Edizione diplomatico-interpretativa

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I
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N. jacomo.
.
Merauiglozamente. unamor
midistringe. essouena dogno
ra. Comomo cheten mente.
inaltra parte epinge. lasimile pin
tora. Cosi bella facceo. dentra loco
re meo. porto la tua figora.

 
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Notar Jacomo
 
Meravigloza – mente
un amor mi distringie
e sovven ad ogn'ora.
Com'omo che ten mente
in altra parte e pinge
la simile pintora,
così, bella, facc'eo,
dentr'a lo core meo
porto la tua figora.
 
II
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Alcor marduna dogla. comom ch(e)
tene ilfoco. alosuseno ascozo. Eq
uanto piu lonuogla. tanto pre(n)
de pio loco. enonpo star rinchio
zo. Simileme(n)te ardo. quando
passe no(n)guardo. auoi uizamoro
zo.

 
.
A lo cor par ch'eo porte,
pinta como parete,
e non pare di fore.
E molto mi par forte
non so se vi savete,
com'io v'ama bon core;
ch'a-sson sì vergognoso
ch'eo pur vi guardo ascoso
e non vi mostro amore.
 
III
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Auendo gran dizio. dipinsi una
figura. bella uoi simiglante.
E quando uoi no(n)uio. guardo(n) que
Ilan pintura. eppar cheo uaggia
auante. Sicomom chessicrede.
saluare p(er) sua fede. ancor no(n)uad
auante.
.
Avendo gran dizio
dipinsi una figura,
bella, voi simiglante,
e quando voi non vio
guardo 'n quellan pintura,
e-ppar ch'eo v'aggia avante:
sì com'om che-ssi crede
salvare per sua fede,
ancor non vad'avante.
 
IV
.
Alcor marduna dogla. comom ch(e)
tene ilfoco. alosuseno ascozo. Eq

uanto piu lonuogla. tanto pre(n)
de pio loco. enonpo star rinchio
zo. Simileme(n)te ardo. quando
passe no(n)guardo. auoi uizamoro

zo.
 
.
Al cor m'ard'una dogla,
com'om che tene il foco
a lo suo seno ascozo,
e quanto più lo 'nvogla,
tanto prende pio loco
e non pò star rinchiozo:
similemente ardo
quando pass'e non guardo
a voi, viz'amorozo.
 
V
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Si colpo quando passo. inue(r) uoi
no(n)mi giro. bella p(er) uoi guardare.
Andando adogne passo. sigitto u
no sospiro. chemifacian-gosciare.
Ecerto bene angoscio. chapena m
iconoscio. tanto forte mipare.
.
S'i colpo, quando passo,
inver' voi non mi giro,
bella, per voi guardare;
andando ad ogne passo
sì gitto uno sospiro
che mi faci'angosciare;
e certo bene angoscio,
ch'a pena mi conoscio,
tanto forte mi pare.
 
VI
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Assai uaggio laudata. mado(n)na
inmolte parte. dibellesse chau
ete. No(n)so seue contato. chio lo fa
ceia p(er) arte. cheuoi uene dolete.
Aggiatelo p(er) singua. cio cheuoi
dire alingua. qua(n)do uoi miue
dite.

 
.
Assai v'aggio laudata,
madonna, in molte parte,
di bellesse ch'avete.
Non so se v'è contato
ch'io lo faceia per arte,
che voi ve ne dolete:
aggiatelo per singua
ciò che vò'i dire a lingua,
quando voi mi vedite.
 
VII
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Mia chansonetta fina. uacha(n)
ta noua cosa. rnoueti lamaiti
na. Dauante alapiu fina. fiore dognamoroza, bionda pio chauro
.
Mia chansonetta fina,
va' chantanta nova cosa;
moveti la maitina
davante a la più fina,
fiore d'ogn'amoroza,
bionda pio ch'auro.