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Cansone di Notar giacomo |
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Cansone di Notar Giacomo |
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I
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[A] mor no(n) vuole chio clami. mer |
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Amor non vuole ch'io clami merçé c'on'omo clama,
né ch'io m'avanti c'ami,
c'ongn'omo s'avanta c'ama;
che lo servire c'on'omo
sape fare nonn à nomo,
e non è in pregio di laudare
e quello che sape ciascuno:
a voi bella tal dono
non vorria apresentare.
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II
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[P] erzo lamore mi(n)sengna. chio no(n) guardi alaltra gente. non uuol chio resenbli ascingna. co(n)gniuiso teneme(n)te p(er)zo don(n)a mia. auoi no(n) dima(n)deria. merze nepietanza. che tanti sono liamatori. cheste. sainta disauori. merze p(er) troppa usanza. . |
Per zo l'amore mi 'nsegna,
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III
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[O]ngni gioia che piu rara. tenu
te piu preziosa. ancora che no(n) sia cara. delaltre piu graziosa. ca seste orientale. lozafiroasai piu uale. edarneno diuertute. ep(er)zo nele merzede. lomio core no(n)na ciede. p(er)che luso lanuilute:· |
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Ongni gioia ch'è più rara, tenut'è più preziosa,
ancora che non sia cara
de l'altre più graziosa;
ca s'este orientale
lo zafiro asai più vale,
e dar meno di vertute:
e per zo nele merzede
lo mio core nonn aciede,
perché l'uso l'à 'nvilute.
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IV
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[I]nuiluto sono liscolosmini. di. quello tenpo ricordato. cherano sigai efini. nulla gioia no(n)ne tro uata. elle merze siano strecte. che nulla parte no(n)siano decte. p(er)che paiano gioie noue. Jnulla parte siano trouate. nedagliamadori chiamate. Jnfine che conpie a(n)ni noue. |
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'Nviluto sono li scolosmini di quello tenpo ricordato,
ch'erano sì gai e fini,
nulla gioia nonn è travata.
E lle merzé siano strecte,
che nulla parte non siano decte
perché paiano gioie nove;
I' nulla parte siano trovate
né dagli amadori chiamate
infine che conpie anni nove.
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V
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[S]enza merze potete sauere. bella lomeo disio. cassai meglio miue dete. chio medesmo no(n)mi ueo. Epero sauoi paresse. altro chessere no(n) douesse. p(er)louostro amore a uere. unque gioia no(n)cip(er)diate. cusì uolete amistate. Jnanzi uo ria morire :· |
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Senza merzé potete savere, bella, lo meo disio,
c'assai meglio mi vedete
ch'io medesmo non mi veo;
e però s'a voi paresse
altro ch'essere non dovesse
per lo vostro amore avere,
unque gioia non ci perdiate.
Cusì volete amistate?
Inanzi voria morire.
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