La lingua

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Si dà di seguito l’elenco degli elementi linguistici sicuramente ascrivibili al troviero sulla base delle rime e della misura dei versi (Un esaustivo studio linguistico è stato compiuto da Spanke 1997, pp. 15-26), ripreso qui solo per i tratti caratterizzanti).
  
(1) Distinzione di -ent da -ant. Nei componimenti  V, VII, XI e XII vi è la rima di -ent puro. Particolarmente significativo è il n° IX, dove compaiono in rima le terminazioni -ent e -ant sempre distinte tra loro (cf. lo schema metrico), mentre i due esiti si confondono nel n° VI (cf. v. 15 sergant e 36 maintenant).  Per l’assenza in piccardo-vallone della confusione tra i due suoni nasali seguiti da consonante, che è presente invece in franciano sin dalla metà dell’XI sec., cf. Gossen 1951, par. 15. La distinzione permane nel piccardo moderno (cf. Spanke 1907, p. 17). Per la nota eccezione data da talant che può rimare in -ant, come accade qui in VI 68 (ma cf. VII 20 e IX 38 dove si ha talent), si vedano Formisano 1980, p. LI e Spanke 1907, p. 17). Quanto alla “rima imperfetta” della IX 4 rench: 5 present, si tratterà ovviamente diun fenomeno fonetico da attribuirsi alla lingua del copista.
 
(2) Terminazione -ie per-iee. La monottongazione del dittongo discendente íein iè caratteristica del piccardo, dove può interessare tanto il nome quanto il part. passato femminile: cf. Roncaglia 1993 p. 159) e Formisano, p. LII). Esempi: I 6 covoitie, 9 ensegnie, 13 moitie, 14 haskie (fr. haschiee),17 choisie in rima con 1 courtoisie, 3 jolie, 5 amie, 8 folie, 11 garnie, 16 onie, 19 ravie, 21 umelie, 22 die, 24 enasprie. Cf. anche II 22 lie, che però è seguito da vocale, per cui potrebbe appartenere alla lingua del copista.

(3) Suffisso picc. -anche, corrispondente al franc. -ance.All’affricata dentale sorda (ts) del franciano derivante da cjo da tjin posizione forte (cioè dopo consonante), corrisponde in piccardo l’affricata palatale sorda (cf. a questo proposito Gossen 1951, par. 38), di cui si hanno esempi ascrivibili senza dubbio alla lingua del poeta in numerose Zwitterreime. Cf. II 2 esperanche, 4 grevanche,10 enfanche, 18 oublianche, 20 mescheanche, 26 baanche, 28 eskeanche, 34 outrequidanche, 36 desesperanche: 12 franche; IV 4 ramembranche, 13 dechevanche, 20 souffranche, 22deffianche, 29 esperanche, 38 aleganche, 40 atendanche: 2 branche, 31 franche;  VIII 6 esperanche, 13 samblanche, 14 doutanche, 21 voellanche, 22 vaillanche, 29 acordanche, 30 soufranche, 38 fianche: 5 blanche, 37 franche;dove franchebrancheblancheandranno letti alla francese (picc. franke, branke, blanke). Su questo fenomeno cf. Formisano 1980, pp. LV-LVI.
 
(4) Sviluppo di epentetica nel gruppo muta cum liquida. Il fenomeno è attestato, per esempio, in III 1 (averoit) e 22 (deveroit) e pertiene senza dubbio alla lingua del troviero in quanto strettamente connesso alla lunghezza del verso. Per la sua frequenza in piccardo, particolarmente nel futuro e condizionale dei verbi della III e IV coniugazione, cf. Gossen 1951, par. 44.
 
(5) Aggettivo possessivo vo/vos.Ulteriore elemento, stavolta morfologico, la cui attribuzione all’autore è dimostrata dalla misura, è l’uso del possessivo piccardo vo/vos di contro al bisillabo franciano vostre. Esempi: IV 23 e 32; VII 13, 17, 27, 29; VIII 17. Gossen 1951, par. 68 fa notare che la variante è utilizzata nella scripta letteraria più frequentemente che nelle carte per l’indubitabile vantaggio metrico offerto.
 
