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GUIDO CAVALCANTI

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EDIZIONE

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BALLATE

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Era in penser d’amor quand’ i’ trovai

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Fresca rosa novella

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Gli occhi di quella gentil foresetta

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I' prego voi che di dolor parlate

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In un boschetto trova' pasturella

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La forte e nova mia disaventura

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Perch' i' no spero di tornar giammai

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Posso degli occhi miei novella dire

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Quando di morte mi conven trar vita

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Vedete ch' i' son un che vo piangendo

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Veggio negli occhi de la donna mia

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CANZONI

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Donna me prega

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Tradizione manoscritta

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B1

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Edizione diplomatica

               D        Onna mi priega per chio uoglio dire / dun accidente che
          souente fiero/ (et) e si altiero che chiamato amore. Si chi lo
          niega possia iluer sentire / undi al presente canosce(n)te
          chiero/ per chio no(n) spero chom di basso core. A tal raxo(n)e
          porti canosce(n)ca che zenza natural dimostram(en)to / non
          o tale(n)to de uole mostrare / laoue nassce echi lo fa crea –
          re / equale e soa uertute e soa pote(n)za / lessenca per ciaschu(n)
          so mouime(n)to/ el piacime(n)to chel fa dire amare / e s
          homo per ueder lo po mostrare .
              I   N quella parte doue sta memoria/ prende suo stato/ si formato
                  come / diaffan dallume duna oscuritate . La qual da marte
                  uiene efa dimora / egl e creato dasensato nome / dalma costu –
                  me edicuor uoluntate . Uien da ueduta forma che sintende /
                  che prende nel possibele intelletto / come in soggetto loco edi –
                  moranza / en quella parte mai non/ a posanca/ per che da
                  qualitate non descende / respiende inse perpetoale affetto /
                  non a dilletto ma consideranza / perche non pote la ir
                  simiglianza .
        N      One uertute ma daquella uiene/ perfectione chesepone ta -
              le / non rationale / mache sente dico. Fuor di salute giudi
              dicar mantiene / elantentione per raxone uale / discerne
              male in cui euiti amico . Di soa uertute siegue /spesso mor
              te / se forte la uertu fosse impedita/ laqual e it ala con 
              traria uia / non che opposito naturale sia / ma q(uant)to che da
              ben perfetto tort e / per sorte non po dir hom chabbia
              uita / che stabilita non a signoria/ a simel po ualer qua(n) –
              t hom loblia .
           L       Essere quando lo uolere e tanto / choltre misura denatura torna /
                   poi non sadorna/ deriposo mai. Muoue cangiando color rixo
                  inpianto/ elafigura / con paura storna / poco sogiorn anchor de
                  lui uedrai. Chin gienti deualore il piu se truoua / lanuoua
                  qualita muou asospiri / euol chom miri in un formato luoco/
                  destando s ira laqual manda fuoco / ymaginar nol po hom che
                  nol pruoua / enon se muoua per ch alui setiri / e non segiri
                  per trouarui giocho / ne certa mente / gran sauer nepocho .
           D      A simil traggie complexione isguardo / che fa parere lo pia –
                   cere certo / non po cuuerto star quand e si giunto. Non gia
                   seluaggie la belta son dardo / che tal uolere per temere ex –
                   perto consiegue merto spirito che punto . Enon se po co –
                   noscer per lo uixo/ con prexo bianco in tal obiecto cade/ e
                   chi ben aode forma non seuede / per chel mena dechi dalui
                   procede / fuor di colore essere diuiso/ absiso meggio/ scuro
                   lucitade / fuor dongne fraoche dice / dengno in fede/ che so
                   lo da custui nassce mercede .
                    T  u poi sicuramente gir cantione/doue te piace chio tosi/a –
                   dornata/ cha sai laudata serra toa raxone/ dale persone che
                   anno intendimento/ destar con laltre tu non ai talento .
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Bd

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Edizione diplomatica

                        
                   
    D  Onna mi prega perchio uolglia dire
        duno accidente che souente (et) fero
        (et) de si altero// che chiamato amore
     Si che chil nega possa eluer sentire
      unde alpresente conosciente chero
      perchio non spero// don di basso core
     Dital ragion porto/ conoscienza
      che senza// natural demostramento
      non ho talento// deuoler prouare
     L adoue posa (et)chi lofa criare
      (et)qual/ e sua uirtute (et)sua potenza
      (et)puoi ciaschedun suo mouimento
     Et elpiaciemento// chel fa dir amare
  (et) si huom per uider lopuo mostrare
   E Nquella parte doue sta memoria
       prende suo stato siformato come
     diaffan dia lume// duna scuritate
    Laqual da marte uien (et)fa dimora
      elli/ e creato dasensato nome
      dalma// costume//(et)dicor uolu(n)ptate
    Uien dauiduta forma che sentende
      che prende// nel possibele intelletto
      come in subiecto// loco/ e dimoranza
    Enquella parte mai non ha possanza
      per che diqualitate non desciende
      reprende// inse perpetuale effetto
    Non/ e diletto// ma consideranza
      si che non puote largir simiglianza

   N  On /e/ uirtute ma daquella uene
        e perfettione che sepon cotale
      non rationale// ma che sentende dico
    Fuor disalute giudicar mantene
      (et)laintentione per ragione uale
      discierne male// inchuj euitio amico
    Disua potentia seghue spesso morte
      si forte// lauirtu fu/si empedita
      laquale aita// lacontraria uia
    N on perche oposito natural sia
       ma quanto che dabuon perfetto torte
       per sorte// non puoi dir huom chabbia uita
    Che stabelita// non ha signioria
       asimel puoi ualer quanto huom oblia

   L Esser e quando louoler e tanto
        choltra misura dinatura torna
     puoi non saddorna// deriposo may
    Moue cangiando talor riso (et)pianto
      (et)la figura con paura storna
      poco soggiorna// anchor deluj uedray
    Chen gientj diualor elpiu setroua
      lanoua// qualita moue sospire
      (et)uuol chuom mire// no(n) infermato loco
    Endescando disiri qual mandan foco
      i(m)maginar nonpuo huom che loproua
      ne si noua// gia pero chaluj setire
    Ne seguire// per trouar lettitia ogioco
      ne ciertamente gran sauer ne poco.

     S  Imile tragie compressione exguardo
         che fa piacier* luomo piacer cierto
      non uo couerto// star quande si giunto
    Non gia seluagie labelta son dardo
      che tal uolere per temere esperto
      consegue merto// spirito che punto
    Etnon si puo conoscier perlouiso
      compreso// bianco intal subietto cade
      (et) chi ha ben diforma non sauede
    Per che glimena chi daluj prociede
      fuor dicolor/ (et)dessere diuiso
      assiso i(n)meczo obscuro lucie rade
    Fuor dogni fraude// dicien degnio in fede
      che solo dicostuj nasscie merzede

     T   U puoi securamente ir canzone
          la dua tepiacie chio tosi adornata
      chassai sera lodata// tua ragione
      dale persone// cha(n)no intendemento
      Destar con altri tu non hai talento .

*  nell'interlinea è presente tale segno grafico che funge da richiamo della nota inserita alla sinistra del testo e che riporta la correzione della parola piacere riportata nel testo:

             al' . parere  =  al(ias) parere

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C2

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Edizione diplomatica

       Chomincia lacanzone diguido diMess(er)
       caualcante decaualcanti difirenze ;

             
      D     Onna mi priega cheio deggia di
              re! duno accidente chesouente
       fero! (et)esi altero/ chechiamato amore!
       Si chillo nega / possa iluer sentire! (et) al
       presente conoscente chero! perchio non
       spero/ chuom dibasso core! adtal ragione
       porti conoscenza! chesenza natural dimo
       stramento! non o talento/ diuoler pro
       uare! laoue posa (et)chilo facreare! (et)
       quale esua uertu (et)sua potenza! lesse(n)
       za/ poi ciascunsuo mouimento! Elpia
       cimento / chelfa dire amare! (et) suomo
       per uedere ilpuo mostrare ;
     I   N quella parte doue sta
      memoria! prende suo stato/
      si formato come! Dyaphano
      dalume/ duna obscuritade!
      Laqual damarte uiene (et)fa
      dimora ! Eglie creato /(et)a
      sensato nome ! Dalma costu
      me (et)dicor uolontade ! Uien
      daueduta forma chesinte(n)de !
     che prende nel possibile i(n)tel
    lecto ! comensubgetto loco (et)
    dimoranza ! en quella parte
    gia non a possanza ! perche
    da qualitade non discende!
    risplende inse perpetuale ef
    fecto ! Non a dilecto/ ma co(n)
    sideranza ! si che non puote
    largir simiglianza ;
     N On e uertude madaquella
      uiene ! che perfectione chessi po
      ne tale ! non rationale/ mache
      sentedico ! Fuordisalute giudi
      car mantiene ! chellantentione
      per ragione uale ! discierne m
      ale incui e uinto amico ! Di
      sua potenza segue spesso morte !
   seforte lauertu fosse i(n)pedita ! la
   quale aiuta lacontraria uia ! no(n)
   perche opposito natural sia ! ma
   quanto chedabuon proposto tor
   te ! p(er)sorte no(n) puodire huom
   chaggia uita ! Chestabilita no(n)
   asignoria ! ad simil puo ualer
   quando huomo oblia ;
   L Essere quando louolere
    e tanto ! choltra misura di
    natura torna ! poi non sa
    dorna diriposo mai. Moue
    cangiando color/ riso inpi
    anto ! (et)lafigura conpaura
    storna ! poco sogiorna / ancor
    dilui uedrai ! Chengente di
    ualore ilpiu sitruoua ! lanu
    oua qualita muoue sospiri !
    (et)uuol chuom miri/ no(n) fer
    mato loco ! destandosi ella
    laqual manda fuoco ! ymagi
    nar nolpuo chi nonlo pruo
    ua ! (et) nonsi muoua perche
    allui sitiri ! Et nonsigiri per
    trouarui gioco ! ne certamen
    tegran sauer nepoco ;
     D    I simil tragge complexione
      sguardo ! chefa parere lopiace
      re certo non puo couerto
      star quando e segiu(n)to ! Non
      gia seluagge la belta suo dardo!
      che taluolere per temere e sper
       to ! nonsegue merto spirito che
   punto! Etnon sipuo cognoscier perlouiso!
   complesso bianco intale obgetto cade !
   (et)chibene aude forma nonsi uede ! per
   chelimena che dalui procede ! fuori di
   colore esser diuiso ! absciso inmezo
   obscuro luce raude ! Fuor dogni fraude
   dice degna infede ! chesolo dicostui
   nascie merzede ;

  T U puoi sicuramentegir canzone !
   oue tipiace chio to si adornata ! chassai
   laudata saratua ragione ! Dalleperso
   ne channo intendimento ! distar co(n)
   laltre tu nonai talento ;
Explicit .
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C6

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Edizione diplomatica

             Canzon de Guido Caualcanti
                             
    D   Onna mi prega perchio uoglia dire
         Duno accidente che souente e/ fero
       Et e/ si altero ___
       Che chiamato amore 
       Si chi lonega possal uer sentire
       Onde adpresente conoscente chero
       Perchio no(n) spero   _____
       Dhomo di basso core
       Dital ragione porti conoscenza
       Che senza natural demo(n)stram(ent)to
       Nono talento di uoler prouare
       Ladoue posa (et)chi lofa creare
       Et quale e/ sua uertu (et)sua potenza
       Et poi ciaschun suo mouemento
       El piacimento chelfa dir amare
       E/ se homo p(er) ueder lopo mo(n)strare

     I nquella parte doue sta memora
       Prende suo stato siformato come
       Dua face delume una scuritate
       L aqual damorte uene (et)fa duna hora
       Elle creato desensato nome
       Dalma costume (et)dicor  uolontate
       Uen daueduta forma che sintende
       Che prende nel possibile intellecto
       Come insubiecto (et) dimoranza
      Inquella parte mai no(n) ha possanza
      Perche daqualitade no(n) discende
      Reprende insu perpetual effecto
      Non e dilecto ma consideranza
      Che no(n) sipuote largir simiglianza.

    N  on e/ uertute ma daquella uene
       Che perfectione ch(e) sipone tale
       Non rationale ma che sentente dico
       Fuor disalute giudicar mantene
      Et laintentione p(er) ragione uale
      Discerne male incui e/ uitio Amico
      Disua potenza segue spesso morte
      Sifor lauertu fosse impidita
      Laquale se[..]ta lacontraria uia
      Non perche posto naturale sia
      Ma quando ch(e) dabuon p(er) fecto torte
      Perforte no(n) po dir hom caggia uita
      Che stabilita no(n) ha signoria
      Adsimil po ualer quanthom loblia

    L   esser e/ quando lo uoler e/ tanto
      Che oltra mesura dinatura torna
      Poi no(n) sadorna dire poso mai
      Moue cangiando talor riso impianto
      Et lafigura con paura storna;
     Poco sogiorna ancor delui uedrai
     Congente di ualor elpiu sitroua
     Lanoua qualita moue sospiri
     Non infermato loco uol
     Destando sita laqual manda foco
     In maginar nol pote hom ch(e) laproua
     Nese noma gia pero challui setirj
     Nesegiri per trouarui gioco
     Ne certamente gran sauer ne poco;
    S imile tra complession sguardo
      Che fa parere lhom piacere certo
      Non puo couerto star quando sigiunto
      Nongia seluagge lebelta son dardo
      Che taluolere p(er) temere sperto
      Consegue merto spirito ch(e) puncto
      Et no(n) sepo conoscer p(er) lo uiso
      Comp(re)so bianco i(n)tal sobiecto cade
      Et chi bene ha diforma no(n) seuede
      Perche limena ch(e) dalui p(ro)cede
      Fuor dicolor (et) desser e/ diuiso
      Astiso mezo (et) saro luce rade
      Fuor dogni strade dicean degno infede
      Che solo dacostui nasce mercede

   T u poi siguramente gir canzone;
    La oue tipiace chio so si adornata
     Chassai serai laudata tua ragione
     Dale persone channo intendemento
     Destar collaltre tu no(n) hai talento ;
                         finis      
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C8

