Repertorio: RMS, 238:1
Manoscritti: Vaticano latino 3793, c. 5v (V)
Metrica: a11 b11 c11, a11 b11 c11; (c)d5+6 (d)e5+6 e11. Canzone di cinque stanze singulars e capfinidas, ciascuna di nove endecasillabi (III e IV capcaudadas), con concatenatio tramite rima interna e combinatio regolare in sede finale, quest'ultima motivo identitario di discrimine tra la poesia antica e moderna presso i Siciliani, secondo Gorni 1993. La sirma varia nella V stanza, per cui d = b.
Edizioni: D'Ancona-Comparetti 1875-88, I, p. 55; Contini 1954, p. 179; Contini 1960, I, p. 97; Panvini 1962-64, p. 75; Salinari 1968, p. 162; Jensen 1986a, p. 40; Panvini 1994, p. 121; Morini 1999, p. 52, Calenda 2008, pp. 54-63; CLPIO, 308 (V).
I La mia gran pena e lo gravoso afanno, c'ò lungiamente per amor patuto, madonna lo m'à 'n gioia ritornato. Pensando l'avenente di mio danno, in sua merzede m'ave riceputo e lo sofrire mal m'à meritato: ch'ella m'à dato tanto bene avire, che lo sofrire molta malenanza aggi'ubrïato, e vivo in allegranza. II Allegro so’ ca tale segnoria aggio acquistata, per mal soferire, in quella che d'amor non vao cessando. Certo a gran torto lo mal blasmeria, che per un male aggio visto avenire poco di bene andare amegliorando, ed atardando, per molto adastiare un grand'afare tornare a neiente: chi vole amar dev' essere ubidente. III Ubidente so’ stato tutavia, ed ò servuto adesso co leanza a la sovrana di conoscimento, quella che lo meo core distringia ed ora in gioia d'amore m’inavanza. Soferendo aggio avuto compimento, e per un cento m'ave più di savore lo ben ch'Amore mi face sentire per lo gran mal che m'à fatto sofrire. IV Se madonna m'à·ffatto soferire per gioia d'amore avere compimento, pene e travaglia ben m'à meritato. Poi ch'a·llei piace, a me ben de' piacere, che ‘nd'aggio avuto tanto vallimento: sovr'ogne amante m'ave più 'norato, c'aggio acquistato d'amar la più sovrana: che, se Morgana fosse infra la gente, inver madonna non paria neiente. V Neiente vale amor sanza penare: chi vole amar, conviene mal patire, onde mille mercé n'aggia lo male che m'à fatto in tanto bene montare, ch'ïo nonn-agio infra la gente ardire di dir la gioia ove il mi' core sale. Or dunque vale meglio poco avere, che ben sentire troppo a la stagione: per troppo ben diventa omo fellone. |
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XXII giudicie guido delecolo(n)ne dimisina amia granpena elo grauoso afanno. colungiamente p(er)amore patuto. mado L nna lo man gioia ritornato. pensando laue nente dimio dan(n)o. insua merze maue ricieputo. elosofrire male ma meritato ¶ chella madato. tanto bene auere. chelo sofrire. molta malenanza. agiubriato euiuo inallegranza. |
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A llegro sono catale sengnoria. agio aquistata p(er) male soferire. inquella chedamare nonuao ciessando. cierto a grantortto lomale blasmeria. cheperuno male agio uisto auenire. poco dibene andare amelgliorando ¶ Edatardando. p(er) molto adasti are. ungranda fare. tornare aneiente. chiuole amare deuessere ubidente. |
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U bidente sono stato tutauia. edo seruuto adesso coleanza. allasourana dicono scimento. quella chelomeo core distringiẹa. edora ingioia damore mina uanza. soferendo agio auuto compimento ¶ Ep(er)uno ciento. maue piu disauore. lo bene camore. mifacie sentire. p(er)logrande male chema fatto sofrire. |
