Revisione di Edizione diplomatico-interpretativa del Lun, 26/02/2018 - 11:42

Versione stampabilePDF version
I
.
Notaro Giachomo dalentino

A mando lungiamente disio chio uedesse. quellora chio piacesse. chomio
    ualesse auoi donna ualente. Marauigliosamente misforço sio potesse.
chomio contato ualesse. chauoi paresse lomio affare piacente. Vorria
s(er)uire a piaeime(n)to. laoue tutto piacere. e co(n)uertire lomeo parlame(n)to. accio kio
sento p(er) intenda(n)ça de le mie parole. ueggiate chome lomeo chor sidole.

 

.
Notaro Giachomo da Lentino

Amando lungiamente,

disio ch'io vedesse
quell'ora ch'io piacesse
chom'io valesse - a voi, donna valente.
Maravigliosamente
mi sforço, s'io potesse
chom'io cotanto valesse,
ch'a voi paresse - lo mio affare piacente;
vorria servire a piacimento
là ov' è tutto piacere,
e convertire - lo meo parlamento
acciò k'io sento:
per intendança de le mie parole
veggiate chome lo meo chor si dole.
 
II
.
Nondole chaggia dolgla. madon(n)a inuoi amare. anti mifa allegrare. i(n)uoi
pe(n)sare lamorosa uolgla. Chon gioi par chem(m)acolgla. louostro innamorare.

ep(er) dolce aspectare. uedermi pare cio chem(m)i sorgolgla. Maduna chosa michor
dolglo. cheo non so inueritate. cheuoi sacciate lobene cheo uiuolglo. accio mi
dolglo. no(n)posso dire di ce(n)to parti luna. lamore cheo porto alauostra persona. 

 
.
Non dole ch'aggia dolgla,
Madonna in voi amare,
anti mi fa rallegrare
in voi pensare - l'amorosa voglia:
chon gioi par che m'acolgla
lo vostro innamorare,
e per dolce aspectare
veder mi pare - ciò che mi s'orgolgla.
Ma d'una cosa mi chordolglo,
Ch'eo non so in veritate
Che voi sacciate - lo bene ch'eo vi voglio:
Acciò mi dolglo,
non posso dire di cento parti l'una
l'amore ch'eo porto a la vostra persona.
 
III
.
Selamore cheo uiporto. no(n)posso dire i(n)tutto. ualglami alcun bon motto. che p(er)
un fructo piace tutto unorto. Ep(er) un bon co(n)forto. si lascia ungran corrotto.
erritorna indosdocto. accio no(n)docto tale sperança porto. Ese alcun torto miue
dete ponete me(n)te auoi. chebella piu chep(er) argolglo siete. chesapete chorgolglo.
none gioia. mauoi co(n)uene. etutto quanto ueggio auoi sta bene.

 
.
Se l'amore ch'eo vi porto
non posso dire in tutto,
vaglami alcun bon motto,
che per un fructo - piace tutto un orto,
e per un bon conforto
si lascia un gran corrotto.
e ritorna in dosdocto
acciò non docto - tale sperança porto.
e se alcun torto mi vedete,
ponete mente a voi,
che bella più - che per argolglo siete;
che sapete
ch'orgolglo non è gioia, ma voi convene
e tutto quanto veggio a voi sta bene.
 
IV
.
E tutto qua(n)to ueggio mipare auenanteçe, som(m)a dibelleççe altre riccheççe.
negioia nondisio. Enulla donna ueggio caggia tante adorneççe chelle
uostre alteççe no(n) basseççe laonde innamor'io. Ese madon(n)a mia amasse io uoi.
euoi meue. sefosse neue foco miparria. e notte e dia etutta uia. mentra cha
ueraggio amore. e chi bene ama ritorda indolore.
 
.
E tutto quanto veggio
mi pare avenanteçe,
somma di belleççe;
altre riccheççe - né gioia non disio.
E nulla donna veggio
c'aggia tante adorneççe,
che le vostre alteççe
non basseççe -là onde innamorio.
E se madonna mia,
amasse io voi e voi meve,
se fosse neve - foco mi parria,
e notte e dia
e tutta via - mentra ch'averaggio amore;
e chi bene ama ritorda in dolore.
 
V
.
Nonso chomeo uiparo. ne chedime farete. ancider mipotrete. eno(n)mi trouer
rete chore uaro. Matutta uia duno airo cotanto mipiacete. emorto miue
dete.seno(n)maurete aluostro riparo. Alconforto dipietança cheincoççi alcore.
elgliocchi fore. piangano damança. edallegrança chonabondança. delo dolce
pianto lobel uisaggio bangni tutto quanto.

 
.
Non so chom'eo vi paro
né che di me farete;
ancider mi potrete
e non mi troverrete - chore varo
ma tutta via d'uno airo,
cotanto mi piacete;
e morto mi vedrete
se non m'avrete - al vostro riparo:
al conforto di pietança
che incoççi al core,
el gli occhi fore - piangano d'amança
e d'allegrança:
chon abondança – de lo dolce pianto
lo bel visaggio bangni tutto quanto.