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Edizione diplomatica

  Guido Caualcanti
 
  D     ONNA mi prega che Io deggia dire
         Duno accidente che souente fero
    E t si altiero ché chiamato amore.
    S i chi lo niega possa il uer sentire
    E t al presente conoscente chero
    P erchio non spero chuom di basso core
    A tal ragione porti conoscenza:
    C he senza natural dimostramento
    N on ho talento di uoler prouare
  L  a doue posa : (et) chilofa criare
  E  t quale é suo uirtu/(et) suo potenza
  E  t sua essenza/(et) ciascun mouimento
  E  l piacimento chel fa dire amare
  E  t se huom per uedere il puo mostrare.
   I  Nquella parte oue sta memora
  P  rende suo stato si formato chome
   D  acceso lume in una obscuritate
   L  o qual da Marte uiene (et) fa dimora
   E glie creato/(et)ha sensato nome
   D alma/costume (et) di cor uolontate
   V ien daueduta che forma sintende
   C he prende nel possibile intellecto
  N  [o]n ha dilecto ma consideranza
  S  i che non puote largir simiglianza.
  L  Essere/e/quando il uolere/e/tanto
  C  oltre misura [et] [c]on paura [s]torna
  P  oi non sadorna di riposo mai
  M uoue cangiando color/riso in pianto
  E  la figura com paura (et) scorna
  P  oco soggiorna ancor di lui uedrai;
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Ch

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Edizione diplomatica

                                                                   Guido decaualcanti .
             D       Onna mepregha percheo uoglo dire . dunaccidente chessouente efero /
                      edesialtero chechiamato amore/ Sichilonegha possaluer sentire eda
             presente chonoscente chero/ perchio nospero chom dibasso chore . Atal ragio -
             ne porti chanoscenza/ chesenza natural dimostrame(n)to /nono talento diuoler
             prouare/ ladoue posa/ echilofa creare . Equal sia sua uertute esua pote(n)za /
             lesenza poi eciaschun suo mouime(n)to/ elpiacimento/ chelf[a] dire amare .
             esomo perueder lopo mostrare.
      Inquella parte douesta memoria/ prende suo stato siformato come/ diaffano
      dalume/ duna schuritare/ loqual damarte uene efa demora/ ellie creato/ e
      dasensato nome/ dalma costume/ ede chor uolontate/ Uen daueduta forma
      chesintende/ cheprende nelpossibile intellecto/ come insubiecto/ loco edimora(n)za /
      Inquella parte mai nona pesanza . P(er)che daqualitate no(n)descende/ resplende /
      i(n)se perpetual effecto/ nona dilecto maconsidera(n)za/ siche no(n)po la gire simiglia(n)za .
       None uertute madaquella uene / chep(er)fectione / chesse pone / tale / no(n)razionale /
       ma chesente dicho/ for disalute/ giudicar mantene/ chelantenzione p(er)ragion /
       uale/ discierne male / incui euizio amico/ Disua potenza segue spesso morte/ se
       forte/ lauertu fosse impedita/ laquale aita/ laco(n)traria uia/ no(n)p(er)che opposta
       naturalsia / Maqua(n)to chedabuon p(er)fecto torte / p(er)sorte no(n)po dire hom / caggia
       uita/ chestabilita /nona segnoria/ asimel po ualere/ quandomo loblia !
        Lessere equa(n)do louoler etanto/ coltramisura dinatura torna /poi nonsadorna
        diriposo mai / moue cangiando cholor / eriso epianto /elafigura co(n)paura storna .
        poco sogiorna / ancor dilui uedrai/ Chege(n)te diualore lopiu sitroua/ lonoua
        qualita moue sospiri / euol chehom miri /no(n)formato loco / destando sira/ laqual
        manda foco / Imaginar no(n)pote hom cheloproua / ne moua gia/ p(er)o challui si
        tiri eno(n)si giri/ pertrouarui gioco necertamente gra(n)sauer nepocho .
        Desimil trage / conpression esguardo/  chefa parere / lopiacere certo/ nonpo cho
        uerto / stare sigiunto / nongia seluage / lebielta sondardo/ chetaluolere/ p(er)temere
        esperto / consiegue merito / spirito chepunto / E nonsi po chonoscere p(er)louiso /
        compriso / biancho intale obiecto chade / echibene aude informa nonsi uede / da
        quelimeno chedallui procede . For dicholore dessere diuiso / assiso inmezo scuro
        luce rade / for dongne fraude / dice degno i(n)fede / chesol dicostui nasce mercede .
        Tupuoi sicuramente gir canzone / oue tepiace chio to siadornata/ chassai
        laudata sara tua ragione / dalepersone / channo intendimento / distare chon
        laltre tunonai talento .
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Mg11

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Edizione diplomatica

     Canzona morale di guido chaualcanti
     
    D onna mip(re)regha p(er) chio uoglo dire
       duna cidente chesouente efero
       E desi altero che chiamato amore
       Achi lonegha possa    iluer sentire
       Onde alp(r)esente conoscente chero
       p(er) chio nonspero /chehom dibasso chore
       Atalragione porti chonoscenza
       chesenza natural dimostramento
       Nono talento / di uolere mostrare
       La doue nasce et chilofa Creare
       E quale / esua potenza
       Lesenza et ciaschuno suo Mouimento
       elpiacimento / chefa dire amare
       E se hom p(er) uedere / lopuo mostrare
   I nquella parte doue sta memora
     prende suo stato si formato coma
     dio fam dalume / duna obscuritade
     la q(u)ale damarte uiene efa dimora
     Li E creato dasensato nome
     dalma costume etdicor uolontade
     uiene da ueduta  forma chesintende
     cheprende/ Nel possibile intelletto
     Come insugietto locho edimoranza
     Inq(u)ella parte mai nona possanza
     p(er) che daqualitate nondiscende
     Risplende in se p(er) petuale efato
     Nonadiletto / maconsideranza
     p(er)chenonpuote largire somiglianza
  N  onne u(er)tute madaq(u)ella uene
      p(er)   letione cheispone talia
      Non rationale ma che senta dico
      Fuordi salute giudicar mantene
      Chelantentione p(er) ragione uale
      Discerne male incui/ e/ uitio amico
      Disua potenza segua huomspesso mo(r)te
      P eforte taluertu fosse impedita
      Laq(u)ale ayta lacontraria uia
    nonp(er)eche(con)p(er)osita natural sia
    ma q(ua)anto chedabuono p(er)fetto torta
    p(er) sorte nonpuodire huom chabia uita
    chestabilita nona singnoria
    asimil puo ualere q(u)ando huom loblia
   Lelessere q(u)ando louolere etanto
     Fuor dinatura dimisura torna
     Poi nonsa dorna diri poso mai
     Mo ue cangiando colloriso inpianto
     elafigura conpaura storna
     pocho sogiorna // ancora di lui uedraj
     chegente di ualore ilpiu sitroua
     lanoua q(u)alita moue sospiri
     et uuole chehom miri / non formare loco
     destando sira laq(u)ale manda Foco
     inmaginare nonpotehomcheproua
     Nemoua / gia p(er)o chellui sitiri
     Enonsi giri/ / p(er)trouarui giocho
     ne certamente gran sap(er)e nepoco
   D isimil tragge complesione sg uardo
       che faparere lopiacerecerto
       nonpuo cou(er)to stare q(u)ando fue giu(n)to
       nongia seluagge lebilta sondardo
       cotal uolere p(er) tenere sp(er)to
   chom segue merto spirito chepunto
   Enonsi puo conoscere p(er) louiso
   chomp(r)eso biancho intale obietto cade/
    chibene aude forma(r) nonsiuede
    dunq(u)elo mira chi dilui p(ro)cede
    fuor dicolore/ dess(er)e (?) diuiso
     Asiso /mezo/ scuro luce rade
      fuor dongne fraude dico degnifede
      chesolo di costui nasce merzede
   C hanzon mia tu puogire sicuamente
     ladoue tipiace chio to si hornata
      chasai laudata sara tua  ragione
      dalep(er)sone channo intendimento
      distar colaltre tu non ai talento
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Mg13

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Edizione diplomatica

    D      Onna mi priegha p(er)chiouoglio dire dunaccide(n)te che soue(n)te fero/ et e sialt(er)o chechi -
               mato amore siche lonega possa iluer sentire / ondapre sente conoscente chero
               p(er)chio non spero condibasso core / atal ragione porti canoscenza/ che sanza natu -
     raldimostram(en)to/ non talento diuoler prouare/ ladoue posa (et)chillo facreare (et)quale
     suanatura(et)suapote(n)zia/ lesse(n)za(et)poi ciascu(n)suo mouim(en)to/ elpiacim(en)to chelfadire
                                                                                                                                          amare
     (et)se homo pueder lopuo mostrare
   I n quella parte oue sta memoi(r)a p(re)nde suo stato si formato come diaffano dallume duna
     obscuritate laqual damart euiene (et)fa dimora/ eglie creato da se(n)sato nome/(et)dalma cos
     tume/(et)dicoruolu(n)tate / uiendaueduta formachessinte(n)de che p(re)ndenelpossibilei(n)t(e)llecto/
     comeins(u)biecto/ loco(et)dimoranza i(n)q(ue)lla partemainonapesanza/ p(er)chedaq(ua)litateno(n)
                                                                                                                               disce(n)de
     rispre(n)de inse p(er)petuale effecto nonediletto maco(n)sideranza siche no(n) puote largir
                                                                                                                        simiglia(n)za
  N oneu(er)tute madaquella uene cheep(er)fectione chessi pone/ talen(on)rationale/ machese(n)te dico
     difuor disalute iudicar ma(n)tene p(er) ragione disce(r)ne male i(n)cui euitio amico/ disua
     pote(n)zasegue spessomorte/ seforte lau(er)tufossei(n)pedita laquale aita alaco(n)trariauia/ non p(er)
     che oposto natura lesia/
  M aquanto chedabon p(er)fecto torte/ p(er)sorten(on)puo dirhomcagiauita chestabilita nonasignoria
     asimil puo ualere quanthom loblia.
  L essere (et)quando louolere etanto/ coltra misura dinatura torna/ poi no(n) sadorna diriposo mai
    moue cangiando colorriso inpianto (et)lafigura co(n)paura storna/ poco soggiorna ancor dilui
    uedrai che inge(n)te diualore ilpiu sitroua/ lanoua qualita muoue sospiri (et)uol com miri
    n(on) i(n)fermatoloco destando siria loqual manda foco ymaginare no(n)puohom chenolproua/ ne
    che si moua gia pero challui sitiri/ nesa giri p(er) trouar iocho ne certa me(n)te gransauere ne
    poco/
 D esimiltragge co(n)pressione sguardo chefaparer lopiacereinc(er)to no(n)puocou(er)tostarequa(n)de
    sigiunto/ non gia seluagge/ lebilta sondardo/ che taluolere p(er)temere esperto co(n)segue m(er)to
    spirito che puncto/ Et/ no(n) si puo conoscer p(er)louiso co(n)priso bianco intale obiecto chadeachi
    bene aude forma no(n)siuede p(er)che limena che dallui procede fuoridicolore (et)dessere diuiso as
    siso mezo obscuro luce rade fuor dogni fraudedice chom degno infede chesodicostui nasce m(er)zede
  T u puoi sicuram(en)te gir canzone laoue ti piace chioto si adornata che assai laudata saratua
     ragione dalle p(er)sone cha(n)no inte(n)dim(en)to distar collaltre tu no(n)ai talento.
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Mg2

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Edizione diplomatica

           Canzone degujdo . caualcantj
  D  on(n)a mj p(r)ega che [......]a dire
      duno accidente chesouente fero
      ete sialtero chechiamato amore
      sichi lonega possa eluer sentjre
      et dip(r)esente conoscente chero
      p(er)chio no(n) spero chuom di basso core
      atal raggio neporti conoscenza
      che sanza natural dimostramento
      nono talento di douer p(r)ouare
      la douej possa et chi lofa creare
      et qual sia suo uirtu et suo potenza
      l'esenza poj et ciascun mouimento
      e lpiacimento chelfa dire amare
      et suomo p(er)ueder lopuo mostrare
  I   nquella parte doue sta memorja
     p(r)ende suo stato siformato come
     dafan(n)o dalume duna scurjtade
     La qual damarte uene et fa dimora
   eche creato et ha sensato nome
   da lma costume et dicor uolontate
   ujen daueduta forma ches[..]tende
   chep(r)ende nelpossibile i(n)tellecto
   come i(n) suggeto loco et dimoranza
   i(n) quella parte maj no(n) ha pe sanza
   p(er)che daqualitate no(n) discende
   risprende i(n)se perpetuale efecto
   no(n) ha djlecto macon sideranza
   siche no(n) puo largjre simiglianza
  N  one ujrtute madaquella uene
      chep(er)tione che sipone tale
      no(n) rationa le mache sente dico
      fuor disalute giudicar mantene
      chellantenzione p(er)ragon uale
      discerne male i(n) cuj eujtjo amjco
      djsuo potenza segue spesso morte
      se forte laujrtu fosse impedjta
      loquale eujta lacontrarja uja
   no(n) p(er)che opposta naturale sia
   maquanto chedaluon p(er)fecto torce   
   p(er) sorte no(n) puo dire huom chaggia ujta
   chestabjljta no(n) ha signorja
   asimjl po ualer quando soblja
  L  essere equando louolere etanto
     choltra misura dinatura torna
     poj no(n) saddorna dirjposo maj
     moue changiando colore rjso epianto
     et lafigura chon paura storna
     poco soggiorna ancor di luj uedraj
     chengente di ualore lopiu sitroua
     Lanoua qualita moue esospiri
     et uuol huo(m) mjrj  no(n) formato loco
     destandosira laqualmanda foco
     imaginar no(n)pote huom chellop(ro)ua
     nemuoua gia pero chaluj sitiri
     et no(n) sigiri p(er) trouaruj lgioco
     necertamente gran sauer nepoco
  d  isimjl tragge conplesione et sguardo
      chefa parere lopiacere certo
      no(n)puo couerto star sigunto
      no(n)gia seluagge lebilta sondardo
      chetal uolere p(er)temere esperto
      consegue merto spirjto chepunto
      et no(n) sipuo conoscier p(er)lo ujso
      comprjso bianco i(n)tale oggetto cade
      et chi bene aude i(n)forma no(n)siuede
      daquelli mena chedallej procede
      fuor djcolore dess(er) diujso
      asiso i(n)mezo scuro luce rade
      fuor dogni fraude djce degno i(n)fede
      qesolo dicostuj nascie merzede
  T  upuoj sicura mente gir canzone
     ouetjpiace chito siaddornata
     chassai laudata sara tua raggione
     dalle p(er)sone chan(n)o i(n)tendimento
     djstarcon laltre tu no(n) aj talento
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Pal1

