Chiaro Davanzati: Rime, a cura di Aldo Menichetti

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Or tornate in usanza, buona gente,
di blasimar lo mal quando si face,
se no il mondo perirà in presente,
tanto <ci> abonda la gente fallace
che tutor grana de li frutti rei.                                                                         5
Vostro socorso sia sanza fallanza,
a ciò che de lo mal far sia dottanza,
ché non periscan li bon' per li rei.
 
Lo biasmo date com'è convene<nte>;
ed intendete una gran falsitate                                                                      10
che m'ha fatto una donna, cui servente
mio core è stato in molta lëaltate:
mostrandomi d'amar più d'omo nato,
fallito m'ave per altro amadore:
ond'io mi doglio che 'n sì vano core                                                             15
lungo tempo lo mio amore ho dato.
 
A Giuda ben la posso asumigliare
che baciando ingannò Nostro Segnore;
mai nessuno omo non si può guardare
da quei che vuole ingannar con amore.                                                        20
Vergilio, ch'era tanto sapïente,
per falso amore si trovò ingannato:
così fosse ogne amante vendicato
com'e' si vendicò de la fallente!
 
Se m'ha fallito, non posso fare altro;                                                            25
io non son lo primero cui avegna:
Salamone ingannato fue, non ch'altro,
ch'era del senno la più somma insegna.
A la grande vendetta mi richiamo,
perch'io spero d'aver grande conforto,                                                        30
guiderdonato chi m'ha fatto torto
più grevemente che non fue Adamo.
 
Tutto zo che m'ha fatto la mia intenza
era veduta cosa che sareb<b>e:
però quando ella fece <sua> fallenza                                                           35
a lo primiero segnor ched ella eb<b>e,
no˙l conoscea, tant'era compreso:
ingannòmi l'amor come Sansone,
che vide quello per mante stagione
che potea bene creder com' fue preso.                                                        40