Brunetti 2008

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I

La dolce cera piacente
e li amorosi sembianti
lo cor m'allegra e la mente
quando le sono davanti.
Sì volentieri la veio
quella cui ëo ami,
la bocca ch'ëo basai
ancor l'aspetto e disio.

II

L'aulente bocca e le menne
de lo petto le toccai,
a le mie bracia la tenne;
basando m'adomandai:
«Messere, se ve n'ate a gire,
non faciate adimoranza,
che non è bona usanza
lassar l'amore e partire.»

III

Alotta ch'eo mi partivi
e dissi: «A Deo v'acomando!»,
la bella guardò inver' mevi
sospirando e lagrimando.
Tant'erano li sospiri
ch'a pena mi rispondea
e la dolce donna mia
non mi lassava partire.

IV

Io no fuivi sì lontano
che 'l mio amor v'obriasse
né non credo che Tristano
Ysaotta tanto amasse.
Quando veggio l'avenente
infra le donne aparere,
lo cor mi trae martiri
e ralegrami la mente.