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Edizione diplomatica

    D  o(n)na mi prega, p(er)ch'io uoglia dire
        d'u(n) accidente, ch'e souente et fero
        et é si altero ch'é chiamato amore
        si chi lo nega possa il uer sentire
        e dal presente conoscente chero
        perch'io no(n) spero ch'uom di basso core
        a' tal ragione porti conoscenza
        che senza natural dimostramento
        no(n) ho talento di uoler prouare
        la doue posa, et chi lo fa creare
        e qual sia sua uertute, et sua pote(n)za
        l'essenza, et poi ciascu(n) suo mouimento
        el piacimento, ch'el fa dire amare
        e se huom p(er) uederlo po mostrare
    I   n quella parte doue sta memora
        prende suo stato si formato come
        Diaphan da lume, d'una oscuritate
     laqual da marte uie(n)e, et fa dimora
     egli é creato, et ha sensato nome
     D'alma costume, et di cor uolontate
     uien da ueduta forma, ch(e) s'intende
     che prende nel possibile intelletto
     come in suggetto loco, et dimora(n)za
     in quella parte mai no(n) ha possanza
     p(er)ch(e) da qualitate no(n) discende
     risplende in se perpetuale effetto
     no(n) ha diletto, ma consideranza
     si che no(n) pote la gir simiglianza
  N   o(n) é uertute ma da quella uene
        che perfettione che si pone tale
        no(n) rationale ma che sente dico
        for di salute giudicar mantene
        che la intentione p(er) ragione uale
        discerne male in cui é uitio amico
        di sua potenza segue spesso morte
        se forte la uertu fosse impedita
        la qual aita la contraria uia
        no(n) p(er)che naturale opposto sia
        ma quanto ch(e) dabon perfetto torte
        p(er) sorte  no(n) puo dir huom chabbia uita
        che stabilita no(n) ha signoria
        e simil po ualer quand'huom l'oblia
    L'essere é quando lo uoler é tanto
      ch'oltra misura di natura torna
      poi no(n) si adorna di riposo mai
      moue cangiando color, riso, pianto
      e la figura con paura storna
      poco soggiorna anchora dilei uedrai
      che gente de ualor lo piu si troua
      la noua qualita moue i sospiri
      e uol chuom miri no(n) formato loco
      destandose ira la qual manda foco
      imaginar no(n) puote huom che la proua
      ne moua gia pero ch'a lui si tiri
      no(n) si giri p(er) trouarui loco
      ne certamente gran sauer ne poco
     D  isimil tragge complexione é sguardo
          che fa parere lo piacere certo
          no(n) po couerto star, quand'é si giunto
          no(n) gia seluaggia la belta suo dardo
          che tal uoler p(er) temere esperto
          consegue merto, spirito che'é punto
          et no(n) si po conoscer p(er) lo uiso
          compriso biancho in tale oggetto cade
          e chi ben aude ni forma no(n) si uede
          da quel li mena ch(e) da lui procede
          for di colore d'essere diuiso
          assiso in mezzo oscuro luce rade
          for d'ogni fraude dice degno in fede
         che solo di costui nasce mercede
     T  u poi sicuramente gir canzone
         oue ri piace ch'io t'ho si adornata
         ch'assai laudata sara tua ragione
         da le p(er)sone channo intendime(n)to
         di star co(ll) altre tu no(n) hai talento .
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Par3

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Edizione diplomatica

      D  ONNA mi priegha perchio uoglio dire
           dun accidente ch é souent (et) fero
      (et) é si altero ch é chiamat amore
      si chi lo negha possa iluer sentire
      (et) dal presente conoscente chero
      perchi non spero chuom dibasso core
      ad tal ragione porti conoscenza
      che senza natural dimostramento
      non ho talento di uoler prouare
      la doue poss (et) chi lo fa creare
      (et) qual sia sua uirtut (et) sua potenza
      lessenz (et) poi ciascun suo mouimento
      el piacimento chel fa dir amare
      (et) s homo per ueder lo po mostrare;
      I n quella parte doue sta memoria
      prende suo stato si formato come
      dyafan da lume dunobscuritate
      la qual da marte uien (et) fa dimora
      eglie creato (et) ha sensato nome
      dalma costum (et) di cor uoluntate
      uien da ueduta forma che sintende
      che prende nel possibil intellecto
      come in subiecto loco (et) dimoranza
      in quella parte ma non ho possanza
      perche da qualitate non discende
      resplende n se perpetual effecto
      non ha dilecto ma consideranza
      siche non puote la gir simiglianza
     N on é uirtute ma da quella uene
        che perfection che si pone tale
        non rationale ma che sente dico
        fuor di salute giudicar mantene
        che lantentione per ragione uale
        discerne male in cui é uitio amico
        di sua potenza segue spesso morte
        se forte la uirtu fosse mpedita
        la qual aita la contraria uia
        non perche natural opposto sia
        ma quanto che da buon perfecto torte
        per sorte non puo dir huom chabbia uita
        che stabilita non ha signoria
        (et) simil po ualer quand hom loblia
     L  essere é quando lo uoler é tanto
          ch oltra misura di natura torna
          po non s adorna diriposo mai
        moue cangiando color ris (et) pianto
        (et) la figura con paura storna
        poco soggiorna ancor di lei uedrai
        che gente di ualor lo più si troua
        la noua qualita moue sospiri
        (et) uol ch huom miri non formato loco
        destandos ira la qual manda foco
        ymaginar non puot huom che lo proua
        ne moua gia pero ch allui sitiri
        (et) non si giri per trouarui gioco
        ne certamente gran sauer ne poco
    D i simil tragge coplexion (et) sguardo
       che fa parere lo piacere certo
       non puo couerto star quand é sigiunto
       non gia seluaggio la bilta suo dardo
       che tal uolere per temere esperto
       consegue merto spirito ch é punto
       (et) non si puo cognoscer per lo uiso
       compriso bianco ntal obiecto cade
       (et) chi ben aude in forma non si uede
       da quel limena che da lui procede
       for di colore dessere diuiso
       assiso in mezo scuro luce rade
       For dogni fraude dice degno in fede
       che solo di costui nasce mercede
  T u puo sicuramente gir canzone
      oue ti piace chi to si adornata
      ch assai laudata sara tua ragione
      da le persone ch hanno intendimento
      di star conlaltre tu non hai talento .
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Par4

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Premessa all'edizione diplomatica

Si avverte la necessità di anteporre all'edizione diplomatica una breve considerazione sul manoscritto in questione.
Conservato presso la Biblioteca Nazionale di Francia con il codice it.557, e copiato probabilmente a Firenze prima del 1446, tale ms. presenta una evidente particolarità, la quale può muovere verso un'ipotesi di cui sarà possibile discutere in seguito.
      
In vari luoghi del testo il copista (che secondo taluni, tra cui De Robertis, si tratta di Tommaso di Francesco Alderotti possessore del codice) inserisce alcune parole alternative a quelle del 'testo base' ponendole sopra quest'ultime nell'interlinea tra un rigo di scrittura e l'altro, e facendo precedere le singole inserzioni dall’abbreviatura al’ che, ricorrendo al Cappelli, può essere sciolta con alias ( ‘altrimenti’ ): ovverosia, indicando forse come altre possibili soluzioni le parole poste nell'interlinea, dunque come varianti delle parole che egli inserisce nel suo testo. Queste ipotetiche varianti, presenti qua e là all'interno della canzone, sono assenti solo nel congedo.

      
Solamente per due di queste varianti cambia la collocazione, anziché sopra la parola esse sono riportate di lato al testo della Stanza: sopra le parole interessate dalle possibili varianti compare
un richiamo realizzato graficamente con un piccolo tratto orizzontale che curva lievemente verso il basso e accompagnato a destra da un punto.

E tale richiamo viene ovviamente apposto dove è inserita la variante, cioè di lato alla Stanza e prima di riportare la variante.
Accade per il v. 28 della Stanza II << Siche no(n) puote largir simiglianza >>   
  e per il v. 60 della Stanza V << N ongia seluaggie le bilta suo dardo >>.  
            
Si può supporre che il copista opti per tale soluzione in questi due casi a causa del ridotto spazio in altezza nell'interlinea: nel primo caso vi sono una abbreviatura per 'con' e una <s> che riducono l'altezza dell'interlinea, nel secondo caso invece vi sono una <s> e una <g> a ridurre l'altezza (vd. edizione diplomatica e riproduzione fotografica).

        
Si scrivono di seguito i luoghi di ogni variante riportata dal copista.

   
    
Stanza I:

v. 9 :                                                        (al') mostrare
                                        Nono talento di uoler prouare
           
v. 10 :                                     (al') nasce
                                        L adoue posa (et) chilofa creare
                 
v. 11 :                                      (al') |e|
                                        Et qual sia sua uirtu (et) sua potenza
                 
v. 12 :
                                        Lessenza (et) poi ciascun suo mouime(n)to
                       
                
Stanza II
v. 19 :                                                 (al') e
                                        Elli e creato (et)a sensato nome
           
v. 28 :                                                   (al') la gir
                                        Siche no(n) puote largir simiglianza
                 
             
Stanza III
v. 39 :                                                                   (al') torto e
                                        Maquanto chedaben p(er)fecto torte
              
          
Stanza IV
v. 51 :                                                         (al') for
                                        Et uuol com miri in unfermato loco
             
v. 52 :                                           (al') ira
                                        Destandosi ella laqual manda foco
           
          
Stanza V
v. 57 :                         (al') Da
                                        Di simil tragge (con)plexione sguardo
             
v. 60 :                                                             (al') son
                                       N ongia seluaggie le bilta suo dardo
              
v. 66 :                                                           (al') lui
                                        P(er)che lomena chi dallei procede
                
v. 67 :                                          (al') et
                                        Fuordicolore dessere e diuiso
            
v. 68 :                                    (al') mozzo
                                        Asciso mezzo scuro luce rade
            
v. 69 :                                                   (al') dico
                                        Fuor dogni fraude dice degno i(n)fede
               
                 
Per quanto riguarda altre lettere o parole visibili negli interlinea si tratta o di chiare correzioni (<<sua>> di v. 11 Stanza I) o di aggiunte di monosillabi saltati durante la copia (<<che>> di v. 31 Stanza III).
    
   
Per avere una quadro circa gli aspetti codicologici del ms. si rinvia alla pagina ad esso dedicata sul sito mirabile.net: https://www.mirabileweb.it/manuscript/paris-biblioth%C3%A8que-nationale-de-france-it-557-manuscript/138405 [1]

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Edizione diplomatica

           Canzone diguido caualcanti .
      
     D     Onna mi priega p(er)chio uoglio dire
            Dun accidente che souente fero
     Et e si altero che chiamato amore
     Sichilonega possa iluer sentire
     O ndio alpresente chonoscente chero
     P(er)chio no(n) spero chom dibasso core
     Atal ragion porti conoscenza
     Che senza natural dimostramento
     Nono talento di uoler prouare
     L adoue posa (et) chilofa creare
     Et qual sia sua uirtu (et) sua potenza
     Lessenza (et) poi ciascun suo mouime(n)to
    .El piacime(n)to chel fa dire amare
     Et se huom p(er) ueder lopuo mostrare .
     I nquella parte doue sta memoria
     Prende suo stato si formato come
     Dyafan dalume duna obscuritate
     Laqual damarte uien (et)fa dismora
     Elli e creato (et)a sensato nome
     Dalma costume (et)dicor uoluntate
     Uien daueduta forma che sintende
   C he prende nel possibile i(n)tellecto
   C ome i(n) subgiecto loco edimoranza
    I nquella parte mai nona possanza
     P(er)che daqualitate no(n)discende
     Risplende inse p(er)petuale effecto
     Nonadilecto ma (con)sideranza
     Siche no(n) puote largir simiglianza .
    N one uirtute ma daquella uene
    Che p(er)fectione che si pone tale
    No(n)rationale / ma che sente dico
     For di salute iudicar mantene
     Che laintention p(er)ragion uale
     Discerne male incui e uitio amico
     Disua potenza segue spesso morte
     Se forte lauertu fosse i(m)pedita
     Laquale aita la (con)trara uia
     Nonche opposito natural sia
     Maquanto chedaben p(er)fecto torte
     P(er)sorte no(n) puo dir hom cabbi uita
     Che stabilita nonasignoria
     Asimil puo ualer qua(n)do homloblia .
    Lessere e quando louolere etanto
    Coltramisura dinatura torna
    Poi nonsadorna diriposo mai
    Moue cangiando color riso i(n) pianto
    Et lafigura con paura storna
    Poco sogiorna/ancor dilui uedrai
     Chengente diualor ilpiu sitroua
     L anoua qualita moue asospiri
     Et uuol com miri in unfermato loco
     Destandosi ella laqual manda foco
     Y maginar nol puo hom chenol proua
     Et nonsi moua p(er)challui sitiri
     Et non si giri p(er)trouarui gioco
     Ne certame(n)te gran sauer ne poco .
     Di simil tragge (con)plexione sguardo
     Che fa parer lopiacer certo
     No(n) puo couerto star quande sigiunto
     N ongia seluaggie le bilta suo dardo
    Che taluolere p(er) temere esperto
    C onsegue merto spirito che punto
     Et non si può conoscer p(er)lo uiso
     Co(n)priso|bianco in tale obiecto cade
     Et chi benaude/forma no(n)si uede
     P(er)che lomena chi dallei procede
     Fuordicolore/ dessere |e| diuiso
     Asciso | mezzo scuro luce rade
     Fuor dogni fraude// dice degno i(n)fede
     Che solo dacostui nasce merzede | .
      T u puo sicuramente gir canzone
      Doue ti piace chio to si adornata
      Chassai laudata sara tua ragione
      Dalle p(er)sone c(h)a(n)no i(n)tendimento
      Distar collaltre tu non ai talento .
       
