Asai me placeria se zo fosse chamore auesse in se sentore di en tendere e daudire. cheo li remenbreria cum om fa seruitore perfet to a suo signore per luntano seruire. e fariali sauire lo mal deche non oso lamentare a quella che l meo cor non po obliare amor non uezo e de lei so temente per che meo male adesso e plu pongente |
Amor sempre mi uede et am en suo podire meo no posso uedire sua propria figura. e so ben di tal fede che samor po ferire che ben puote guarire secondo sua natura. e zo e che masegura per cheo mi dono a la sua uolontade\come ceruo cazato plu fiate che quanto lomo li crida plu forte torna en uer lui non dubitando morte. |
Non deueria dotare damor uerazemente poi lial hubidiente y li fuy da quel corno. chel me seppe mostrare la zoi che senpre o mente che ma distrettamente tutto ligato intorno. come fa lunicorno duna punce la uerzene ditata che da li cazatori amaistrata de la qual dolzemente se ynamora si che lo liga e non se ne da cosa. |
Da poi meffe ligato li soi oghi e rise si cha morte me mise come lo basalisco. chancide che gle dato cum soi oghi mancise la mia me(n) te cortise moro e poi reuiuisco. oy deo en che forte uisco me par che sian prese le mie ale che uiuer ne morire no mi uale cum omo chen mar se uede perire poi canperia potesse in terra zire |
Terra mi fora porto de uita e seguranza ma merzede e dottanza |
Asai me placeria se zo fosse chamore auesse in se sentore di en tendere e daudire. cheo li remenbreria cum om fa seruitore perfet to a suo signore per luntano seruire. e fariali sauire lo mal deche non oso lamentare a quella che l meo cor non po obliare amor non uezo e de lei so temente per che meo male adesso e plu pongente |
I.
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Amor sempre mi uede et am en suo podire meo no posso uedire sua propria figura. e so ben di tal fede che samor po ferire che ben puote guarire secondo sua natura. e zo e che masegura per cheo mi dono a la sua uolontade come ceruo cazato plu fiate che quanto lomo li crida plu forte torna en uer lui non dubitando morte. |
II.
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Non deueria dotare damor uerazemente poi lial hubidiente y li fuy da quel corno. chel me seppe mostrare la zoi che senpre o mente che ma distrettamente tutto ligato intorno. come fa lunicorno duna punce la uerzene ditata che da li cazatori amaistrata de la qual dolzemente se ynamora si che lo liga e non se ne da cosa. |
III. |
Da poi meffe ligato li soi oghi e rise si cha morte me mise come lo basalisco. chancide che gle dato cum soi oghi mancise la mia me(n) te cortise moro e poi reuiuisco. oy deo en che forte uisco me par che sian prese le mie ale che uiuer ne morire no mi uale cum omo chen mar se uede perire poi canperia potesse in terra zire |
IV.
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Terra mi fora porto de uita e seguranza ma merzede e dottanza me restrigne e fa muto. Da poi mi sono acorto damar chi no maua(n)za e per lunga speranza lo zudeo e perduto. ma seo non aza auito damor che meffe meso en sua presone non so que corte mi faza rasone che sel mancha cului unde omo spera zascuna peste soprazonze entera |
V.
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Assai miplageria. seccio fosse chamore. auesse inse sentore. dintendere didire. Cheo liri menbreria. como fa seruidore. p(er)fi ate asiuo segnore. meo lontano s(er) uire. Efariali asauire. lomale un dio no(n)mozo lamentare. acquella chelmeo cor no(n)po obbriare. Mam or no(n)ueo. eteo neson temente. p(er) chelmeo male adesso eppiu pu(n)ge(n) te. |
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Amor senp(re) miuede. ea min suo podere. cheo no(n) posso uedere. sua propria figura. Cheo son ben ditale fe de. poicamor po ferire. credo possa o guarire. segondo sua natura. Cio sé e chemassigura. cheo son tutto alasua signoria. como ceruio in calciato mante uia. Che qua(n)do lo mo losgrida piu forte. torna uer lui nondubitando morte. |