L’analisi della lingua di Jehan de Renti ci orienta dunque verso l’area piccarda, confermando i dati biografici desumibili dal corpus del poeta.Perfettamente congruenti sono i risultati relativi alla scripta di T3, per il quale si noteranno i seguenti fenomeni:
 
(1) Riduzione di ie ad i:VII 40 entirement.
(2) iau da aperta + complicataper franc. el/eau:VII 29 biau, IX 6 biauté; cf. Gossen, Grammaire de l’ancien picard, par 12.
(3) (i)au da ibreve + complicata per franc. el/euIII 16 aus, III 23 chiaus(V 14, 16 e 23 ciaus); cf. Gossen, Grammaire de l’ancien picard, par 12.
(4) auper franc. ou/oloaperta+ lcomplicata:II 13 vausist(= volsist), II 29 e XI 19 faus(= fous), XI 21 taut (= tolt; cf. anche VIII 14 retaut), XI 38 vauc (= volc); Gossen 1951, par. 23. Ma cf. anche VII 49 violt, su cui Gossen 1951, p. 76: forma documentata a Douai e Tournai.
(5) iu per ieu: III 46 viuté(vocalizzazione di complicata); IX 47 Andriu per Andrieu (riduzione del trittongo).
(6) Conservazione della velare c- dinanzi ad alà dove il franciano presenta l’esito palatale ch: cf. III 27 e X 31 cascun, V 13 noncaloir (e IX 17 caut), VI 45 cainse, XI 40 escaper, XII 19 cangier. (Per il persistere della velare nel gruppo iniziale di parola o interno in posizione forte, si veda Gossen 1951, par. 41). Analogamente la velare sonora è conservata inlonghement  < LUNGAMENTE (IV 28 e VII 11).
(7) Mancata assibilazione di c- + vocale palatalechanchonVII 9 e IX 46 (accanto al più diffuso chançon);che II 6, 14, III 35, ecc.; chiaus III 23; dechevoir  V 3 e 19; douche III 32 e IV 4 (douchement V 32);  fache IX 18 e XII 7; merchis IV 30 e 36; perchevoir V 21 (e VI 53 perchut);rechevoir V 29; tristreche X 40; ecc.
 (8) Mancato sviluppo della consonante di transizione all’interno del gruppo l’r n’r in VI 15 sanler e III 8 amenrir (cf. Gossen 1951, par. 61).  
(9) Nesso -aule-/-avle- per il franciano -ablein XI 39 honeravlement (Gossen 1951, par. 52).
(10) Pronomi jou per gié/je (IV 37, V 26) çou per ce (III 5, VII 34, ecc.): cf. Gossen 1951, parr. 64 e 70.
(11) le per la articolo (VI 51 e X 7)e pronome  (III 18 e 29): cf. Gossen 1951, par. 63.
(12) l’aggettivo possessivo men per mon (III 36 e 37, IV 24, V 12 ecc.) sen per son (II 8, III 27 e 45, XI 33), per i quali cf. Gossen 1951, par. 66.
(13) Prima persona del presente indicativo e del passato remoto in -c(h): II 28 quić < COGITO, IV 2 och < AUDIO, VII 9 fać < FACIO, VII 41 douć < DUBITO, IX 4 rench per rent; I 17, VI 31 e IX 3 euć < HABUI, IX 1 seuć < SAPUI. Cf. Gossen 1951, par. 75.
Da notare, infine, la grafia sains < SINE + -(passim),accanto a sens (sulla quale cf. Gossen 1951, par. 19), e la forma genericamente settentrionale araiper avrai (IV 44 e passim). 
 
Come si vede, Jehan de Renti e il copista T3appartengono alla stessa area geografica, e questo potrebbe confermare l’ipotesi di identificazione di Schwan (cui si è accennato supra nel par. sulla tradizione manoscritta; cf. anche infra la biografia del troviero), in base alla quale i due coinciderebbero, dimodoché avremmo a che fare con un canzoniere allo stesso tempo d’autore e autografo (cf. a questo proposito 1993, p. 131).