                 Explicit cantilena guidonis .
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Pn2

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Edizione diplomatica

          .  .  Canzone diguido caualcanti deamore
       
        
   D  On(n)a miprega p(er)chio uoglio dire
        Dun accidente che souente fero
    Et /e/ si altero che chiamato amore
    Si chi lonega possa iluer sentire
    Et alp(re)sente conoscente chero
    P(er) chio non spero chom dibasso core
    A tal ragione porti conoscenza
    C hesenza natural dimostramento
    N on o talento diuoler prouare
    L adoue posa/ (et)chilofa creare
    Et qal sia sua uirtu/ (et)sua potenza
    Lessenza (et)poi ciscun suo mouimento
    E lpiacimento chelfadire amare
    Et se huom p(er)ueder lopuo mostrare
    I nq(ue)lla parte doue sta memoria
    P rende suo stato siformato come
    Dyafan dalume duna obscuritate
    Laqual damarte uien efa dimora
    E lli e/ creato / (et)asensato nome
    D alma costume /(et)dicor uoluntate
    Uien daueduta forma chessintende
    C hep(re)nde nelpossibile intelletto /
   Com insubiecto loco e/ dimoranza
   I nq(ue)lla parte mai non a possanza
   P(er) che daqualitate non discende
   R isplende inse p(er)petual e ffetto
   N on adiletto ma consideranza
   S i che nonpuote largir simiglianza
 . N on e uirtute madaq(ue)lla uene
   C hep(er)fectione chesipone tale
   Non rationale / machesente dico
   F or disalute uidicar mantene
   C helantenzione p(er)ragione uale
   D iscerne male incui /e/uitio amico
   D isuo potenza segue spesso morte
   S e forte lauirtu fosse inpedita
   Laqual aita lacontraria uia
   N on che opposito naturale sia
   M aquanto chedaben p(er)fetto torte
   P(er) sorte / nonpuo dir hom chaggia uita
   C hestabilita non a singnoria
   A simil puoualer quanthom loblia
   Lessere /e/ q(ua)ndo louolere etanto
   C holtra misura dinatura torna
   P o nonsadorna diriposo mai
   M oue changiando color riso inpianto
   Et lafigura conpaura storna
   Poco sogiorna / ancor dilui uedrai
   C hengente diualore ilpiu sitroua
   Lanoua q(ua)lita moue asospiri
   E t uol chom miri in    fermato loco
   D estandos ella laqual manda foco
   Y nmaginar nol po hom chenol proua
   E t nonsimoua p(er)calui sitiri
   E t non sigiri p(er)trouarui gioco
   N ecertamente gran sauer nepoco
  Disimil tragge complexione sguardo
  C he faparere lopiacere certo
  N onpuo couerto star quande sigiunto
  N ongia seluaggie le belta suo dardo
  C hetaluolere p(er)temere esperto
  C onsegue merto spirito chepunto
  Et nonsipuo conoscer p(er)louiso
  C onpriso/ bianco intal obietto cade
  Et chi benaude /forma no(n) siuede
  P(er) che lomena chidalei procede
  F uor dicolore desser /e/  diuiso
  Absciso / mezo / scuro luce rade
  F uor dogni fraude / dice degno infede
  C he solo dacistui nasce mercede
  T upuoi sicuramente gir canzone
  D oue tipiace chitosi adornata
  C hasai laudata sara tua ragione
  D alle p(er)sone channo intendimento
  Distar collaltre tu  non ai talento
           Explicit cantilena guidonis .
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Ross1

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Edizione diplomatica

                 Di Guido Caualcanti .
  D onna mi prega perch’io uoglio dire
     D’un’accidente, che souente é fero :
      E é si altero, ch’é chi amato amore .
      Si chi lo niega possa il uer sentire :
      E al p(rese)nte conoscente chero :
      P erche non spero c’huom di basso core
      A tal ragione porti conoscenza :
      Che senza natural demostramento
      N on ha ta lento di uoler prouare .
     La doue posa : (et) chi lo fa creare :
     E qual sia sua uertute, (et) sua potenza :
     L’ essenza poi, (et) ciascun moui mento :
     E' l piacimento, che'l fa dire amare ;
     E s’ huomo per ueder lo puo mostrare .

  I   n quella parte, doue sta memora
      P rende suo stato, si form ato, come
      D ia fan da lome d’una oscuritate :
      L a qual da Marte uiene, (et) fa di mora.
      E gli é creato, (et) ha sensato nome :
      D ’ alma costome, (et) di cor uolontate .
      Uien da ueduta forma, che s’intende ;
      Che prende nel possibil intelletto
      Come in soggetto loco, e dimoranza .
      I n quella parte mai non ha pesanza :
      P erche la qualitate non descende .
       Risplende in se perpetuale effetto :
       Non ha diletto, ma consideranza ,
       Si, ch’ ei non puote largir simiglianza .
   
  N   on é uertute, ma da quella uiene ,
       Ch’ é perfettione, che si pon tale :
      Non rationale, ma che sente dico :
      Fuor di salute giudicar mantiene
      Che l’ intentione per ragione uale .
      Discerne male, in cui é uitio amico :
      Di sua potentia segue huom spesso morte ;
      Se forte la uertù fosse impedita .
      L a qual’ aita la contraria uia :
       Non perche opposita natural sia ;
       Ma quanto che da buon perfetto torte ,
       Per sorte non puo dir huom chaggia uita ,
      Che stabilita non ha si gnoria :
      A simil puo ualor, quand’huom l’oblia .

  L’  essere, quando lo uoler é tanto
      Fuor di natura, di misura torna :
      Poi non s’ adorna di riposo mai .
      M oue cangiando color, riso in pianto
      E la figura con paura storna .
      Poco soggiorna, anchor di lui uedrai
      Ch’in gente di ualor lo piu si troua :
       La noua qualità moue sospiri ;
       E uuol, c’huom miri non fermato loco ;
      Destandos’ ira, la qual manda foco
:
      I maginar no’l puote huom, che nol proua .
      Ne moua  gia però che lui si tiri :
      E non si giri per trouarui gioco
      Ne certamente gran saper ne poco .
 
  D  i simil tragge composi tione isguardo ,
      Che fa parere lo piacere certo :
      Non puo coperto star, quand’é sorgiunto .
      Non gia seluagge le beltà son dardo ;
      Che tal uolere per temere esperto
      Consegue merto spirto, ch’ é punto :
      E non si puo conoscer per lo uiso
       Compriso bianco, in tal obietto cade :
      E chi ben aude forma non si uede :
      D unque gli è meno : che da lei procede
      Fuor di colore d’ essere diuiso
      Affiso, mezzo oscuro luce rade ,
      Fuor d’ ogni fraude dico degno in fede ;
      Che solo di costui nasce mercede .

  C  anzon mia, tu puoi gir securamente
      Doue ti piace; ch’i t’ho si adornata ;
      Ch’ assai laudata sarà tua ragione
      D a le persone, c’hanno intendimento :
      Di star con l’altre tu non hai ta lento .
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T6

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Edizione diplomatica

                                                          Dighuido chaualchantj
              Donna mipriegha . perchio uoglio dire / duno accidente . chesouente . fero / (et) e
                sialtero . chechiamato amore / sichillo negha possa iluer sentire / (et)alp(r)esente
              chonoscente . chero / perchio no(n) spero . chuom dibasso chore / adtal ragione porti
              chonoscenza / che sanza . natural dimostrame(n)to / nono talento . diuoler p(r)ouare /
              laoue posa etchi lo fa creare / equale e suo uirtu esuo potenza / lexenza . poi
              ciaschun suo mouimento / elpiacime(n)to . chelfa dire amore / e se huom peruedere
              ilpuo mostrare
         I   nquella parte doue sta memora / prende suo stato . si formato . chome/ dipha
             no da lume duna obschuritade / laqual damarte . uiene effa dimora / Eglie
          creato . easensato . nome / dalma chostume . edichor uolontade / uien daueduta
          forma chessintende / chelprende / nelpossibil intelletto / chomen subgetto . loco
          edimoranza / En quella parte . gia no(n) a possanza / p(er)che daqualitade no(n)discende /
          risplende . inse p(er)petuale effetto / Nonadiletto . machonsideranza / sicche non
           puote largir simiglianza
         None uirtute . madaquella uiene / chep(er)feczione . chesipone . tale / no(n) ra
            zionale . ma chesente dicho/ fuor disalute . giudichar mantiene / chellan
          tenzione . p(er)ragione . uale / discerne male . inchui e uinto amicho/ Disuo po
          tenza seghue spesso morte / seforte . lauirtu fosse inpedita / laquale aiuta
          lachontraria uia / Nonperche opposito natural sia / maquanto chedibuon p(r)o
          posto torte / ep(er)sorte . no(n)puo dir huom chaggia uita / Che stabilita . no(n) a sin
          gnoria / adsimil puo ualer quando huomo oblia
        Lessere quando. louolere etanto / choltra misura . dinatura. torna / poi nonsi
          adorna . diriposo mai / Moue changiando. cholor riso inpianto / ella fighu
         ra. chonpaura . storna / pocho soggiorna . anchor dilui uedrai / C hengente
         diualore ilpiu sitruoua/ la nuoua. qualita moue sospiri / euuol chuom miri
         no(n)fermato locho/ destandosi ella laqual manda fuocho / ymaginar nolpuo
         chinolpruoua / et no(n)simuoua . p(er)che allui sitiri/ et no(n)si giri . p(er)trouarui gi
         ocho / ne certamente gran sauer nepocho
              Disimil tragge co(n)plexione sghuardo / che fa parere . lo piacere incerto /
                nonpuo chouerto . star quando ese giunto / Nongia seluagge . labelta suo
               dardo / chetuluolere . p(er)tornare . experto / no(n)seghue merto . spirito che pu(n)
               to / et no(n)sipuo chonoscer p(er)louiso / conplexo biancho intale obgetto chade /
               chi ben aude . forma no(n)siuede / p(er)che limena chedallui p(r)ocede / fuori di
               suo cholore ess(er) diuiso / absciso . i(n)mezzo obschuro luce raude / fuor dongni
               fraude . dire dengna infede / chesolo dichostui nasce merzede
        Tupuoi sichuramente gir chanzone / oue tipiace chio to si ornata/ cha
           ssai laudata . sara tuo ragione / dalle persone . chan(n)o intendimento/ di
         star chonlaltre tu nonnai talento
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sP

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Edizione diplomatica

                                                           Guido Caualca(n)ti;
                                                                                          
  D
     Onna me prega p(er) chiuoglio dire/ dunaccide(n)te chesoue(n)te efero/ (et) e sialtero che
                                                                                                                                         chiamato a -
          more/ Cosi chil nega possa iluer sentire/ du(n)q(ue) alpresente canoscente chero/ p(er) che no(n)
                                                                                                                                                   spero
         chom dibasso core/ adtal ragione po(r)ti canoscenza . che senza natural dimostrame(n)to / non /o/
        talento diuoler mostrare /. ladoue posa e chilofa creare. et quale sua u(er)tu (et) sua pote(n)za.
                                                                                                                                              lessenza
        (et) poi ciaschun suo mouime(n)to. et labelta chelofa dire amare. (et) se hom p(er) ueder lopuo
                                                                                                                                             mostrare:,
  E   nquella parte laue sta memora/ prendesuo stato/ siformato come/ diafano da lume/ laue
       unascurita/ laqual damarte uene (et)fa dimora . Elle creato da sensato nome/ dalma costume/
       o decor uolonta/ uien daueduta forma che sentende/ che pre(n)de nel possibile intelletto / come in
       subietto loco e dimora(n)za / en quella parte mai no(n) a posanza . p(er)che da qualitate no(n)
                                                                                                                                        discende / ris
       plende inse perpetuale effetto / no(n) e diletto ma co(n)sidera(n)za / siche no(n) puote la gir
                                                                                                                                         simiglianza :,
  N   on e u(er)tude ma daquella uene /e/ p(er)fectione / che sepone tale/ no(n) rationale/ma che sente
                                                                                                                                              dico(n) for
       dirascione giudicar ma(n)tene/ ela inte(n)tione p(er)larascione uale / disce(r)ne male i(n) chuj e uitio
       amico/. disua pote(n)za segue spesso morte / si forte lau(er)tu fosse empedita/ laquale eita ala
       co(n)traria uita/ no(n)che opposito naturale sia/ maqua(n)to che dabuon p(er)fetto/ torto e
                                                                                                                                  p(er)sorte/ no(n)po
       hom dire cheabbia uita / che stabilita nona signoria /ad simel poualer qua(n)to labriga :,
  L  essere/e/qua(n)do louolere e ta(n)to /coltra mesura de natura torna/ poino(n) sadorna diriposo mai
      moue cagna(n)do colore/ riso en pia(n)to/ (et) lafigura co(n) paura storna/ poco sogiorna/ ancor diluj
      uedraj / chen ge(n)te diualore al cor sitroua /. Lanoua qualita moue sospiri / e uuol chom miri/
      no(n) en formato loco destando se ira/ la qual ma(n)da foco/ y(n)maginar nol pote hom chenolproua .
      et gia se moua p(er)che alluj si tiri / ne se giri p(er) troua(r)ue gioco / ne ce(r)tame(n)te ilgran saper
                                                                                                                                              nel poco :,
   D a simel trae co(n)pressione sguardo / chefaparere lopiacere certo / no(n)puo cou(er)to stare /
                                                                                                                                         qua(n)do e si
      gionto / negia seluagia labelta son dardo / (et) tal piacere p(er) temere esperto / co(n)segue merto
      spirito chepu(n)to/ (et)no(n)sipuo cognoscerp(er)louiso/co(n)preso bia(n)coi(n)taleobietto cade(et)
                                                                                                                                         chi beneaude
      forma no(n) siuede/ che lama(n)da chi daluj procede/ fuor dicolore dessere ediuiso/ assiso mezo ob -
      scuro luce (et)rade/ fuor do(n)ne fraude dice degno in fede/ che sola dacostuj nasce merzede :,
  T   upuoi sicurame(n)te andar canzone/ laue ti piace/ chio to si adornata/ cassai lodata sara tua ra –
       gione / dale p(er)sone ca(n)no i(n)tendimento / distar collaltre tu no(n) ai talento :,
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Io non pensava che lo cor giammai

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Gianni, quel Guido salute

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Tradizione Manoscritta

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Ch

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Edizione diplomatica

Risposta diGuido decaualcanti aGianni deglialfani / p(er)uno mottetto rima -
tetto ilquale udirete qui appresso.

