Revisione di Edizione diplomatico-interpretativa del Lun, 26/02/2018 - 12:18

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Cansone di Notar giacomo
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Cansone di Notar Giacomo
 
 
I
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Amor no(n) vuole chio clami. mer
çe conomo dama. nechio ma
uanti cami. co(n)gnomo sauanta
cama. cheloseruire conomo. sape
fare non(n)a nomo enone inpregio
dilaudare equello chesape cìascuno.
auoi bella taldono. non uor(r)ia a
presentare
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Amor non vuole ch'io clami
merçé c'on'omo dama,
né ch'io m'avanti c'ami,
c'ongnomo s'avanta c'ama;
che lo servire c'on'omo
sape fare non à nomo,
e non è in pregio di laudare
e quello che sape ciascuno:
a voi bella tal dono
non vorria apresentare.
 
 
II
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Perzo lamore mi(n)sengna. chio nom)
guardi alaltra gente. non uuol
chio resenbli ascingna. co(n)gniuiso
teneme(n)te p(er)zo don(n)a mia. auoi no(n)
dima(n)deria. merze nepietanza. che
tanti sono liamatori. cheste santa
disauori, merze p(er) troppa usanza.
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Per zo l'amore m'insengna
ch'io nom guardi a l'altra gente,
non vuol ch'io resenbli a scingna
c'ongni viso tene mente;
per zo, donna mia,
a voi non dimanderia
merzé né pietanza,
che tanti sono li amatori
ch'este santa di savori
merzé per troppa usanza.
 
 
III
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Ongni gioia che più rara. tenu
te piu preziosa. ancora cheno(n)
sia cara. delaltre piu graziosa. ca
seste orientale. lozafiroasai piu
uale. edarneno diuertute. ep(er)zo
nele merzede. lomio core no(n)ua
ciede. p(er)che luso lanuilute.
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Ongni gioia ch'è più rara,
tenut'è più preziosa,
ancora che non sia cara
de l'altre più graziosa;
ca s'este orientale
lo zafiro asai più vale,
ed à rneno di vertute:
e perzò nele merzede
lo mio core non v'aciede,
perché l'uso l'à nvilute.
 
 
IV
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I nuiluto sono liscolosminidi
quello tenpo ricordato. cherano
sigai efini. nulla gioia no(n)ne tra
uata. elle merze siano strecte. che
nulla parte no(n)siano decte. p(er)che
paiano gioie noue. Inulla parte
siano trouate. nedagliamadori
chiamate. Infine che conpie an(n)i
noue.
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Inviluto sono li scolosmini
di quello tenpo ricordato,
ch'erano sì gai e fini,
nulla gioia non è travata,
e-lle merzé siano strecte,
che nulla parte non siano decte
perché paiano gioie nove;
In ulla parte siano trovate
né dagli amadori chiamate
Infine che conpie anni nove.
 
 
V
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Senza merze potete sauerebella
lomeo disio. cassai meglio miue
dete. chio medesmo no(n)mi ueo.
 
Epero sauoi paresse. altro chessere
no(n) douesse. p(er)louostro amore a
uere. unque gioia no(n)cip(er)diate.
cusì uolete amistate. Inanzi uo
ria morire.
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Senza merzé potete
savere, bella, lo meo disio,
c'assai meglio mi vedete
ch'io medesmo non mi veo;
E però s'a voi paresse
altro ch'essere non dovesse
per lo vostro amore avere,
unque gioia non ci perdiate.
cusì volete amistate?
Inanzi voria morire.