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S emadonna maffatto sofrire. p(er)gioia damore auere compimento. pene e traualglia bene mameritato. poi challei piacie ame bene de bene de piaciere. chendagio auuto cotanto uallimento. sourongne amante maue piu norato ¶ ca gio aquistato. damare lapiu sourana. chesemorgana. fosse infralagiente. inue ro madon(n)a nonparia neiente. |
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N eiente uale amore sanza penare. chiuole amare conuiene male patire. onde mille mercie nagia lo male. chema fatto intanto bene montare. chienon(n)agio infralagiente ardire. didire lagioia oue ilmicore sale ¶ ordunque uale melglio di poco auere. che sentire. troppo bene alastasgione. p(er)troppo bene diuenta om(m)o fellone. |
Lamia granpena elo grauoso afanno. colungiamente p(er)amore patuto. mado/ nna lo man gioia ritornato. pensando laue nente dimio dan(n)o. insua merze/ maue ricieputo. elosofrire male ma meritato; chella madato. tanto bene/ auere. chelo sofrire. molta malenanza. giubriato euiuo inallegranza. |
La mia gran pena e lo gravoso afanno c’ò lungiamente per amore patuto, madonna lo m’à n gioia ritornato. Pensando l’avenente di mio danno, in sua merze m’ave ricieputo, e lo sofrire male m’à meritato: ch’ella m’à dato tanto bene avere che lo sofrire molta malenanza agi ubriato, e vivo in allegranza. |
Allegro sono catale sengnoria. agio aquistata p(er) male soferire. inquella chedamare/ nonuao ciessando. cierto a grantortto lomale blasmeria. cheperuno male agio/ uisto auenire. poco dibene andare amelgliorando. edatardando. p(er) molto adasti/are. ungranda fare. tornare aneiente. chiuole amare deuessere ubidente. |
Allegro sono, ca tale sengnoria agio aquistata, per male soferire, in quella che d’amare non vao ciessando. Cierto a gran torto lo male blasmeria, che per uno male agio uisto avenire poco di bene andare amelgliorando, ed atardando per molto adastiare un grand’afare tornare a neiente. Chi vole amare dev’essere ubidente. |
Ubidente sono stato tutauia. edo seruuto adesso coleanza. allasourana dicono/scimento. quella chelomeo core distringiẹa. edora ingioia damore mina/uanza. soferendo agio auuto compimento; Ep(er)uno ciento. maue piu disauore. lo/ bene camore. mifacie sentire. p(er)logrande male chema fatto sofrire. |
Ubidente sono stato tutavia, ed ò servuto adesso co leanza a la sovrana di conoscimento, quella che lo meo core distringia, ed ora in gioia d’amore mi navanza. Soferendo agio avuto compimento, e per uno ciento m’ave più di savore lo bene c’Amore mi facie sentire per lo grande male che m’à fatto sofrire. |
Semadonna maffatto sofrire. p(er)gioia damore auere compimento. pene e/ traualglia bene mameritato. poi challei piacie ame bene de bene de piaciere./ chendagio auuto cotanto uallimento. sourongne amante maue piu norato; ca/ gio aquistato. damare lapiu sourana. chesemorgana. fosse infralagiente. inue/ ro madon(n)a nonparia neiente. |
Se madonna m’à ffatto sofrire |
Neiente uale amore sanza penare. chiuole amare conuiene male patire. onde/ mille mercie nagia lo male. chema fatto intanto bene montare. chienon(n)agio/ infralagiente ardire. didire lagioia oue ilmicore sale; ordunque uale melglio di/ poco auere. che sentire. troppo bene alastasgione. p(er)troppo bene diuenta/ om(m)o fellone. |
Neiente vale amare sanza penare: chi vole amare conviene male patire, onde mille mercie n’agia lo male che m’à fatto in tanto bene montare, ch’io nonn agio infra la giente ardire di dire la gioia ove il mio core sale. Ordunque vale melglio di poco avere che sentire troppo bene a la stasgione: per troppo bene diventa omo fellone. |