GIanni quel guido salute / nelatua bella (et)dolce salute / singnificatimi
inun sonetto rimatetto / iluolere delagiouane donna /  chetti dice /  fa
dime quel chette riposo / Epero eccho me apparecchiato / sobarcholato /
edandrea collarcho inmano / eccholglistrali ecchomoschetti /guarda doue
timetti/  chela chiesa didio / siuuole digiustizia fio.
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SONETTI

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A me stesso di me pietate vène

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Tradizione Manoscritta

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Ch

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Edizione diplomatica

                    
                                                        Guido decaualcanti.
                  A   Me stesso dime pietate uene / perladolente angoscia  chimi ueggio.
                    dimolta debolezza quandio seggio / lanima sento ricoprir dipene.
                    etutto mistruggo p(er)chisento bene / chedogni angoscia lamia uita epeggio.
                    lanoua donna chu merzede cheggio / questa battalgla didolor mantene.
                    Pero chequandi guardo uerso lei / rizzami gliocchi delo su disdengno /
                    siferamente chedistrugel chore / Allor siparte ongni uertu damiei /
                    elchor siferma perueduto sengno / doue silancia crudelta damore.
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L20

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Edizione diplomatica

   A  me stesso dime granpieta uiene
       perladolente anghoscia chio miueggio
       dimolta debolezza quando seggio
       lanima sente ricoprir dipene
   _  Tutto mistruggo p(er)chio sento bene.
       chella mia uita e dogni anghoscia el peggio
       lanoua donna achui  merzede iochieggio
       questa  battaglia di dolor mantiene
    P eroche quando ioguardo  uerso lei
       drizami gliocchi   dello suo   disdegno.
       sifieramente che distruggie ilchore.
   _  Allor siparte  ogni uirtu damiei
       ilcor  siferma pelueduto segnio
       doue   silancia  crudelta   damore.
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L34

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Edizione diplomatica

               Guido Caualcanti predecto.
      A Mme stesso di me gran pieta uiene
        perla dolente angoscia chio miueggio.
       di molta deboleza quando seggio
       lanima sento ricoprir di pene
   T  ucto mi struggo perchio sento bene
       chelamia uita é dogni angoscia alpeggio
       la nuoua donna acui merzede ichieggio
       questa battaglia di dolor mantiene.
   P  ero che quando io guardo uerso lei
       drizami gliocchi  dello suo  disdegno
       sy fieramente che distruggel core
   A  llor si parte ogni uirtu da miei
       el cor siferma pel ueduto sdegno
       doue si lancia crudelta damore.
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L37

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Edizione diplomatica

       
   A    D me stesso dime gran pieta uene
         Perla dolent angoscia chio miueggio
         Dimolta deboleza quandio seggio
         Lanima sento ricoprir dipene
       Tutto mistruggo perchio sento bene
         Che lamia uita ha dogn angosci il peggio
         Lanoua donna adcui merzed io cheggio
         Questa battaglia didolor mantene
      P ero che quand i guardo uerso lei
         Drizami gliocchi dello suo disdegno
         Si fieramente che distrugge l core
      A llor si parte ogni virtu damiei
         El cor si ferma per ueduto segno
         Doue silancia crudelta damore ;
           
                       
.Finis.
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Pal1

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Edizione diplomatica

    A me  stesso  dime gran   pieta uiene
       p(er) la dolente  angoscia.  ch'i miueggio
       di molta  debolezza   quand'i seggio
       l'anima  sento ricoprir di pene
    T utto mi struggo   p(er)ch'i sento  bene
       ch(e) la mia uita  d'ogni angoscia   é il peggio
       la noua  donna,   a cui mercede io cheggio
       questa   battaglia  di dolor   mantene.
   P  ero   ch(e)  quand'io   guardo   uerso  lei
       drizzami    gli  occhi   de lo suo disdegno
       si  fieramente ch(e) distrugge il core
   A  ll'hor   si   parte   ogni uertu da miei
       el    cor si ferma   p(er) ueduto  segno
       doue   si lancia   crudelta d'amore.
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Par3

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Edizione diplomatica

      A  D me stesso di me gran pieta uene
           per la dolent angoscia chi miueggio
       di molta deboleza quandi seggio
       lanima sento ricoprir di pene
          tutto mi struggo per chi sento bene
          che la mia uita ha dogni angoscia il peggio
          la noua donn ad cui merced i cheggio
          questa battaglia di dolor mantene
      P  ero che quandi guardo uerso lei
          drizami gliocchi dello suo disdegno
          si fieramente che  distrugge l core
      A  llor si part ogni uirtu damiei
          el cor si ferma per ueduto segno
          doue si lancia crudelta damore
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Avete ‘n vo’ li fior’ e la verdura

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Tradizione Manoscritta

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Bart.

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    H  auete in uoi li fiorj et lauerdura
        Et cio che luce, od è bello a uedere
        Risplende piu ch'ilsole uostra figura
        Chi uoi non uede, maj non puo ualere
      I  n questo mondo non ha creatura
        Si piena di bilta ne dipiacere
        Et chi d'amor temesse l'*assicura
         Uostro bel uiso et non puo piu temere*
       Le donne che ui fanno compagnia
         Assai mi piaccion per lo uostro amore
         Et io le prego per lor cortesia
       Che qual piu puote, piu ui faccia honore
         Et haggia chara uostra signoria
         Perch(e) ditutte sete la migliore:

* Sono presenti le seguenti correzioni a lato destro del testo:

        v.7                                                                       si teme lui

        v.8                                                    ha tanto in se bellore

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Ch

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                                                       Guido caualcanti.
                  

           A        Uetenuo   lifior  elauerdura /  eccio chelluce ode bello auedere.
               
                risplende piu  chesol uostra figura /  chiuo nonuede ma nonpo ualere.
              
                inquesto mondo nona creatura  /  sipiena   dibielta   nedipiacere.
                  
                ecchi damor siteme lu assichura /  uostro beluisa tanton se  bellore.
                  
                Ledonne cheuifanno compagnia /  assamipiaccion p(er)louostro amore /
                      
                edile pregho perlor cortesia.  Chequal piu puo piu uifaccia onore /
                    
                edaggia chara uostra  segnoria /  perche ditutte siete  lamigliore.
            
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L20

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   A uete inuoi lifiori elauerdura
      ecio che lucie  et ebello auedere
      risplende  piuchelsole uostra fighura
      chi uoi nonuede mai non puo ualere.
   /  I(n) questo mondo non ha creatura
      si piena dibilta ne dipiacere
       ecchi damor temesse  lassichura
       uostro beluiso e non puo piu temere.
     L edonne che uifa(n)no compagnia
        assai mipiaccon perlouostro amore.
       edio lepriego perloro chortesia
   /   Che quale auoi piu puo piu faccia honore
       et habbia chara uostra signoria
       perche ditutte siate lamigliore.
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L34

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             Gui(do) Caual(canti) detto.
    H AUete in uoi lifiori /et la uerdura
      et cio che luce: et é bello auedere
      risplende piu che soluostra figura
      chi uoi non uede: mai non puo ualere
    I  n questo mondo non é criatura
      sy pjena di bilta/ ne dipiacere
      et chi damor temesse: lassicura
      uostro bel uiso: et non puo piu temere
    L e donne che ui fanno compagnia
      assai mi piaccion per lo uostro amore
      et io lepriego per lor cortesia
    C he quale a uoi piu puo/ piu faccia onore
      et habbia cara uostra signoria
      perche di tucte siate la migliore.
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L37

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Edizione diplomatica

    H   Auet in uo li fiori et la uerdura
         Et cioche luc o/ é bell aduedere
         Risplende piu chel sol  uostra figura
         Chi uo non uede mai non puo ualere
         In questo mondo non ha creatura
         Si piena di bilta ne dipiacere
         Et chi damor  temesse lassicura
         Uostro bel uis et non puo piu temere.
       Le donne che uifanno compagnia
         Assai mipiaccion perlouostr amore
         Et io le priegho per lor cortesia
       Che qual  piu puote piu uifaccia honore
         Et haggia cara uostra signoria
         Perche ditutte sete la miglore;
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Pal1

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Edizione diplomatica

   H auete in uoi  li fiori / et la uerdura
      et cio ch(e) luce  / ó  é  bello  a uedere
      risplende piu chel  sol uostra  figura
      chi  uoi  no(n) uede  mai no(n) po ualere
     I n questo  mondo no(n) ha creatura
       si  piena de belta / ne de piacere
       e chi  d'amor  temesse / l'assicura
       uostro  bel uiso / et no(n) po piu temere
     L e donne  ch(e) ui fanno compagnia
        assai mi piacen   p(er) lo uostro amore
        et io le prego   p(er) lor cortesia.
     C he  qual   piu puote / piu ui faccia  honore
        et   haggia  cara uostra signoria
        p(er)ch(e) de tutte   sete  la migliore.
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Par3

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Edizione diplomatica

    H  Auet  in uo li fiori etla uerdura
        et  cioche luc ·o· é bell ad uedere
      risplende piu chel sol uostra  figura
      chi uo  non uede ma non puo ualere
      in questo mondo non ha creatura
      sipiena di bilta ne di piacere
      et  chi  damor  temesse lassicura
      uostro bel uis et non puo piu temere
   L e donne che mi fanno compagnia
      assai mi piaccion per lo uostr  amore
      et i le priegho   per lor  cortesia
   C he qual piu puote piu uifaccia honore
      et haggia  cara uostra  signoria
      perche  di tutte  sete lamigliore
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Biltà di donna e di saccente core

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Tradizione Manoscritta

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Bart

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Edizione diplomatica

   B ilta di donna et di saccente core,
      Et caualier armatj che sian gentj,
      Cantar d'augelli, et ragionar d'amore,
      Adorni legni in mar, forti et correntj,
   A ria soaue quando appare lalbore,
      Et biancha neue scender senza uentj,
      R iuiera d'aqua, et Prato d'ogni fiore,
      Oro, argento et azurro in orname(n)tj,
   C io passa* la beltate et la ualenza
      Della mia donna, in sul** gentil coraggio
      Si che rasembra uile a chi cio guarda
    Et tanto e/ più d'ogn'altra canoscenza
      Quanto lo cielo è della terra Maggio
      A simil di natura ben huom*** tarda

                 
*  Le prime due parole del v. 9 vengono corrette mediante una correzione a lato nel seguente modo:

        
         =      che puo la beltate et la ualenza

    

**  Anche il v. 10 viene corretto risultando infine come segue:

                                       

         =      Della mia donna, in suo gentil coraggio

     
***  Altra correzione riportata di lato al v. 14:  

       
          =      A simil di natura ben non tarda

 

 

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Ch

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Edizione diplomatica

Guido caualcanti.
BIlta didonna (et)disaccente chore / ecaualieri armati chesiengenti /.
cantar daugelli (et)ragionar damore / adorni legni mar forte corenti.
aria serena quandapar lalbore / ebianca neue scender senza uenti.
riuera dacqua (et)prato dogni fiore/oro argento azuronornamenti./
Cio passa labeltate (et)laualenza /delamia donna ilsugentil coraggio /
siche rasembra uile achi cio guarda/Etante piu dognaltra canoscenza /
quanto lociel delaterra emaggio /  assimil dinatura bennontarda.
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L20

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Edizione diplomatica

   B ilta di donna edisacciente chore
      echaualieri armate chessien genti
      chantar dauccelli eragionar damore
      adorni legni in mar forti et correnti
  –  Aria serena quando appare lalbore
      ebiancha neue scender sanza uenti
      riuera daqua eprato dogni fiore
      oro et argento azurro in ornamenti
   C ioche puo labiltate elaualenza
      della mia donna i(n) sugentil coraggio
      siche rassembra uile acchi cio ghuarda
     Et tanto ha piu dognialtra conosce(n)za
      quanto lociel diquesta terra emaggio
      assimil di natura ben non tarda
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L34

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Edizione diplomatica

               Guido Caual(canti) decto!
    B  ILta di donna/ et di saccente core
       et caualieri armati / che sien genti
       cantar daugelli: et ragionar damore
       addorni legni in mar forti et correnti
    A ria serena quando appar lalbore
       et bianca neue scender sanza uenti/
       riuiera dacqua:et prato dogni fiore
       oro et argento: azurro in ornamenti
    C io che puo labiltate et la ualenza
       dellamia donna in su gentil coraggio
       si che rassembra uile a chi cio guarda
    E t tanto é piu dognaltra conoscenza
       quanto lo ciel di questa terra é maggio
       asimil di natura ben non tarda. 
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L37

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Edizione diplomatica

   B  Iltà di Donna et di saccente Core
       Et caualieri armati che sien genti
       Cantar daugell et ragionar damore
       Adornj legni in mar forti et corre(n)ti
     A ria serena quand appar lalbore
        Et biancha neue scender sanza uenti
        Riuera dacqua et prato dogni fiore
        O ro et argento / azurro i(n) orname(n)ti
     C Io che puo labiltate et la ualenza
        Della mea            insugentil Coraggio
        Siche rassembra uile adchi cio guarda
      E tant et piu dognaltra conoscenza
        Quanto lociel diquesta terra e maggio
        Assimil di natura ben non tarda.
                      
.Finis.
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Par3

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Edizione diplomatica

       B  Ilta di donna et disaccente core
            et  caualier armati che sien genti
        cantar daugelli et ragionar damore
        adorni legni in mar forti et correnti
        aria serena quand appar lalbore
        et bianca neue scender senza uenti
        riuera dacqu et prato dogni fiore
        or et argento azurro in ornamenti
    C  ioche puo la biltat et la ualenza
        della mia donna in su gentil coraggio
        siche rassembra uil adchi cio guarda
    E  tanto et piu dognaltra conoscenza
      quanto lo ciel di questa terra e maggio
      assimil di natura ben non tarda
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V2

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Edizione diplomatica

   
Guido chaualchantidi fire(n)ze feceq(ue)sto.
  
B ilta dido(n)na edisaccie(n)tecore/ekaualieri armati kesia(n)
 
genti /cantardaugelli e ragionar damore/ adorni le -
    
gni in mar fortiecorrenti /aria serena qua(n)do appar lal -
          
bore/ebianca neue sciender sa(n)za ue(n)ti/ riueradacqua
    
eprato dogni fiori /oroetargento azurro i(n)norname(n)ti.
       
Cio passa labeltate elauale(n)za /delamia do(n)na insulge(n) -
     
tilcoraggio/ sikerasembra uile akicio guarda / Et tan-
    
te piudognaltra canoscenza /quanto lociel delaterra
       
emaggio / assimil dinatura benomtarda.
   
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Certe mie rime a·tte mandar vogliendo

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Tradizione Manoscritta

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Bart

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Edizione diplomatica

    C erte mia rime a te mandaruogliendo
        Del greue stato, quale  elmio*cor porta
        Amor' m'apparue in un' immagin'* morta
        Et disse non mandar ch'io tirispondo
      Pero che se  l' amico è quel ch'io intendo
         Et non haura gia si la mente accorta
         Ch' udendo la 'ngiuriosa cosa et torta
         Che io ti fo soffrir' tutt' hora ardendo
       T emo non prenda tale* smarrime(n)to
          Ch'auantj ch' udito habbia sua* pesanza
          Non sidiparta dalla uita ilcore
        Et tu conosci ben' ch' io son amore
          Io che* ti lascio tutta mia speranza*
          Et portone ciaschun' tuo pensamento
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Ch

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Edizione diplomatica

Guido caualcanti.
CErte mie rime atte madar uolglendo / delgreue stato chelmecor porta /
amor maparue infighura morta / (et)disse non mandar chiti rispondo.
pero chesse lamicho equel chion tendo / enonaura gia silamente accorta.
chudendo langiuliosa cosa etorta / chitifo tuttor soffrire ardendo.
Temo nonprenda sigransmarrime(n)to/cheaua(n)te chuditaggia tua pesa(n)za /
nonsi diparta dalauita ilchore  / Ettu chonosci bene chisono amore /
chiti lascio questa mia sembianza / eportone ciascun tu pensamento.
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L20

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Edizione diplomatica

    C ertomie rime atte mandar uogliendo
       delgraue stato elquale elmio corporta
       amor mapparue inuna imagin morta
       edisse non mandar chitirispondo
    /  Pero chessello amico equel chitendo
       enonaurei giasi lamente acchorta
       chudendo langiuriosa cosa et torta
       chitifo sofferire tuttora ardendo
    T emo non prenda tale ismarrimento
       chauanti chudito habbia tua pesanza
       nonsidiparta dallauita ilcore
    /  E tuconosci bene chio sono amore
       io chettilascio questa mia sembianza
       eportatone ciascuno tuo pensamento
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L34

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Edizione diplomatica

                   Guido Caual(canti) decto.
     C  Erto mie rime atte mandar uolendo
       del grieue stato / ilquale il mio cor porta
       amor mapparue in una imagin morta
       et disse non mandar chi ti rispendo
    P eró che se lamico é quel chintendo
       et non haurai gia sylamente accorta
       chudendo langiuriosa cosa/ et torta
       chio tifo sofferir tucthora ardendo:
    T emo non prenda tale smarrimento
       chauanti chudito abbi tua pesanza
       non si diparta della uita il core.
    E t tu conosci ben/ chio sono amore
       io che ti lascio questa mia sembianza
       et portone ciascun tuo pensamento.
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L37

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Edizione diplomatica

    C Erto mie rim ad te mandar uogliendo
       Del greue stat elqual elmio cor porta
       Amor mapparue in una imagin morta
       Et dixe non mandar chio tirispendo
    P erò che se lamic é quel chio intendo
       E non haura gia si lament accorta
       Ch udendo langiuriosa cosa et torta
       Chio ti fo sofferir tutt hora ardendo.
    T emo no(n) prenda tale smarrimento
       Ch auanti ch udit habbi tua pesanza
       Non si diparta dalla uita ilcore
    E t tu conosci benchio sono amore
       Io che tilascio questa mia sembianza
       Et portone ciascun tuo pensamento.

