Giudice Ubertin, in catun fatto
ove pertegno voi, ver sor guittone;
quanto tegno del saver vostro matto,
son folle forte e ho rea condizione
e perdo loco, dove solo accatto,
come deseguo voi, religione.
Ahi, che non servo a Dio giustizia e patto
(e onne impeterebbe orazione!)
como voi di forzo e di savere
e d'onta, che neente è nigrettosa,
servite al mondo e dimandate avere
e per molta leggera e venal cosa
vi date tutto e, potendo apparere
sembra soave voi cosa noiosa!
[c.156 v]
Questela risposta che mando frate Guitto(n)e a giudice Vbertino detto. G iudice Vbertino inciascu(n) facto· doue p(er)tengoni(n) uoi versomguittone· quanto tegno del sauer uostro mat to· sonfolle forte inrea conditione· ep(er)do inloco douee solo acatto· come disegno uoreligione· keno(n) seruate adio giustitia etpatto· oue interpetri oratione. |
Chom(m)e uoidiforza edisauere· e donta kenie(n)te enighit- tosa· seruite almondo edimandate auere· Etper molta leggera etuenalcosa· uidate tutto in pote(n)do parere· sembra soaue uoi cosa noiosa· |
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