La tradizione

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Scopo del lavoro è quello di fornire una nuova edizione di Jehan de Renti, aggiornando la vecchia edizione di Spanke (tesi dottorale di Strasburgo, 1907, ma vedi Spanke 1908), dopo aver ricontrollato il manoscritto.

Se in Spanke il corpus del troviero coabita con le poesie di Oede de la Couroierie, la nuova edizione mira a restituirgli la giusta autonomia, tanto più che nel caso presente potremmo avere a che fare con un "canzoniere" non solo d'autore ma autografo.

L'intero corpus di Jehan de Renti, costituito da dodici componimenti, ci è giunto tramite un unico testimone, il ms. T (secondo la sigla adottata da Schwan 1886, corrispondente al ms. Pb.¹¹ di Raynaud 1884). Si tratta del Bibl. nat. fr. 12615, risalente alla fine dei XIII sec. e noto anche come "manoscritto di Noailles", in quanto appartenuto al Maresciallo di Noailles (n° 124 della sua collezione; per queste notizie e per la descrizione del ms. cf. Raynaud 1884, vol. I, p. 153 e Jeanroy 1918, p. 10).

Si fornisce qui di seguito la successione delle poesie, con la rispettiva carta di appartenenza, così come viene data da Raynaud 1884, p. 170:

172v Amours par sa courtoisie
172v N'est pas sages ki emprent
173   Ki n'averoit bone amour fait hommage
173v Li rousignolès jolis
174   Se loiautés a en amour pooir
174   L'autrier errai m'ambleüre
174v J'ai grant piecha delaié le chanter
175   Plus ke onkes mais ne suel
175v Onkes ne seuc chanson furnir
175v Se che n'estoit pour ma dame honerer
176   Je m'esmervelle forment
176v Jehan Bertel .i. chevalier.

Solo il settimo e il nono componimento (J'ai grant piecha delaié le chanter e Onkes ne seuc chanson furnir) sono accompagnati dalla melodia; tutti gli altri difettano, invece, della notazione musicale, conformemente a quella che Raynaud 1884, vol. I, p. 153 attesta essere la generale tendenza del ms.

Nell'omogeneità di una scripta artesiana, Schwan distingue tre diverse mani (T¹, T², T³). La stesura del terzo scriba comincia a c. 172v, proprio con le poesie di Jehan de Renti, la cui inserzione nel ms. viene a interrompere la copiatura di mottetti intrapresa dal precedente copista e che riprenderà solo a c. 179 (cf. Spanke 1907, p. 10; da notare che restano bianche la seconda metà di c. 176v e le cc. 177-178, riempite con altre poesie nel corso del XV sec.). T³ termina, inoltre, la sua compilazione con una serie di pezzi satirici che si riferiscono tutti ad Arras e che potevano interessare, quindi, solo un cittadino della zona. Questo, unitamente all'aggiunta delle poesie di Jehan de Renti, attivo presso il Puy (cf. infra la nota biografica), conduce Schwan 1886, p. 256 a ipotizzare che T³ lavorasse ad Arras. Il fatto poi che T³ corregga T¹ e T² fa pensare che egli fosse anche il possessore del ms. Un'ulteriore peculiarità fa presumere, inoltre, che potesse trattarsi di un poeta o di qualcuno che era strettamente legato ai circoli poetici artesiani: grazie a T³, infatti, ci sono giunti parecchi unica (in realtà l'intero T è particolare da questo punto di vista: si pensi, ad esempio, al fatto che da solo tramanda il 65% della produzione a noi nota di Gontier, cf. Formisano 1980, p. XXV).

Fatte queste premesse, si capisce come Schwan giunga a ipotizzare che il terzo copista di T sia proprio il nostro poeta, in quanto originario di Renti (dipartimento del Pas-de-Calais, circoscrizione di St.-Omer, un paese a circa 60 km a nord-ovest di Arras: cf. Spanke 1907, p. 1 e Petersen Dyggve 1934, p. 214 s.v. Renti) e legato al Puy. La congettura è perfettamente compatibile con la datazione presunta delle poesie in nostro possesso (si confronti sempre infra la biografia del troviero). Non avendo però, purtroppo, nulla di cogente, come fa notare Spanke 1907, p. 11, la prenderemo assieme a lui come una semplice, sia pure affascinante, ipotesi.