  .                    Finis.
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Par3

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Edizione diplomatica

      C  ERto  mie rim adtemandar uogliendo
           chel greue  stato l qual  el mio corporta
       amor mapparue in una ymagin morta
       et dixe non mandar chi ti  rispendo
       pero che se lamic  é quel chi intendo
       e non haura gia si la ment accorta
       ch udendo langiuriosa  cos et torta
       chio ti fo  sofferir tuttor  ardendo
   T  emo non prenda tale smarrimento
       ch auanti ch udit habbi tua pesanza
       non si diparta  dalla uita il core
   E  t tu conosci ben chi son amore
       io che  ti lascio questa mia sembianza
       et portone  ciascun tuo pensamento
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V2

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Edizione diplomatica

   
Questo sonecto feceguido orlandi di firenze etcomi(n)cia
                                                                           cosi.

Ciertemierime ate ma(n)dar uogle(n)do/del greue stato kello
  
meocor porta/amor maparue infigura mo(r)ta/ edisse no(n)
  
ma(n)darkiti ripre(n)do/ p(er)okeselamico eq(ue)l kintendo/e no(n)
  
naura sigia lam(en)te accorta/ kudendo languiliosa cosa
  
etorta keti fotuctor soffrire ardendo /Temo no(n) p(re)nda
  
sigra(n) marrim(en)to kaua(n)ti chauditaggia tua pesa(n)za /no(n)si
  
diparte dalauitalcore/ Etu conosci ben kisono amo-
  
re/ke tilascioquesta mia sembianza.
  

          
Nel ms. il presente sonetto copiato nella carta 135v viene erroneamente attribuito a Guido Orlandi.

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Certo non è de lo ‘ntelletto acolto

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Tradizione manoscritta

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Bart

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Edizione diplomatica

     C erto non è del'intellecto accolto
         Quel ch(e) staman' ti fece dishonesto
         Hor come si* monstro mendico et presto
         Il Rosso spiritell' ch' apparue al uolto*
      Sarebbe' forte che t' hauesse sciolto
         Amore da quella che nel tondo sexto
         O, ch(e) uil raggio* t'hauesse richiesto
         A porte lieto, on' io son tristo molto
      Dite mi dole, in me puoi ueder* qua(n)to
         Che mene fiede mia donna atrauerso
         Tagliando cio ch' Amor porta soaue
      Anchor dinanzi m'è rotta la chiaue
         Che del disdegno suo* nel mio cor uerso
         Si ch'amo l'ira, la gramezza e 'l pianto*

   
*  Il ms. presenta nel margine destro le seguenti varianti al testo:
v 3  si  affiancato da  gia       
v 4  Il Rosso spiritell' ch' apparue al uolto  affiancato da  T'apparue rosso spirito nel uolto
                                          
v 7  uil raggio ha come variante  mirazzo       
v 9  in me puoi ueder  ha la variante  dime        
v 13  Che del disdegno suo  è accompagnato da  Del suo disdegno che
                                       
v 14  Si ch'amo l'ira, la gramezza e 'l pianto  presenta la variante  Si che nell'ira è d'alle
                                                                                                               grezza pianto
                                           

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Ch

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c.56r

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Edizione diplomatica

Guido caualcanti
C Erto non delontellecto acholto /  que chestaman tifece disonesto /
  or chome gia mendicho eprest  /  taparue rosso spirito neluolto.
sarebbe forse chettauesse sciolto /  amor daquella cheneltondo sesto.
  oche uirazo tauesse richesto  /  aporte lieto douison tristo molto.
  Dite midole dime guata quanto / chemene fiede lamia do(n)na trauerso /
  tagliando cio chamor porta soaue / Ancor dinanzi me rotta lachiaue /
  delsu disdengno nelmicor uerso  /  sichenno lira edallegrezza epianto.
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c.93v

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Edizione diplomatica

C Erto none delontellecto accolto / que chestaman tifece disonesto.
orchome gia mendicho presto / tapparue rosso spirito neluolto.
sarebbe forse chettauesse sciolto / amor daquella cheneltondo sesto.
oche uirazzo tauesse richesto  / aporto lieto douison tristo molto.
Dite midole edime guata quanto /chemenefiede lamia do(n)naantauerso.
talglando cio chamor porta soaue /Anchor dinanzi me rotta lachiaue /
delsudisdegno nelmicor uerso/ sichenno lira edallegrezza epianto.
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L20

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Edizione diplomatica

    C erto no(n)e dallo intellecto accholto
       quel chestaman tista disonesto
       o chome timostro mendico presto
       el rosso spirto chettaparue aluolto
    /  Sarebbe forse che tauesse scolto
       amor daquella che neltondosesto
       occh(e) uil razo tauesse richiesto
       aporte lieto ouio son tristo molto
    D i te miduole et inme puo scorger quanto
       che mene fiede miadonna atrauerso
       tagliando cio chamor porta soaue.
       Amor dinanzi me torra lachiaue
       che deldisdegnio suo nel* chor uerso
       sicchan(n)o lira edallegrezza epianto

* Il copista attraverso un piccolo richiamo inserisce a margine l'aggettivo    
possessivo mio sfuggito durante l'atto di copia. Il verso si presenta dunque come segue:
che deldisdegnio suo nel mio chor verso .

 

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L34

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Edizione diplomatica

                  Guido Caualcanti
      C Erto non é dellontellecto accolto
         quel che staman ti fece disonesto
         or come ti mostró mendico presto
         el rosso spirto: che tapparue al uolto
     S  arebbe forse / che tauesse sciolto
         amor daquella che nel tondo sesto
         o/ che uil razo tauessi richiesto
         a por te lieto / ouio son tristo molto
     D  i te mi duol: en me puoi scorger quanto
         che menesiede mia donna atrauerso
         tagliando cio chamor porta soaue
     A  ncor dinanzi mé rocta lachiaue
         che del disdegno suo nel mio cor uerso
         si channo lira et dallegreza/ et pianto
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L37

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Edizione diplomatica

          
     C erto non é dellontellect accolto
        Quel chestaman tifece dishonesto
        Hor come timostro mendico presto
        El rossospirto che tapparu aluolto
      Sarebbe forse che tauesse sciolto
        Amor daquella che nel tondo sexto
        O che uil razo tauesse richiesto
        Apor te liéto ouio son tristo molto.
      DIte mi dole/ inme puoi ueder quanto
        Che mene fiede mia donna a trauerso
        Tagliando cio che amor porta soaue.
      Anchor dinanzi mé rotta lachiaue
        Che del disdegno suo nel miocor uerso
        Si channo lira et dallegreza et pianto;

                        .Finis.
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Par3

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Edizione diplomatica

     C    ERto non é dellontellect accolto
            quel che staman tifece dishonesto
         hor come ti mostro mendico prosto
         el rosso spirto che tapparu aluolto
         sarebbe forse che tauesse sciolto
         amor da quella che nel tondo sexto
         o che uil razo tauesse richiesto
         ad porte liet oni son tristo molto
    D   ite mi dole in me puoi ueder quanto
         chemene fiede mia donn atrauerso
         tagliando  cioch amor porta soaue
    A   ncor dinanzi me rotta la chiaue
         che del disdegno suo nel mio coruerso
         si channo lira et dallegreza et pianto
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Chi è questa che vèn, ch’ogn’om la mira

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Tradizione Manoscritta

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Ch

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Guido caualcanti.
Chie questa cheuen chognom lamira / efa tremar diclaritate lare.
emena secho amor siche parlare /  om nonpuo maciascun nesospira.
decherasembla quando liocchi gira / dicha lamor chinolporia contare.
cotanto dumilta donna mipare /  chognaltra ueramente lachiamira.
Nonsi poria contar lasua piagenza / challesinchinogni gentil uertute /
elabeltate persuo dio lamostra / Nonfu sialta gia lamente nostra /
enonsi posennoi tanta uertute /  chenprima nepossauerom canoscenza.
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L20

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Edizione diplomatica

   C hie questa che uien chogniuo(m) lamira
      efa di clarita laere tremare
      et mena seco amor siche parlare
      huon non lepuo / ma ciascun nesospira
  –  Do che rasembra quando gliocchi gira
      dicalo amor chio non loporria contare
      cho tanto dumilta donna mipare
      chognialtro uicramente lachiama ira
   N onsiporria contare lasua piacenza
      challei sinchina ogni gentile uirtute
      et labeltate persuo dio lamostra
  –  Non fu si alta gia lamente nostra
      enonsipuose innoi tanta uirtute
      che(n)pria nonpossa hauere ogni conoscenz
a
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L34

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Edizione diplomatica

                  Guido Caual(canti) decto.
   C  HI é questa che uien / chognum lamira!
     etfa di clarita laer tremare:
     et mena seco amor: si che parlare
     huom non lepuo: ma ciascun ne sospira
  D ó che rassembra: quando gliocchi gira
     dicalo amor: chio nol porria contare
     cotanto dumilta donna mi pare:
     chognaltro ueramente lachiama ira.
  N on si porria contar lasua piacenza
     challei sinchina ogni gentil uirtute
     et la biltate per suo dio lamostra
  N on fu sy alta gia la mente nostra
     et non si puose in noi tanta salute
     chenpria non possa hauer huom conosce(n)za.
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L37

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Edizione diplomatica

    C Hi é questa che uien che ognihuom lamira!
       Et  fa di clarita laer tremare!
       Et mena secoamor / siche parlare
       Huom no(n) le puo / ma ciascun nesospira!
     Dò che rassembra quando gliocchi gira!
       Dicalo amor chio nol porria contare
       Cotanto dumilta donna mapare
       Ch ognaltro ueramente lachiama ira.
     Nonsi porria contar lasua piacenza
       Ch allei sinchina ogni gentil uitute
       Et la beltate persuo Dio lamostra
     Non fu si alta gia la mente nostra
       Et nonsi pose i(n) noi tanta uirtute
       Chenpria nepossa hauer huom conoscenza.
                           
.Finis.
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L44

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Edizione diplomatica

   C hie questa che uien chognum lamira
      che fa dicarita laer tremare
      et mena seco amor / sicche parlare
      huon nonne puo/ ma ciascun nesospira /
    Doche rassembra quando gliocchi gira
      dicalo amor chio nol/ porria contare
      cotanto dhumilta donna mipare
      cognialtra ueramente lachiamo ira
    Nonsi porria contare lasua piacenza
      cha lei sinchina ongni gentil uirtute
      et la biltate persuo iddio lomostra
    Non fu si alta gia lamente nostra
      et nonsi puose innoi tanta uirtute
      che pria ne possa hauer huon conosce(n)za
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Par3

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Edizione diplomatica

     C Hi é questa che uien chogni huom lamira !
         et fa di clarita laer tremare
      et mena sec amor siche parlare
      huom nonle puo ma ciascun nesospira
      dó che rassembra quando gliocchi gira
      dical amor chi nol porria contare
      cotanto dhumilta  donna mi pare
      chognaltro ueramente la chiama ira
  N  on si porria  contar la sua piacenza
      ch allei sinchin ogni gentil uirtute
      et labeltate  per suo dio la mostra
  N  on fu si alta gia la mente nostra
      et non si pose in noi tanta uirtute

      chenpria ne possa hauer huom conoscenza
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V2

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Edizione diplomatica

 
Guido detto.
  
C hie questa cheue(n) cognom lamira /che fa tremar dichia -
 
ritate laire /emena seco amorsiche parlare /nullomo    
 
pote maciascu(n)sospira /odeochesembra quandoli    
 
occhi gira /dica lamor chinol sauria contare / cota(n)to
  
dumilta donna mi pare/cognaltra uerdilei ilachia         
      
mira.                                                                    
  

N onsi poria contar lasua piagenza /kallei sinchina     
    
ogni gentil uirtute / elabeltate p(er) sua dea lamostra     
  
nonfusialta gialamente nostra / eno(n)sipose in noi       
 
tanta salute/chepropriam(en)te nauia(m) canosce(n)za.
      
