Introduzione a uno studio su Bernart de Ventadorn in Internet

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Sono molte le informazioni circolanti in internet riguardo Bernart de Ventadorn. I materiali variano a seconda della provenienza del sito, dello scopo e del pubblico a cui esso si rivolge.

Obiettivo di questo lavoro è tracciare la figura del trovatore utilizzando il solo materiale presente in rete, definendo così, in maniera esaustiva e il più possibile completa, il modo in cui il web ha recepito e restituisce Bernart de Ventadorn. Lo studio è condotto attraverso un'analisi dettagliata di duecentoventuno siti internet, selezionati tramite un comune motore di ricerca (Google), utilizzando come parole chiave “Bernart de Ventadorn”.

Scopo ultimo del progetto è chiarire le modalità in cui sia possibile condurre uno studio filologico attraverso il web, scoprendo in quale misura la verità riguardo un argomento è viziata o promossa dalle informazioni circolanti nel cyber-spazio.

In linea generale nella maggior parte dei siti sono presenti cenni biografici sul trovatore e introduzioni di diversa ampiezza alla poetica trobadorica. Non mancano poi riproduzioni delle principali canzoni, in particolare Can vei la lauzeta mover (la più riportata in assoluto), Lo tems vai e ven e vire Non es meravelha s'eu chan, generalmente presenti nella forma tradotta e più raramente anche in lingua originale. É vero anche, però, che non sempre le canzoni sono riportate integralmente, infatti accade spesso di trovarne solo le prime strofe, fenomeno che si riscontra più di frequente nei siti rivolti a un pubblico di studenti fino alle scuole superiori e nei siti di informazioni generali su stampo enciclopedico, come Wikipedia, rivolti quindi a un pubblico il più ampio possibile.

Passando all'analisi dei (più rari) siti rivolti più propriamente agli addetti ai lavori le cose si stravolgono: gli accenni biografici spariscono e sono evitate anche le introduzioni all'arte del trobar, considerate in questo caso superflue, vediamo invece come il materiale esposto sia più semplicemente composto dalle canzoni, non più solo quelle maggiormente conosciute e non più solo nella forma tradotta. Generalmente questi siti riportano infatti i componimenti in lingua d'oc, talvolta in edizioni interpretative o più raramente diplomatiche, diplomatico-interpretative e critiche, con riferimento ai codici presi in esame, spesso con foto dei manoscritti stessi e talvolta con file audio che riportano l'interpretazione cantata della lirica in questione con musiche originali (quelle estratte dalla notazione neumatica presente nei codici). Di questa porzione di siti fanno parte quelli dedicati esclusivamente alla filologia, i blog di appassionati di Medioevo e più nello specifico di lirica trobadorica e i siti dedicati agli studenti universitari nel campo umanistico, spesso curati dalle stesse università o prodotto di laboratori filologici voluti dai diversi atenei.

Un ultimo accenno meritano le nuove piattaforme digitali, come i social e i siti di acquisti. Infatti è interessante notare come in siti quali Facebook, Youtube o Tumblr circoli materiale riguardante il trovatore. Su Facebook ad esempio, esistono pagine sulla lirica provenzale, nelle quali gli utenti si scambiano post di opinioni sui più noti trovatori e sulla loro poetica, condividono le loro canzoni e lasciano commenti sulle stesse. Su Youtube troviamo video delle canzoni di Bernart de Ventadorn, con raffigurazioni trovate nei manoscritti, immagini sacre, foto della provenza o talvolta con le riprese di concerti tenutisi per festival di musica medievale. Nel caso di Tumblr sono presenti invece post con citazioni di passi delle liriche, in questo caso solo nella forma tradotta.

Infine, un'analisi rilevante è quella dei siti per acquisti (Mondadori Store, Ibs, Amazon, Carocci Editore e altri ancora) e delle piattaforme in cui i testi sono consultabili on-line, come Google Books. Nel primo caso l'utilità del sito consiste nella possibilità data all'utente di venire a conoscenza di testi che trattano Bernart de Ventadorn e la lirica trobadorica e, al bisogno, di acquistarli. Nel secondo caso, Google Books risulta essere una grande risorsa non solo per mettere al corrente gli utenti dell'esistenza di testi riguardanti un dato argomento, ma soprattutto perché permette loro di sfogliare letteralmente il testo oggetto di interesse, senza doverlo per forza acquistare e in maniera gratuita oppure permettendo di scaricarlo in ebook e a poco prezzo, rivelandosi così una vera e propria alternativa alle biblioteche.