Allegrosi cantari,
molta merzé vi chero,
ché mi' facc<i>a dimossa,
se de li mie' vi faccio guerïanza,
che, s'io li fo contrari 5
d'esta guisa, per vero
altri l'ave comossa
in me questa gran disaventuranza.
Voria ben per mio grato
fiorire in altro frutto, 10
ma simile disdotto
che 'l zezer fa bernare
mi 'l fa, ed i<n> cantare
com'egli terminar vo' la mia vita.
Esta stagion non vene 15
che mi doni conforto;
di tai cantar' non fino
come zigola infin che morte prova:
ma la fenice avene
che per morte entra in porto 20
molto gioioso e fino,
e <per> zo è che sé tanto rinova:
ond'io morir voria
sanza dimora avere,
s'io dovesse tenere 25
simigliante natura:
ma Deo de la ventura
prego che deami a savere la possa.
Sì ho ferma credenza
che lo mio nascimento 30
fosse in mala pianeta,
che 'l mi' prego tegn'<i>o nave afondata;
e lunga soferenza
di gravoso tormento
in ciò creder m'aqueta; 35
poi che nulla nonn-è per distinata
e tut<t>o ben vi sta,
grave pena sofèro:
ma cagione fa fero
foco de l'aqua uscire: 40
perzò non m'è da dire
ch'io falli, s'a cotal ramo m'aprendo.
Ben è, la mia, gran doglia:
ch'io non posso guerire,
se quei che m'ha feruto 45
non mi sana com' Pelëùs sua lanza;
e diamante sua voglia
paremene a sentire,
ch'al cor mi stea l'aguto
ch'entro gli ha messo la sua disianza. 50
<. . . . . . . . . . . . . . . .>
è lo mal che me mosse,
come d'ugel che fosse
la sua vita cazzato:
però son disperato, 55
non credo mai sentire gioia d'amore.
Non credetti svenire
com'io sono svenuto
tanto crudelemente,
tant'era alto per la vertù d'amore 60
ben era, a lo ver dire,
fiorin d'oro venuto
d'amor, cui son servente:
prendea di lui tutora il frutto e 'l flore:
ca simile m'avene 65
ch'a˙lLuzefer legato,
che tut<t>o il suo gra<n> stato
perdé 'n un movimento.
D'esto dir non m'allento:
che 'n cotal porto provi chi 'l mi dène. 70