Revisione di Edizione diplomatico-interpretativa del Mer, 30/06/2021 - 16:52

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I
Assai mera posato. dino(n)uoler chantare. credendo ricielare. labenena(n)za
elamoroso stato. p(er) non(n)a dimostrare. laoue sono tuto dato. nonmi fo
sse furato. dalchuno maluasgio p(er)lomio parllare. ORma sipreso amo
re. chemifa disuelgliare. lodolze membrare. chaio delosapore. faro
chanzone difina rinmembranza. poi chio sono tuto nelasua posanza.
Assai mʹera posato
di non voler chantare,
credendo ricielare
la benenanza e lʹamoroso stato,
per nonn-adimostrare
là ove sono tuto dato,
non mi fosse furato
dalchuno malvasgio per lo mio parllare.
Or mʹa si preso amore,
che mi fa disvegliare
lo dolze membrare
chʹaio de lo sapore:
farò chanzone di fina rinmembranza,
poi ch’io sono tuto ne la sua posanza.
II
Amore maue jmpodere. distretto jmsua ballia. alasua sengnoria. piu chaltra
mempiaciere. noncredea pare auere. neche damore piusia. fosse chio nauia.
jnmio podere. Mapoi p(er)seuerando. maffatto conosciente. chio locredea neiente.
apo chio trouo amando. loprimo elmezo fue neiente adire. apo lafine tante lo
gradire.
Amore mʹave im podere,
distretto im sua ballia
a la sua sengnoria:
più ch’altra mʹè ʹm piacere.
Non credea pare avere                                           Forse (per)ch'io n'avia
né che d’amore più sia.                                         (cotanto) in mio podere,
Fosse ch’io n’avia                                                 non credea pare avere
in mio podere.                                                      né che d'amor più sia.
Ma poi, per severando,
m’a ffatto conosciente
ch’io lo credea neiente
apo ch’io trovo amando;
lo primo e ʹl mezo fue neiente a dire
apo la fine, tantʹè lo gradire.
III
Amore sedio ualesse. quanto ualere uoria. otuta fosse mia. latera quanta sene
posedesse. neiente miparia. si dallui nolauesse. op(er)lui latenesse. tanto mipare
gioiosa gentilia. Calprimo quando amai difolle amore miprese. orsono damo
re cortese. piu chio. non coninzai. edamo lamia don(n)a jnueritate. almonddo sa
gia eferma jndietate.
Amore sed io valesse
quanto valere voria
o tuta fosse mia
la tera, quanta se ne posedesse,
neiente mi paria,
sʹiʹ da˙ llui no l’avesse
o per lui la tenesse,
tanto mi pare gioiosa gentilia.
Ch’al primo quando amai di folle amore mi prese;             Ch'al primo quando amai        
or sono d’amore cortes                                                  di folle amor mi prese;
più ch’io                                                                        or sono d'amore cortese
non coninzai,                                                                 più ch'io non coninzai
ed amo la mia donna in veritate
al monddo sagia e ferma in dietate.
IV
Quatro sono laulimenta. congni animale mantene. edinuita litene. onde cia
schuno p(er)se uisacontenta. latalpa jnterra abene. aleche jnagua abenta. cha
lameone diuenta. la salamandra jmfoco simantene. Edio sono animale dicio
vita nomprendo. ma purdamore seruendo crescie mio bene esale. chamore
elamia donna elcore mio. sono una cosa ean(n)o uno disio.
Quatro sono l’aulimenta
c’ongni animale mantene
ed in vita li tene,
onde ciaschuno per sé vi s’acontenta:
la talpa in terra a bene
àlache in agua abenta,
chalameone di venta,
la salamadra im foco si mantene.
Ed io sono animale dicio vita nom prendo,                   Ed io sono animale,
ma pur d’amore servendo crescie mio bene e sale:      di ciò vita non prendo,
ch’amore e la mia donna e ʹl core mio                         ma pu d'amor servendo
sono una cosa e anno uno disio.                                cresce mio bene e sale:
                                                                               ch'amore e la mia donna e 'l core mio
                                                                               sono una cosa e hanno uno disio.
V
Mja chanzone dubidenza. edigrande giechimento. va laove ilpiacimento
presgio edaunore tuto uisagienza. ediui elcompimento dituta laualenza. sen
za nesuna jntenza. laoue lamia donna fa dimoramento. Dille chemi p(er)doni sa
gio fallato jndire. chio nomposso courire. chio dillei noragioni. chamore e
dessa maffatto credente. che piu gioia cheilloro nomsia neinete.
Mia chanzone dʹubidenza
e di grande giechimento,
vaʹ la ove i piacimento: presgio ed aunore tuto vi sʹagienza,       va' la ov'è il piacimento:
ed ivi è ʹl compimento di tuta la valenza                                   pregio ed aunore tutto vi s'agenza,
senza nesuna intenza;                                                           ed ivi è 'l compimento
là ov’è la mia donna fa dimoramento:                                       di tutta la valenza
dille che mi perdoni s’agio fallato indire,                                   senza nesuna intenza;
ch’io nom posso covrire                                                          là ov'è mia donna fa dimoramento:
ch’io di llei no ragioni:                                                             dille che mi perdoni
ch’amore ed essa m’a ffatto credente                                       s'aggio  fallato in dire,
che più gioia che illoro nom sia neiente.                                   ch'io non posso covrire
                                                                                            ch'io di lei no ragioni:
                                                                                            ch'amore ed essa m'ha ffatto credente
                                                                                            che più gioia che i llor non sia neiente                                                               

NOTE:
1)
Molto significativa è l’attenzione di Aldo Menichetti per lo schema metrico delle canzoni che lo porta sovente a distaccarsi dalla numerazione dei versi dei singoli componimenti rispetto all’originale manoscritto e a segnalare eventuali asimmetrie ed irregolarità rispetto alla norma versificatoria. Alla destra della diplomatico-interpretativa si riportano eventuali differenze del testo di Menichetti nella disposizione dei versi rispetto all'originale manoscritto.

2) Nell’edizione critica di Menichetti la coppia di versi 19-20 è posposta alla 21-22. L’editore ha segnalato in apparato l’ordine originale presente nel manoscritto Vaticano Latino 3793.Alla destra della diplomatico- interpretativa sono stati riportati i versi come disposti nell'editore.