Testo e traduzione

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    Testo Bédier 1938
 
 
I.
 
 
 
5
 
 
 
 
10
 
 
Ancontre le tens novel                                  
Ai le cuer gai et inel
A termine de Pascor;
Lors veul faire un triboudel,          
Car j'ain mult tribu martel,             
Brut et bernaige et baudor,           
Et, quant je suis en chaistel          
Plain de joie et de rivel,                 
Lai veul estre et nuit et jor.          
Triboudaine et triboudel!             
Deus confonde le musel               
Ki n'aime joie et baudor! 
All’arrivo della nuova stagione
Ho il cuore gioioso ed entusiasta
Nella stagione della Pasqua;
allora voglio fare un
triboudel,
Poiché amo molto la festa grande,
il fragore, l’assemblea di nobili e la baldoria,
E, quando mi trovo nel castello
pieno di gioia e di allegrezza,
voglio stare lì notte e giorno.
Triboudaine e triboudel!
Che Dio confonda l’ozioso 
Che non ama né la gioia né la baldoria!
      
 II.
 
15
 
 
 
 
20
 
 
 
 
De toute joie m'est bel,
Et quant j'ai lou flàihutel
Soneir aveuc la tabor,                     
Damoiselles et donzel                   
Chantent et font grant rivel,           
Chascuns ait chaipel de flour,        
Et verdure et brondelz                    
Et li douls chans des oixels           
Me remet en grant badour.
Triboudainne, triboudel!
Plux seux liés, per saint Marcel!
Ke teils ait chaistel ou tour. 
Mi compiaccio di tutti i diletti,
e quando ascolto il flauto
Suonare con il tamburo,
Damigelle e donzelli 
Cantano e fanno un gran tumulto,
Ciascuno ha una corona di fiori,
Ed erbe e ramoscelli 
E il dolce canto degli uccelli
Mi rimette in grande allegrezza.
Triboudaine e triboudel!
Per San Marcello, sono più lieto io
Che il tale che ha un castello o una torre.
     
III.
 
 
 
 
30
 
 
 
 
35
 
Ki bien broiche lou poutrel
Et tient l'escut en chantel
A comencier de l' estor
Et met la lance en estel,                 
Por muelz vancre lou sembel
Vait asembleir a millour,
Cil doit bien avoir juel
De belle dame et anel,                    
Per druerie s'amor.
Triboudainne, triboudel,
Por là belle a chief blondel,
Ki ait frexe la color! 
Colui che incita bene il puledro
E tiene lo scudo in obliquo       
All’avvio dello scontro
E mette la lancia in posa
Per meglio vincere l’assalto
Va ad affrontare il migliore,
questi riceverà giustamente un gioiello e un anello
dalla bella signora,
e per cortesia, il suo amore.
Triboudaine e triboudel!
Per la bella dalla chioma bionda
Che ha fresca la pelle!
     
 IV.
 
 
40
 
 
 
 
45
 
 
 
Teilz amesce en un moncel  
Mil mairs et fait grant fardel
Ki vit a grant deshonor:
Jai n'en avra boen morcel                
Et diauble en ont la pel,
Cors et aime sens retor.
Por ceu veul jeu mon mantel
Despandre tost et inel                      
En bonne ville a sejor.
Triboudainne, triboudel!
K'i valt avoirs en fardel,
S'on nel despent a honor? 
Un tale accatasta in un monticello
Mille marchi e ne fa un gran malloppo,
Costui vive con grande disonore:
Mai avrà un buon boccone
E i diavoli ne hanno la pelle,
Corpo ed anima senza ritorno.
Per questo voglio giocare il mio mantello
Spendere tutto e subito 
In soggiorno in una bella città.
Triboudaine e triboudel!
A che vale avere un malloppo,
Se non è speso con onore?
     
V.

 
 
 
 
55
 
 
 
60

Quant je la tieng ou praiel
Tout entor clos d'airbrexels
En esteit a la verdour
Et j'ai oies et gaistel,                         
Pouxons, tairtes et porcel,
Buef a la verde savor,
Et j'ai lou vin en tonel,
Froit et fort et friandel,                       
Por boivre a la grant chalor,            
Muels m'i ain k'en un baitel
En la mer en grant poour.
Quando la stringo sul praticello
Tutt’intorno chiuso da alberelli 
D’estate nella vegetazione
E possiedo oche e il dolce,
Pesci, torte e porcello,
Manzo alla salsa verde,
E ho il vino nell’otre
Freddo, vigoroso e odoroso,
Da bere per la grande calura,
Sto meglio che in un battello
In mare con grande paura.
 
 
Triboudainne, triboudel !                    
Plux ain le jeu de praiel
Ke faire malvaix sejor.
Triboudaine e triboudel!
Amo più il gioco del praticello
Che fare un cattivo riposo.