Revisione di Testo critico del Lun, 19/11/2018 - 19:31

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Meus amigos, querovos eu mostrar
com’eu querria ben da mia senhor;
e non mi valha ela, nen Amor,
nen Deus, se vos verdade non jurar:
“Ben querria que me fezesse ben,                          5
pero non ben u perdess’ela ren!”.

E máis vos direi: o que pod’e val
me non valha se querria viver
eno mundo, nen niun ben aver
dela, nen d’outren, se fosse seu mal:                     10
“Ben querria que me fezesse ben,
pero non ben u perdess’ela ren!”,

ca mi semelha cousa sen razon,
pois algun ome máis ama molher
ca sí nen al seu ben por seu mal quer.                   15
e por aquest’é ‘ssi meu coraçon:
“Ben querria que me fezesse ben,
pero non ben u perdess’ela ren!”.

3 non valla A 4 Nen tu(us) B 5 [...]en querria A: lettera miniata mancante 9 ne(n) hnn B 10 dotri A; dont(re)m B 13 [...]a mi A: lettera miniata mancante; consa B 17 [...]en querria A

 
 
v. 1: Correia in B legge meus annig(os), segnalando l’errore in apparato.
v. 4: Michaëlis non riporta l’errore in apparato. | Correia in B legge non uirar.
v. 9: posso supporre che il copista di B abbia trascritto in maniera erronea, per un banale errore ottico, la lezione che sul suo antigrafo doveva essere ne(n) hun; dunque, quello che oggi è per noi un errore sarebbe stato considerato, in presenza dell’antigrafo di B, soltanto una variante. Michaëlis in B legge nenhun; Machado nehnn.
v. 10: sia il codice A che il codice B tramandano una lezione errata. Ho ipotizzato anche in questo caso che il copista di B abbia copiato in maniera erronea, per un banale errore ottico, la lezione che sul suo antigrafo doveva essere out(re)m; dunque, quello che oggi è per noi un errore sarebbe stato considerato, in presenza dell’antigrafo di B, soltanto una variante. Preferisco emendare ed editare la lezione di B dal momento che quella di A è attestata nella lirica profana galego-portoghese solo grazie a questo componimento di J. S. Coelho e al 79,48 v. 4. (Cfr. http://glossa.gal/glosario/busca?texto=outri). Michaëlis e Correia, al contrario, scelgono di emendare ed editare la lezione trasmessa dal manoscritto A: o<u>tri. Inoltre Michaëlis su B legge doutren; Machado doutrem.
v. 13: nel manoscritto A la prima lettera del verso non è chiaramente leggibile: potrebbe essere una e o una c. Nell’incertezza ho ritenuto opportuno accogliere a testo la lezione di B Ca che offre al verso un significato ammissibile. Michaëlis, Machado e Correia leggono l’iniziale del verso sul codice A una e, infatti sia Michaëlis che Correia preferiscono editare: E a mi semelha cousa sen razon. Correia giustifica la propria scelta affermando che “A inicial deste verso em B corresponde a um "C" ("Ca mi"), embora alguns traços pouco característicos possam denunciar alguma hesitação na leitura de uma inicial no antecedente”. Inoltre dichiara di aver incontrato la formula a mi semelha in un testo in prosa di una sentenza e nel componimento Que grave coyta que m[e] é dizer di Martim Moxa. | Michaëlis non segnala l’errore consa in apparato.
v. 15: Michaëlis emenda la lezione concorde di entrambi i manoscritti: se ben por seu mal (A, B: seu ben). L’emendamento non mi sembra necessario poiché, come spiega anche Correia:
“a lição dos manuscritos faz sentido enquanto generalização sentenciosa do que é dado no refrão como particular (assim como o sujeito não quer receber "ben" à custa de qualquer perda da senhora, também lhe parece estranho que algum amante queira o seu próprio bem à custa de qualquer mal para a mulher amada). Os pronomes teriam, portanto, correspondência exacta no verso anterior ("algum ome mais ama molher /... seu ben [do ome = bem-fazer da mulher] por seu mal [da molher] quer")”.
v. 16: Correia in B legge men coraçon, segnalando l’errore in apparato.