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Non douerea dottare. amoruera cemente. poi leale ubidente. li fui daquello giorno. Chemi seppe mos trare. Lagioi chesenp(re)o(n)mente. chem a distrettamente. tutto legato in torno. Siccome lunicorno. diuna pulcella uergine innaurata. cheda licacciatori eamaestrata. delaqual dolcemente sinnamora. sichelole gha eno(n)sene dacura. |
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Poi chemappe ligato. also gliocchi esorrise. sicha morte mimise. como lobadalisco. Chalcide cheglie dato. cogliocchi soi malcise. La mia mo(r) te cortise. cheo moro epoi riuisco. Deo cheforte uisco. mepare che ssia prezo alemie ale. cheluiue re elmorire no(n)mi uale. comomo inmare siuede perire. eca(m)pare po tessen terra gire; |
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Terra mifora porto. Diuita sigu ransa. poi mercededottansa. mi distringie eson muto. Cheo mene sono accorto. damor chennomau ansa. poi p(er)lunga aspettansa. lo giudeo ep(er)duto. Sseo nonaggio aiuto. damor chemaue etene in sua p(re)gione. no(n)so ache corte dima(n) di ragione. farraggio como lo pe netensiale. chespera bene soffere(n) do male. |
Assai miplageria. seccio fosse
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I. Assai mi plageria se ciò fosse, c’amore avesse in sè sentore d’intendere, di dire ch’eo li rimenbreria como fa servidore per fiate a siuo segnore meo lontano servire. E fariali a savire lo male un Dio non m’ozo lamentare a quella che ‘l meo cor non po’ obbriare. M’amor non veo et eo ne son temente per che ‘l meo male adesso è più pungente;
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Amor senp(re) miuede. ea min suo podere. cheo no(n) posso uedere. sua propria figura. Cheo son ben ditale fe de. poicamor po ferire. credo possa o guarire. segondo sua natura. Cio sé e chemassigura. cheo son tutto alasua signoria. como ceruio in calciato mante uia. Che qua(n)do lo mo losgrida piu forte. torna uer lui nondubitando morte.
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II. Amor senpre mi vede e ha mi ‘n suo podere ch'eo non posso vedere sua propria figura. Ch’eo son ben di tale fede poi c’amor po’ ferire credo possa o guarire segondo sua natura. Ciò s'è che m’assigura ch’eo son tutto a la sua signoria como ceruio incalciato mante uia Che, quando l’omo lo sgrida piu forte, torna ver lui non dubitando morte. |
Non douerea dottare. amoruera
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III. Non doverea dottare amor veracemente poi leale ubidente li fui da quello giorno. Che mi seppe mostrare la gioi che senpre ho ‘n mente che m’ha distrettamente tutto legato in torno. Sì come l’unicorno di una pulcella vergine innaurata che da li cacciatori è amaestrata de la qual dolcemente s’innamora sì chè lo lega e non se ne dà cura.
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Poi chemappe ligato. also gliocchi
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IV. Poi che m’appe ligato alsò gli occhi e sorrise sì c’a morte mi mise como lo badalisco. C’alcide che gli è dato co gli occhi soi m'alcise. La mia mort’è cortise. ch’eo moro e poi rivisco Deo, che forte visco me pare che sia prezo a le mie ale che ‘l vivere e ‘l morire non mi vale com’omo in mare si vede perire e campare potesse ‘n terra gire;
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Terra mifora porto. Diuita sigu ransa. poi mercededottansa. mi distringie eson muto. Cheo mene sono accorto. damor chennomau ansa. poi p(er)lunga aspettansa. lo giudeo ep(er)duto. Sseo nonaggio aiuto. damor chemaue etene in sua p(re)gione. no(n)so ache corte dima(n) di ragione. farraggio como lo pe netensiale. chespera bene soffere(n) do male.
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V. Terra mifora porto di vita siguransa poi mercede dottansa mi distringie e son muto. Cheo me ne sono accorto d’amor che no m'avansa poi per lunga aspettansa lo giudeo è perduto. Ss’eo non aggio aiuto d’amor che m’ave e tene in sua pregione. non sò a che corte dimandi ragione farraggio como lo penetensiale che spera bene sofferendo male.