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Ciascuna fresca e dolce fontanella

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Tradizione Manoscritta

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Bart

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Edizione diplomatica

   Ciaschuna fresca et dolce fontanella
      Prende in Liscian sua chiarezza et uirtute
      Bernardo amico mio, et sol* da quella
      Che tirispose alle tua rime acute
   Pero che inquella parte oue fauella
       Amor, delle bellezze* c' ha uedute
       Dice ch(e) questa gentilesca et bella
       Tutte nuoue adornezze ha inse co(m)piute
   Aduegna ch(e) ladoglia io portj graue
       Per lo sospiro che dime fa lume
       Lo cor ardendo in la disfacta naue
   Mand ' io alla pinella un grande fiume
       Pieno di lamie seruito da schiaue
       Belle et adorne digentil costume

   
Il ms. presenta per questo componimento soltanto due varianti:
v 3  sol  affiancato da  solo       
v 6  delle bellezze  accompagnato da  dell'altre donne       

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Ch

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Edizione diplomatica

Guido Caualcanti aldecto bernardo risponde.
C Iaschuna frescha edolce fontanella / prende inliscian chiareze uertute /
bernardo amicho mio solo daquella /  chetti rispuose aletue rime agute /
pero cheinquella parte oue fauella /  amor dellebellezze chauedute /
  dice chequesta gentiletta e/ bella /  tutte noue adornezze ainse co(m)piute /
Auengna cheladolglia iporti graue / perlosospiro chedime fa lume /
  locore ardendo inladisfacta naue. Mandio alapinella ungra(n)de fiume /
pieno dilammie seruito daschiaue /  bell eadorne digentil costume.
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L20

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Edizione diplomatica

   C iaschuna frescha edolcie fontanella
      prende inlisciar sua chiarezza euirtute
      bernardo amico  esolo  daquella
      laquale rispuose  alle  tue rime achute
      Pero chenquella parte  oue fauella
      amor  delle belleze chauedute
      dice che questa gentilescha ebella
      tutte  noue  adornezze  ha i(n)se compiute
   A uegnache  ladoglia iporti graue
      perlosospiro elqualdime  fa lume
     lochore ardendo inladisfatta naue
      Mandio alla pinella  uno ampio  fiume
      pien di laminie  seruito daschiaue
      belle  e adorne  digentil chostume
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L34

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Edizione diplomatica

          Risposta di. Gu. Caual. a decto Bernardo.
   C   Iascuna fresca/ et dolce fontanella
       prendein lasciar sua chiareza et uirtute
       Bernardo amico mio é sol da quella
       che ti rispuose alle tue rime acute
    P eró chenquella parte/ oue fauella
       amor delle belleze cha uedute
       dice che questa gentilesca/ et bella
       tucte noue adorneze han se compiute
    A uegna che la doglia io porti graue
       per losospiro/ che di me fa lume
       locore ardendo in ladisfacta naue.
    M andio alla pinella un grande fiume
       pien di laminie: seruito daschiaue
       belle/ et addorne di gentil costume.,
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L37

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Edizione diplomatica

    Risposta di Guido caualcanti aldecto Bernardo da Bologna
   C  Iascuna fresca et dolce fontanella
       Prende in liscian sua chiareza et uirtute
       Bernard amico mio et solda quella
       Che tirispose alletue rime acute
      Pero chenquella parte oue fauella
        Amor delle belleze ch ha uedute
         Dice che questa gentilesca et bella
         Tutte nou addorneze hainse co(m)piute
     Aduegna che ladoglia io porti graue
         Perlo sospiro che dime fa lume
         Locor ardendo inladisfacta naue
    Mandi alla pinella ungrande fiume
        Pieno di lammie seruito daschiaue
        Belle et adorne digentil costume ;
                 
  .Finis.
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Par3

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Edizione diplomatica

  Risposta di Guido caualcanti al decto bernardo
                         da bologna
   C    IAscuna fresc et dolce fontanella
          prende in liscian sua chiarez et uirtute
        Bernard amico mi et sol da quella
        che ti rispos alle tue rim acute
        pero ch in quella part oue fauella
        amor delle belleze che ha uedute
        dice che questa gentilesc et bella
        tutte nou adorat ha inse compiute
    A duegna che la dogli i porti graue
        perlo sospiro che di me fa lume
        lo core ardendo inla disfacta naue
    M andi alla pinella un grande fiume
        pieno dilammie seruito daschiaue
        bell et adorne di gentil costume
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Da più a uno face un sollegismo

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Tradizione Manoscritta

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Bart.

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Edizione diplomatica

     D a piu auno face un syllogismo,
        In maggior et minor mezzo sipone
        Che pruoua necessario senza rismo
        Dacio ti partj forse di ragione
      No'l preferer' che' cade in barbarismo
        Difecto, disauer' ti da cagione
          come far poteresti un sophysmo
        Per syllabate carte fra guittone
      Per te non fu giamaj una figura
        Non fora apposto iltuo in argume(n)to
        In duri quando piu dissi et pon cura
      Che 'nteso ho che componj d' insegname(n)to
        Uolume e for principio è danatura
        fa ch'uom non rida il tuo proponime(n)to
  • letto 83 volte

Ch

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Edizione diplomatica

                                                  Guido decaualcanti afrate Guittone darezzo.
           D   Appiu auno face unsol legismo / maggiore emminor mezzo sipone /
              chepruoua necessario sanza rismo / daccio tiparti forse diragione.
              nel profferer chechaden barbarismo / difecto disauere tida chagione.
              echome far potresti un sofismo  / persilabate charte fraguittone.
              Perte nonfu gia(m)mai una fighura / nonforia posto il tuo unargome(n)to.
              induri quando piu dissi eponcura / Che(n)teso /o/ checonponi dinsegname(n)to /
              uolum efor principio /a/ danatura /  fa chonorida iltuo proponime(n)to.
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Dante, un sospiro messagger del core

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Tradizione Manoscritta

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Bart.

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Edizione diplomatica

                 A Dante Aldighierj
    D ante un sospiro messaggier del core
       Subitamente m'assali dormendo
       Et io mi disuegliai all hor ' temendo
       Che d egli fossi in compagnia d'Amore
     Poi mi giraj et uidi il Seruitore
       Di mona laggia che uenia dicendo
        Aiutamj, pietà, si che dicendo
        Io presi di merze tanto ualore:
                     Guido Caualcantj.
           
   Ch'io giunsi amor che affilaua e dardj
      All hor lo domandaj del suo tormento
      Et elli mirispose in questa guisa
    Di al seruente che la donna è presa
      Et tengola per far suo piacimento
      Et se no'l crede, di ch'agli occhi guardj
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Mg4b

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Edizione diplomatica

           Guido caualcanti. adante.
      
   Dante un sospiro  messagier del core
      subitame(n)te masali dormendo /
      et io mirisuelgliai allor crede(n)do
      chede no(n) fosse i(n)conpagnia  damore
      poi migirai euidil seruidore
      dimo(n)na lagia che uenia dice(n)do
      aiutami pieta sicche pia(n)gendo
      Ipresi di mercie ta(n)to ualore
      chio giu(n)si amore  che filaua dardj
      allor lodoma(n)dai delsuo torme(n)to
      (et)  ellj mi rispuose i(n)q(ue)sta guisa
      di al s(er)ue(n)te chela do(n)na e prisa
      (et) tengola p(er) far suo piacime(n)to
      ese nol crede dj chagliocchi guardj

 

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V2

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Edizione diplomatica

                  
                             Questo mandoguidochauanti a Dante allighieri
              
                 
D       ante unsospiro messagier del core / subitamente
                   
                            massali indorme(n)do /edio midisuegliai alor teme(n)do
                 
                            kedegli fosse incompagnia damore / pomigirai eui -
               
                            dil seruitore / di monnalagia keuenia dicendo / aiu -
               
                            tami pieta si che piangendo p(re)si di m(er)ze ta(n)to ualor(e)
          
                  
                   Chi giunsi amore kaffilaua idardi / allor ladomandai
                  
                        del sutormento /etelli mi rispuose inquesta guisa
                         
                        Dialseruente kelladonna ep(re)sa /etengola p(er) far su pia -
                   
                        cimento / esenol crede di cha liocchi guardi.
               
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Deh, spiriti miei, quando mi vedete

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Tradizione Manoscritta

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Ch

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Edizione diplomatica

Guido caualcanti.
DE spiriti miei quando miuedete / chontanta pena come no(n)mandate.
fuor dellamente parole adornate / dipianto dolorose esbighottite.
deuoi uedete chelcore aferite    /  disguardo edipiacer edumiltate.
deiui priegho cheuoilconsoliate     /   cheson dallui lesue uertu partite.
Iueggho allui spirito apparire  /  alto egentile (et)ditanto ualore /
che fa lesue uertu tutte fuggire.  Deiui priegho chedeggiate dire /
  alalma trista cheparlin dolore  /   comella fu efie sempre damore.
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L20

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Edizione diplomatica

    S piriti mie quando uoi miuedite
       contanta pena chome no(n) mandate
       fuor dellamente parole ado(r)nate
       dipianto doloroso esbighottite
    /  Uoi pur uedete chel chore aferite
       disguardo dipiacere et humiltate
       de iuipriego che uoi ilchonsoliate
       cheson dallui le sue uirtu partite
    I  o ueggio inlui uno spirito apparire
       alto egentile editanto ualore
       che fa le sue uirtu tutte fuggire
    /  De iouipriegho che deggiate dire
       alalma trista che parlin dolore
       chomella fu effia sempre damore
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L34

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Edizione diplomatica

               Guido Caual(canti) decto
     S Piriti miei quando uoi mi uedite
       con tanta pena: come non mandate
       fuor della mente parole addornate
       di pianto dolorose et sbigoctite!
   U  oi pur uedete chel core ha ferite
       disguardo/ dipiacere /et dumiltate
       de io ui priego che uoi il consoliate
       che son dallui le sueuirtu partite
   I   o ueggio in lui uno spirto apparire
       alto/ et gentile/et di tanto ualore
       che fa le sue uirtu tucte fuggire
   D  e io ui priego /che deggiate dire
       allalma trista: che palrin dolore
       comella fu / et fia sempre damore.
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L37

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Edizione diplomatica

                      
   D     E spirti mie quando uoi mi uedite
          Con tanta pena/ come non mandate
          Fuor della mente parole adornate.
          Dipianto dolorose et sbigottite!
      De uoi uedete chel core ha ferite
          Disguardo/ di piacere et dumiltate
          De i ui priegho che uo lconsoliate
          Che son dallui lesue uirtu partite
        I  ueggho allui spirito apparire
          Alto et gentile et ditanto ualore
          Che falesue uirtu tutte fuggire.
        D e i uipriegho che deggiate dire
          Allalma trista che parlin dolore
          Comella fu et fia se(m)pre damore;

                         .finis.
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Par3

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Edizione diplomatica

   D   E spirti miei quandouoi miuedite
          con tanta pena come non mandate
      fuor della mente parol adornate
      di pianto doloros et sbigottite  !
      de uoi uedete chel cor ha ferite
      disguardo    di piacere et dumiltate
      de i ui priegho che uoilconsoliate
      che son dallu le sue uirtu partite
   I    ueggh allui spirit apparire
      alt et gentil et ditanto ualore
      che fa le sue uirtu tutte fuggire
   D e i uipriegho che deggiate dire
      allalma trista che parlin dolore

      comella fu et fia sempre damore
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V2

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Edizione diplomatica

     
Guido caualcantidi fire(n)ze.
 
D espiriti mei qua(n)do uiuedete /co(n)ta(n)ta pena come no(n)ma(n) -
 
date/ fordelam(en)te parole ado(r)nate/di piantodolorose
 
e sbigottite /deuoi uedete chelcore afedite /disgua(r)do e
 
di piaciere edumiltate/ de iuipriegho cheuoi ilcon
 
soliate /chesondalui lesue uirtu partite.
   
  
I o ueggho allui spirito apparire/ alte gentile edita(n)to
  
ualore/ chefalesue uirtu tucte fuggire / De iuipregho
   
chedegnate dire /alalma trista keparli ndolore / comel -
  
lafu e fia sempre damore.
 
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Di vil matera mi conven parlare

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Tradizione Manoscritta

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V2

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Edizione diplomatica

                                                 
                                                Come Guido Caualca(n)ti R(i)x(ponde) a Guido orlandi.
                  
                               D     iuil matera miconue(n) p(ar)lare/ p(er)der rime silabe esonetto
              
                                      sicha meste giuro et imprometto/ ataluoler p(er)modo
                  
                                      leggie dare/ perche facciate balestra leghare/ ecoglier
                     
                                      conisquadra archile i(n) tecto /ecierte fiate aggiate oui-
                 
                                      dio lecto / etrar quadrelli efalse rime usare/ no(n)poue -
                  
                                      nire p(er)lauostram(en)te ladoue insegna amor soctile epia -
                       
                                      no di sua manera dire edisu stato / giano(n)ne cosa che
                       
                                      si porti inmano/ qualche uoi siate egle dunaltra ge(n) -
                      
                                      te sosalparlar siuede chiue stato.
                
                                    Gia nonui tocco lo sonetto primo amorea fabricato
              
                                      ciochiolimo .
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Guata, Manetto, quella scrignutuzza

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Tradizione Manoscritta

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Bart

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Edizione diplomatica

    Guarda manetto quella scrignutuzza
      Et pon' ben mente, come è sfigurata
      Et come bruttamente è diuisata
      Et quel che par' quand' ella siraggruzza
    Et se la fosse uestita d'un'uzza
      Con cappellina et di uel soggolata
      Et apparisse di di acompagnata
      D' alchuna bella donna ge(n)tiluzza
   T u non hauresti iniquita si forte
      Ne tanta angoscia  o, torme(n)to d'amore
      Ne si rinuolto dimalinconia
      Che tunon fosse a rischio della morte
      Di tanto rider ch'aprirrebbe ilcore
      O, tu morrestj o, fuggiresti uia :

   
Il ms. presenta come solito delle varianti :
v 1  il verbo che apre il sonetto è nel testo declinato nella forma  Guarda  mentre esattamente sopra la parte terminale della parola è posta la variante nella forma più antica  Guata
v 3 l'avverbio  bruttamente  inserito a testo è accompagnato di lato dalla variante  dirittame(n)te
          

v 4  il verbo  siraggruzza  si trova anche nella forma  s'aggruzza      
v 13  il verbo  ch'aprirrebbe  ha la variante  che vi sarie          

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Ch

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Edizione diplomatica

guido caualcanti.
GUata manetto quella scringnotuzza/epon ben mente come ffigurata.
ecome dirictamente diuisata / equello chepare quandella sagruzza.
esella fosse uestita dunuzza / concapellin chapo ediuel soggolata.
(et)apparisse didie achompangnata / dalcuna bella donna gentiluzza.
Tunon auresti niquita siforte  / enonsaresti siangoscioso damore /
nessin uolto dimalinchonia. Chetu nonfossi arrischio delamorte /
ditanto rider chetti farebel core / otu morresti ofugirestiti uia.

 

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L20

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Edizione diplomatica

    G huarda Manetto quella iscrigniutuzza
        e pon ben mente come esfigurata
        ecome ebruttamente divisata
        equel chepar quandella siragruzza
     /  Essella fussi uestita duna buzza
        con cappellina ediunuel sogolata
        eapparissi didi acompagniata
        dalchuna fanciulletta gentilezza
     T u nonauresti iniquita si forte
        ne tanta angoscia etormento damore
        nessi rinuolto dimalinconia
     /  Chettu nonfussi arischio dellamorte
        di tanto rider chapirrebbe elcore
        ottu morresti ottu fuggiresti uia
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L34

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Edizione diplomatica

               Guido Caual(canti) a Manetto.
    G UAta manecto quella scrigniotuza
      et pon ben mente come é sfigurata
      et come é bruttamente diuisata
      et quel che par: quandella si ragruza
   E t sella fusse uestita dunuza
      con cappellina et di uel soggolata
      et apparisse di di accompagnata
      dalcuna bella donna gentiluza:
   T u non hauresti iniquita sy forte
      ne tanta angoscia / o tormento damore
      ne sy rinuolto di maninconia
   C he tu non fussi arischio della morte
      di tanto rider crepirebbe il core
      o/ tu morresti: o/ fuggiresti uia.
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L37

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Edizione diplomatica

   G   Uata Manetto quella scrignotuza
        Et pon benmente Com é sfigurata
        Et com é bruttame(n)te diuisata
        Et quel chepar quandella siraggruza
     E t sella fusse uestita dunuza
        Con cappellina et di uel soggolata
        Et apparisse didi accompagnata
        Dalcuna bella donna gentiluza
     T uno(n) hauresti iniquita siforte
        Né tanta angoscia ó torme(n)to damore
        Ne si rinuolto di malinconia
     C he tu no(n) fussi ad rischio dellamorte
        Ditanto rider ch aprirrebbe lcore
        O tu morresti ó fuggiresti uia.
                       
