetz-lès-Cambrai). Ancora una volta rimandiamo alla congettura di Schwan sull’identità di T3, che sarebbe nuovamente confermata.
Quanto poi alla nazionalità del poeta, il nome tràdito dal ms. rimanda a Renti, un paese del dipartimento del Pas-de-Calais, nella circoscrizione di St-Omer, a una sessantina di km da Arras, in cui abitava una stirpe di cavalieri omonima. Spanke ritiene non cogente il toponimo in relazione alla determinazione del luogo di nascita del troviero, in quanto, come altre volte, potrebbe fare riferimento all’origine del capostipite. Lo studioso esclude, inoltre, che Jehan potesse appartenere alla famiglia di cavalieri omonima in quanto, se così fosse, incongruo risulterebbe il contenuto delle strofe i e ii della X contro i giudici che si fanno corrompere pour parens ne pour grant signorage (X 6) e contro chi male amministra e distribuisce le proprie ricchezze. Più probabile l’ipotesi che Jehan de Renti fosse di modeste condizioni e vivesse della propria poesia, grazie ai facoltosi cavalieri degli envois o a qualche ricco borghese. 

 

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* Per tutto il paragrafo si è tenuto conto della magistrale ricostruzione biografica fatta da Spanke 1907, pp. 1-6.