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Assai mi placieria. secio fosse camore. auesse jmse sentore. dintendere edaudire. chio liri menbreria. comefa lseruidore. p(er) fiate asuo sengnore. mea lontano seruire. efariali assauere. lomale dichio nonmoso lamantare. diquella chelmiocore nompo ubriare. lamore n(on) uegio edio lasso temente. p(er) che nelmale adesso piu pungente. |
Amore sempre miuede. edami Jm suo podere. eo nomposso uedere. suap(ro)pia figura. maso bene atale fede. poi camoroso udire. chelli possa guerire. secondo sua natura. cioe che masichura. p(er) chio mi dono alasua uoluntate. come cierbio cacciato mante fiate. che quando lomo lo sgrida piu forte. torna uerllui nondubitando morte. |
Nondoueria dottare. damore ueracemente. poi leale ed ubidente. lifu diquello giorno. che miseppe mostriare. lagioia chesempramente. chema distrettamente. tutto legato jntorno come fa lunjcorno. uno donzella uergine dorata. chedalicacciatori e amaestrata. la quale dolzemente linamora. sichelolega equelgli nonde chura. |
Poi chemebe legato colgliochi sorise. si camor mimise. come lbasalischo. chucide che glie dato colgliochi mocis. lamia morte cortese. che moro epoi riuisco. odio cheforte uisco. mipare chesiano messe alemiale. cheuiuere nomorire nonmiuale. como (o)mo chen mare uedesi perire. ecamperia potesse Jnterra gire. |
miforanportto. diuita esichuranza . emercie condottanza. miristorna e famuto. ma p(er) chisia acortto. damore chenomauanza chep(er)lungastetanza elo guideo p(er)duta. Massio non nagio aiuto. damore che mitengna jnquesta pregione. nomso checortte mitene rasgiona efara gio como penetenziale che spera bene soferendo male |
Assai mi placieria. secio fosse camore. auesse jmse sentore. dintendere edaudire.chio liri menbreria. comefa lseruidore. p(er) fiate asuo sengnore. mea lontano seruire. efariali assauere. lomale dichio nonmoso lamantare. diquella chelmiocore nompo ubriare. lamore n(on) edio uegio lasso temente. p(er) che nelmale adesso piu pungente. |
I. Assai mi placieria se ciò fosse c’Amore avesse im sè sentore d’intendere e d’audire: ch’io li rimenbreria, come fa il servidore per fiate a suo sengnore, meo luntano servire; e fariali a savere lo mal di ch’io no m’oso lamentare di quella che ’l mio core nom pò ubriare. l’Amor non vegio, ed io lasso temente, per che nel male adesso plu pungente.
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Amore sempre miuede. edami Jm suo podere. eo nomposso uedere. suap(ro)pia figura. maso bene atale fede. poi camoroso udire. chelli possa guerire. secondo sua natura. cioe che masichura. p(er) chio mi dono alasua uoluntate. come cierbio cacciato mante fiate. che quando lomo lo sgrida piu forte. torna uerllui nondubitando morte. | II. Amor sempre mi vede ed ha mi in suo podere, eo nom posso vedere sua propia figura. Ma so bene a tale fede, poi c’Amor oso udire, ch’elli possa guerire secondo sua natura. Ciò è che m’asicura, per ch'io mi dono a la sua volontate como cierbio cacciato, mante fiate, che, quando l'omo lo sgrida più forte, torna ver lui non dubitando morte.
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Nondoueria dottare. damore ueracemente. poi leale ed ubidente. lifu diquello giorno. che miseppe mostriare. lagioia chesempramente. chema distrettamente. tutto legato jntorno come fa lunjcorno. uno donzella uergine dorata. chedalicacciatori e amaestrata. la quale dolzemente linamora. sichelolega equelgli nonde chura. |
III. Non doveria dottare d’Amor veracemente, poi leale ed ubidente li fu di quello giorno che mi seppe mostriare la gioia che sempr ha mente, che m’ha distrettamente tutto ligato intorno, come fa l’unicorno una donzella vergine dorata, che da li cacciatori è amaistrata, la qual dolzemente l’inamura, sì che lo lega e quel gli non dè cura.
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Poi chemebe legato colgliochi sorise. si camor mimise. come lbasalischo. chucide che glie dato colgliochi mocis. lamia morte cortese. che moro epoi riuisco. odio cheforte uisco. mipare chesiano messe alemiale. cheuiuere nomorire nonmiuale. como (o)mo chen mare uedesi perire. ecamperia potesse Jnterra gire | IV. Poi che m’abe legato, col gli ochi e sorise, sì c’a morte mi mise, come ‘l basalisco ch’ucide che gli è dato; col gli ochi m’acis la mia mort’è cortese che moro e poi rivisco O dio che forte visco mi pare che siano messe alle mi ale che viver no morire non mi vale com’omo chen mare vedesi perire e camperia potesse in terra gire
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miforanportto. diuita esichuranza . emercie condottanza. miristorna e famuto. ma p(er) chisia acortto. damore chenomauanza chep(er)lungastetanza e lo guideo p(er)duto. Massio non nagio aiuto. damore che mitene jnquesta pregione. nomso checortte mitengna rasgiona efara gio como penetenziale che spera bene soferendo male | V. mi fora ‘n portto di vita e sicuranza; ma mercie con dottanza mi ristorna e fa muto, ma per chi sia accortto d’Amore che no m’avanza; che per lunga astetanza e lo giudeo perduto Ma s’io non agio aiuto d’Amore che mi tene in questa pregione, nom so che cortte mi tengna rasgione. e faragio como penetenziale, che spera bene soferendo male. |