Edizione diplomatico-interpretativa

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Lamia granpena elo grauoso afanno.
colungiamente p(er)amore patuto.
mado/ 
nna lo man gioia ritornato.
pensando laue nente dimio dan(n)o.
insua merze/ 
maue ricieputo.
elosofrire male ma meritato;

chella madato. tanto bene/ ​auere.
chelo sofrire. molta malenanza.
giubriato euiuo inallegranza.

La mia gran pena e lo gravoso afanno 

c’ò lungiamente per amore patuto, 

madonna lo m’à n gioia ritornato.                                    Pensando lavenente di mio danno, 

in sua merze m’avricieputo, 

e lo sofrire male mà meritato: 

chella mà dato tanto bene avere 

che lo sofrire molta malenanza                                   

agi ubriato, e vivo in allegranza.     

Allegro sono catale sengnoria.
agio aquistata p(er) male soferire.
inquella chedamare/ 
nonuao ciessando.
cierto a grantortto lomale blasmeria.
cheperuno male agio/ 
uisto auenire.
poco dibene andare amelgliorando.
e
datardando. p(er) molto adasti/​are.
ungranda fare. tornare aneiente.
chiuole amare deuessere ubidente.

Allegro sono, ca tale sengnoria 

agio aquistata, per male soferire, 

in quella che damare non vao ciessando. 

Cierto a gran torto lo male blasmeria,                       

che per uno male agio uisto avenire 

poco di bene andare amelgliorando, 

ed atardando per molto adastiare                             

un grandafare tornare a neiente.                                   

Chi vole amare dev’essere ubidente. 

Ubidente sono stato tutauia.
edo seruuto adesso coleanza.
allasourana dicono/
scimento.
quella chelomeo core distringiẹa.
edora ingioia damore mina/
uanza.
soferendo agio auuto compimento;
 
Ep(er)uno ciento. maue piu disauore.
lo/ 
bene camore. mifacie sentire.
p(er)logrande male chema fatto sofrire.

Ubidente sono stato tutavia, 

ed ò servuto adesso co leanza 

a la sovrana di conoscimento,                            

quella che lo meo core distringia,                        

ed ora in gioia damore mi navanza.                  

Soferendo agio avuto compimento, 

e per uno ciento m’ave più di savore                      

lo bene c’Amore mi facie sentire 

per lo grande male che mà fatto sofrire. 

Semadonna maffatto sofrire.
p(er)gioia damore auere compimento.
pene e/ 
traualglia bene mameritato.
poi challei piacie ame bene de bene de piaciere./ 
chendagio auuto cotanto uallimento.
sourongne amante maue piu norato; 

ca/ gio aquistato. damare lapiu sourana. chesemorgana. fosse infralagiente.
inue/ 
​ro madon(n)a nonparia neiente.

Se madonna m’à ffatto sofrire
per gioia d’amore avere compimento,
pene e travalglia bene m’à meritato.
Poi ch’a llei piacie a me bene de piaciere,
che nd’agio avuto cotanto vallimento:                   
sovrongne amante m’ave più norato            
c’agio aquistato d’amare la più sovrana,
che se morgana fosse infra la giente
invero madonna nom paria neiente.                          

 

Neiente uale amore sanza penare.
chiuole amare conuiene male patire.
onde/ 
mille mercie nagia lo male.
chema fatto intanto bene montare. chienon(n)agio/ 
infralagiente ardire.
didire lagioia oue ilmicore sale; 

ordunque uale melglio di/ poco auere.
che sentire. troppo bene alastasgione.
p(er)troppo bene diuenta/ om(m)o 
fellone.

Neiente vale amare sanza penare: 

chi vole amare conviene male patire, 

onde mille mercie nagia lo male 

che mà fatto in tanto bene montare,                 

chio nonn agio infra la giente ardire 

di dire la gioia ove il mio core sale. 

Ordunque vale melglio di poco avere 

che sentire troppo bene a la stasgione: 

per troppo bene diventa omo fellone.