Revisione di Edizione diplomatico-interpretativa del Lun, 15/04/2019 - 12:27

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Cansone di Notar giacomo
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Cansone di Notar Giacomo
 
 
I
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[A] mor no(n) vuole chio clami. mer
     çe conomo clama. nechio ma
uanti cami. co(n)gnomo sauanta
cama. cheloseruire conomo. sape
fare non(n)a nomo enone inpregio
dilaudare equello chesape ciascuno.
auoi bella taldono. non uor(r)ia a
presentare :·

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Amor non vuole ch'io clami
merçé c'on'omo clama,
né ch'io m'avanti c'ami,
c'ongn'omo s'avanta c'ama;
che lo servire c'on'omo
sape fare nonn à nomo,
e non è in pregio di laudare
e quello che sape ciascuno:
a voi bella tal dono
non vorria apresentare.
 
 
II
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[P] erzo lamore mi(n)sengna. chio no(n)
    guardi alaltra gente. non uuol
chio resenbli ascingna. co(n)gniuiso
teneme(n)te p(er)zo don(n)a mia. auoi no(n)
dima(n)deria. merze nepietanza. che
tanti sono liamatori. cheste. sainta
disauori. merze p(er) troppa usanza.
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Per zo l'amore mi 'nsegna,
ch'io non guardi a l'altra gente,
non vuol ch'io resenbli a 'scingna
c'ongni viso tene mente;
per zo, donna mia, 
a voi non dimanderia
merzé né pietanza, 
che tanti son li amatori,
ch'este 'scita di savori
merzé per troppa usanza.

 

 
III
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[O]ngni gioia che piu rara. tenu
te piu preziosa. ancora che no(n)
sia cara. delaltre piu graziosa. ca
seste orientale. lozafiroasai piu
uale. edarneno diuertute. ep(er)zo
nele merzede. lomio core no(n)na
ciede. p(er)che luso lanuilute:· 
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Ongni gioia ch'è più rara,
tenut'è più preziosa,
ancora che non sia cara
de l'altre più graziosa;
ca s'este orientale
lo zafiro asai più vale,
e dar meno di vertute:
e per zo nele merzede
lo mio core nonn aciede,
perché l'uso l'à nvilute.
 
 
IV
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[I]nuiluto sono liscolosmini. di.
quello tenpo ricordato. cherano
sigai efini. nulla gioia no(n)ne tro
uata. elle merze siano strecte. che
nulla parte no(n)siano decte. p(er)che
paiano gioie noue. Jnulla parte
siano trouate. nedagliamadori
chiamate. Jnfine che conpie a(n)ni
noue.
 
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'nviluto sono li scolosmini
di quello tenpo ricordato,
ch'erano sì gai e fini,
nulla gioia nonn è travata.
E lle merzé siano strecte,
che nulla parte non siano decte
perché paiano gioie nove;
I' nulla parte siano trovate
né dagli amadori chiamate
infine che conpie anni nove.
 
 
V
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[S]enza merze potete sauere. bella
lomeo disio. cassai meglio miue
dete. chio medesmo no(n)mi ueo.
Epero sauoi paresse. altro chessere
no(n) douesse. p(er)louostro amore a
uere. unque gioia no(n)cip(er)diate.
cusì uolete amistate. Jnanzi uo
ria morire :·
 
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Senza merzé potete
savere, bella, lo meo disio,
c'assai meglio mi vedete
ch'io medesmo non mi veo;
e però s'a voi paresse
altro ch'essere non dovesse
per lo vostro amore avere,
unque gioia non ci perdiate.
Cusì volete amistate?
Inanzi voria morire.