Edizione diplomatico-interpretativa

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I
ORa tornate jnusanza buona giente. diblasimare lomale quando sifacie. seno il
monddo perira soui jmpresente. tanto abonda lagiente fallacie. Chetutora
grana delifrutti rei. uostro socorsso sia sanza fallanza. acio che delomale fare sia dottan
za. chenomperischano liboni p(er)lirei.
Ora tornate jn usanza, buona giente,
di blasimare lo male quando si facie,
se no il monddo perirà jm presente,
tanto abonda la giente fallacie
che tutora grana de li frutti rei.
Vostro socorsso sia sanza fallanza,
a ciò che de lo male fare sia dottanza,
ché nom perischano li boni per li rei.
II
Lobiasimo date come siconuene. edintendere vna grande falssitate. chema fatto una don(n)a
chui seruente. ilmio core estato jnmolta lealtate. Mostrandomi damore piu domo nato.
fallito maue p(er)altro amadore. ondio midolgio chemsiuano core. lungo temppo lomjo(1) amo
re odato.
Lo biasimo date comʹè si convene;
ed intendere una grande falssitate
che mʹa fatto una donna, chui servente
il mio core è stato jn molta lëaltate:
mostrandomi dʹamore più dʹomo nato,
fallito mʹave per altro amadore:
ondʹio mi dolglio che ʹm sì vano core
lungo temppo lo mjo amore o dato.
III
Agiuda bene laposso asumilgliare. chebasciando jnganno nostro sengnore. mai nessuno
om(m)o nomsi puo guardare. da quelli cheuuole jngan(n)are conamore. Vergilio chera
tanto sapiente. p(er)falsso amore sitrouo jngannato.  cosi fosse ongne amante uendichato.
comesi uendico delaffallente.
A Giuda bene la posso asumilgliare
che basciando jngannò Nostro Sengnore;
mai nessuno ommo nom si può guardare
da quelli che vuole jngannare con amore.
Vergilio, chʹera tanto sapïente,
per fasso amore si trovò jngannato:
così fosse ongne amante vendichato
comʹè si vendico de la ffallente!
IV
Sema fallito nomposso fare altro. jo nomsono loprimero chui auengna. salamone jn
gannato fue nonchaltro. chera del senno lapiu som(m)a jnsegna. Alagrande uendetta
mirichiam(m)o. p(er)chio spero dauere grande comfortto. guiderdonato chima fatto tortto.
piu creuemente chenonfue adamo.
Se mʹa fallito, nom posso fare altro;
jo nom sono lo primero chui avengna:
Salamone jngannato fue, non chʹaltro,
chʹera del senno la più somma jnsegna.
A la grande vendetta mi richiammo,
perchʹio spero dʹavere grande comfortto,
guiderdonato chi mʹa fatto tortto
più crevemente che non fue Adamo.
V
Tutto zo chema fatto lamia jntenza. era ueduta cosa chesarebe. pero quando ella
fecie fallenza. aloprimiero sengnore chedella ebe. Nolconosciea tantera compreso.
jngan(n)omi lamore come sansone. cheuide quello p(er)mante stasgione. chepotea bene
credere come fue preso.
Tutto zo che mʹa fatto la mia jntenza
era veduta cosa che sarebe:
però quando ella fecie fallenza
a lo primiero sengnore ched ella ebe,
no˙l conosciea, tantʹera compreso:
jngannòmi lʹamore come Sansone,
che vide quello per mante stasgion
che potea bene credere come fue preso.

NOTE:
1) In V, j corregge una o.