.Finis.
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Par3

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Edizione diplomatica

       G  Uata Manetto  quella scrignotuza
            et  pon ben mente  com é sfigurata
        et  com é bruttamente  diuisata
        et  quel che par  quandella si ragruza
        et sella fusse  uestita  dunuza
        con cappellin  et diuel soggolata
        et  apparisce  didi accompagnata
        dalcuna bella donna gentiluza
    T  u non hauresti iniquita si forte
        ne tant  angoscia o tormento damore
        ne si rinuolto  dimalenconia
    C  he tu non fuss ad rischio dellamorte
        di tanto rider che apprirebbe il core
       o tu morresti  o  fuggiresti  uia
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Io temo che la mia disaventura

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Tradizione Manoscritta

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Bart

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Edizione diplomatica

    I   o temo che la mia disaduentura
        Non faccia si ch'io dica io mi dispero
        Però ch'io sento nel cor un pensero
        Che fa tremar' la me(n)te  dipaura
      Et par' ch' ei dica Amor non t'assicura
        Inguisa ch(e) tu possa di leggiero
        Alla tua donna   sicontare il uero
        Che morte non tiponga insuafigura
      Della gran doglia  che l'anima sente
        Si parte dallo core un tal'  sospiro
        Che ua dicendo  spiritj fuggite
      Allhor' d' un' huom '  che sia pietoso miro
        Che consolasse  mia uita dolente

        Dicendo spiritej non ui partite :
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Ch

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Edizione diplomatica

Guido caualcanti.
I O temo chelamia disauentura / nofaccia si chidicha imi dispero/
pero chisento nelchor unpensero / chefa tremar lamente dipaura /
epar chedichamor nontassichura /  inguisa chetu possi dileggero.
alatua donna sicontar iluero   /  chemorte nonti ponghan sua figura /
Delagrandolgla chelanima sente  /  siparte dalochore uno sospiro /
  cheua dicendo spiriti fuggite   /  Allor dunuomo chesia pietoso miro /
checonsolasse mia uita dolente  /   dicendo spiritei nonui partite.
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L20

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Edizione diplomatica

  I o temo chellamia disauentura
  non facci si chio dicha io midispero
  pero chio sento nelchuore unpensiero
  cheffa tremar lamente di paura
  Epar che dicha amor nontassichura
  inghuisa chettu possa dileggiero
  alla tua donna sicontare iluero
  che morte nontiporgha sua fighura
  P erlagram doglia chelanima sente
  si parte delmio chore umtalsospiro
  che ua dicendo spiriti fuggite
  Allor duno huon chesia piatoso miro
  checonsolasse mia uita dolente
  dicendo ispirite non uipartite 
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L34

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Edizione diplomatica


                   Guido Caualcanti.
     I  Temo che la mia disauentura
       non faccia sy chio dica i midispero
       pero chisento nel core un pensiero
       che fa tremar la mente di paura
    E t par che dica: amor non tassicura
       in guisa che tu possa di leggiero
       alla tua donna si contare il uero
       che morte non ti ponga sua figura
    P er la gran doglia che lanima sente
       si parte dello core un tal sospiro
       che ua dicendo spiriti fuggite
    A llor dun huom che sia piatoso miro
       che consolasse mia uita dolente
       dicendo ispirite non ui partite.
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L37

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Edizione diplomatica

   I   temo chelamia disaduentura
       Non faccia si chio dica imidispero
       Pero chio sento nelcor un pensiero
       Che fa tremar lamente dipaura.
     Et par che dic Amor nonti assicura
       Inguisa che tu possa dileggiero
       Alla tua donna si contar il uero
       Che morte non ti pongh insua figura
     D ella gran doglia che lanima sente
       Si parte dallo core untal sospiro
       Che ua dicendo spiriti  fuggite.
     A llhor dun huom che sia pietoso miro
        Che consolasse mia uita dolente
        Dicendo spiritei non ui partite.
                  
   . finis .
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Par3

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Edizione diplomatica

     I       O temo che la mia disaduentura
             non faccia sichi dica i midispero
      pero chi sento nel cor un pensiero
      che fa tremar la mente di paura
          et par che dic amor nonti assicura
          in guisa che tu possa dileggiero
          alla  tua donna si contar iluero
          che morte nonti pongha insua figura
    D   ella gran doglia chelanima sente
          siparte dallo cor un tal sospiro
          che ua dicendo spiriti fuggite
    A   llor dun huom che siapietoso miro
          che consolasse mia uita dolente
          dicendo spiritei nonui partite
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Io vidi li occhi dove Amor si mise

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Tradizione Manoscritta

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V2

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Edizione diplomatica

   
Guido caualcanti.
  

I o uidi liocchi doue amorsimise/ quandomi fece dise pa
  
urosa /che(m)miguardar comio fosse noioso /alloradico
 
chelcor sidiuise/eseno(n)fosse keladonna rise /Ioparle -
  
reidi tal guisa dogloso /chamor medeximo faria cruc -
  
cioso/ ke feloinmaginar che(m)mi conquise.
 
D   acciel simosse spirito inq(ue)l punto / keq(ue)lla donna mi
 
degno guardare/ euennesi aposar nelmio pensero
 
  
Elli mi contra sidamor louero / ke(n)ogni sua uirtu ue -
   
der mipare/siccomio fosse nel suocor giunto.
  
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I’ vegno ‘l giorno a·tte ‘nfinite volte

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Tradizione Manoscritta

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Ch

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Edizione diplomatica

Guido caualcanti.
I Uengnol giorno atten finite uolte / etrouoti pensar troppo uilmente /.
allor midol della gentil tua mente /edassai tue uertu chetti son tolte.
soleuanti spiacer persone molte /  tuttor fuggiui lannoiosa gente.
dime parlaui sicorale mente  /   che tutte letue rime auei ricolte.
Ornonardiscon perlauil tua uita / far mostrame(n)to chettudir mipiaccia /
neuengon guisa atte chetu miueggi. Sel presente sonetto spesso leggi /
lospirito noioso chetti chaccia / sipartira dalanima inuilita.
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L20

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Edizione diplomatica

    I o uegnio elgiorno ate infiniteuolte
      etruouoti pensar troppo uilmente
      allor miduol della gentil tua mente
      edassai tua uirtu chettison tolte
   /  Soleuanti ispiacer persone molte
      tuttor fugiui la(n)noiosa gente
      eparlaui dime sicoralmente
      chetutte letue rime hauei ricolte
   O rnonardiscon perlauile tua uita
      farmostramento chettuo dir mipiaccia
      ne ueggho inghuisa atte chettumiueggi
   /  selpresente sonecto spesso leggi
      lospirito noioso chetticaccia
      sipartira dallanima inuilita
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L34

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Edizione diplomatica

                .G. Caual(canti). prefato.
    I  O Vegnio il giorno atte infinite uolte
      et truouoti pensar troppo uilmente
      allor mi duol della gentil tua mente
      et dassai tue uirtu: che ti son tolte
   S oleuanti spiacer persone molte
      tucthor fuggiui la noiosa gente
      et parlaui di me sy coralmente
      che tutte le tue rime hauei ricolte
   H or non ardiscon per la uil tua uita
      far mostramento /che tu dir mi piaccia
      ne uengo in guisa atte che tu mi ueggi
   S el presente sonecto spesso leggi
      lospirito noioso che ti caccia
      sipartira dellanima inuilita.
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L37

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Edizione diplomatica

    I  O uegn elgiorn ad te infinite uolte
       Et truouoti pensar troppo uilmente
       Allhor miduol della gentil tua mente
       Et dassai tue uirtuche tison tolte
     Soleuanti spiacer persone molte
       Tuttor fuggiui la noiosa gente
       Et parlaui dime si coralmente
       Che tutte letue rim hauei ricolte
     Hor no(n)ardiscon porla uil tua uita
       Far mostrame(n)to cheltuo dir mipiaccia
       Ne ueng inguisa ad te che tu miueggi
     Sel presente sonetto spesso leggi
       Lo spirito noioso che ticaccia 
       Si partira dallanima inuilita.

                  .Finis.
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Par3

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Edizione diplomatica

        I    o uegno el giorn adte infinite uolte
             et truouoti pensar troppo uilmente
         allor  mi  duol della  gentil tua mente
         et dassai tue uirtu che ti son tolte
         soleuanti spiacer persone molte
         tuttor  fuggiui  la noiosa  gente
         et  parlaui dime  si coralmente
         che tutte le tue rim haue ricolte
    H  or non ardiscon per la uil tua uita
         far mostramento che tuo dir mipiaccia
         ne uengh in guis adte che tumiueggi
    S   el presente  sonetto spesso leggi
         lo spirito  noioso  che ticaccia
         sipartira dallanima  nuilita
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V2

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Edizione diplomatica

        
Guido Orlandidi firenze.
    
I o uengo ilgiorno atte infinite uolte /etrouoti pensar
          
troppo uilmente/allor midoldelagentil tua mente
               
edassai tue uirtu keti son tolte/ soleuanti spiacier p(er) -
           
cone molte/ tuctor fuggiui la noiosa gente /dime p(ar)la-
           
ui sicoralem(en)te/ ke tuctele tue rime auea ricolto. Orno(n)
          
ardisco p(er)la uil tua uita/ far mostram(en)to chetudir mi
       
piaccia/ neuegon guisa ate ke tumi ueggi/ del prese(n)te
     
sonecto spesso leggi/lospirito noioso kemmi caggia
   
si partiradallanima inuilita.
           

                
Nel ms. V2 (Vat. Lat. 3214) conservato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana il presente sonetto copiato nella carta 135r viene erroneamente attribuito a Guido Orlandi.

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La bella donna dove Amor si mostra

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Tradizione Manoscritta

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Bart

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Edizione diplomatica

                    A Guido Orlandj
   
     La bella donna doue amor simonstra
        Ch' è tanto di ualor piena e d'adorno
        Tragge lo cor della* persona uostra
        Et prende uita in far con lej soggiorno
     Perc'ha sidolce guardia la sua chiostra
  **   Che ciascun sente inuidia al unicorno
        la uertude del alma ha fera giostra
  ***  Uizio pos dir no ifa crudel ritorno
     Ch' ell' è per certo disigran ualenza
        Che gia non mancha allej**** cosa dabene
        Ma che natura la crio mortale
     P oi mostra checio mise prouidenza
        Ch' alnostro intendimento si conuene
        far per conoscer, quel ch'alluj***** sia* tale:

       
Per questo componimento i
l ms. presenta numerose varianti nei margini sinistro e destro della carta, con prevalenza del margine destro. Secondo quanto riportato da De Robertis  le varianti sono dovute ad un'operazione di confronto e assemblaggio tra i testi delle varie fonti:
« 
Raccolta di varia provenienza, messa assieme a integrazione della Giuntina del 1527; ordinata per sezioni d'autore, con indicata per ciascuna sezione la successione delle fonti (testo Beccadelli, testo Brevio, testo Bembo, e in un caso testo Buonarroti), e con riportate le varianti e segnalate le concordanze tra i vari testi per le rime comuni a più fonti (varianti in nero, con sottolineatura del testo corrispondente in nero, quelle del testo Brevio sul Beccadelli, in rosso, con analoga sottolineatura rossa, quelle del Bembo sul Beccadelli e sul Brevio; sottolineature in nero o in rosso rispettivamente per le concordanze del Brevio col Beccadelli e per quelle del Bembo con le altre fonti) »  (De Robertis, 
Dante, Rime, I, p. 90).
Le varianti vengono segnalate attraverso la sottolineatura del verso o la parte di verso interessata.
Vengono poste di seguito le immagini delle varianti presenti sulla carta.

          
*        al v 3     
    della presenta la variante dalla
         
**    e    ***         ai vv. 6, 7 e questa variante   
     
       
Che ciascun sente inuidia al unicorno                             Che 'l se(n)te in india ciaschun  

la uertude del alma ha fera giostra                 →                                unicorno
                                                                                           Et lauirtu dell'armj a faruj
       
Uizio pos dir no                  →                     Uitio puo dir, noj
      
Nel margine sinistro è riportata la seguente variante del v 7 

     
     
   la uertude del alma ha fera              →            Et la uirtu dell'armj
                                                                                  afferra
     
****  al v 10     
   allej presenta la variante in lei
     
*****  al v 14        alluj presenta la variante allej
       
Mentre sempre al v 14 la parola fia è corretta in sia attraverso l'inserimento della s nell'interlinea.

 

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Ch

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Edizione diplomatica

Guido caualcanti aGuido orlandi.
LA bella donna doue anchor simostra / chetanto diualor pleno edadorno.
tragge locor della persona uostra / eprende uita infar collei sogiorno.
perchassi dolce guardia lasua chiostra / chelsente inuidia ciascun lunicorno.
elauertu delarma affera giostra / uizio posdire noi fa crudel ritorno /
Chelle percerto disigran ualenza / chegia nonmanca illei cosa dabene /
macreatura lacreo mortale. Poi mostra chencio mise prouedenza /
caluostro intendime(n)to siconuene / far p(er)conoscer quel challu sia tale.
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L20

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Edizione diplomatica

   L  abella donna doue ancor simostra
       che tanto diualor pieno edadorno
       traggie lochore dalla persona uostra
       et prende uita infare collei soggiorno
   –  Perche sidolcie guardia lasua chiostra
       chelsente in uidia ciaschuno unichorno
       et lauirtu dellarme afarmi giostra
       uitio puosdire noi fu crudel ritorno
   C  helle percierto di sigram ualenza
       chegia non mancha allei chosa dabbene
       macreatura locreo mortale
       Poimostra chencio misse prouedenza
       chaluostro intendimento sichonuiene
       far p(er) conosciere quello challuisia tale
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L34

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Edizione diplomatica

               Guido detto a Guido Orlandi!
    L  A Bella donna/doue ancor simostra
      che tanto di ualor pieno/etaddorno
      tragge lo cor della persona uostra
      et prende uita in far con lei soggiorno
   P ercha sy dolce guardia la sua chiostra
      che sente in india ciascuno unicorno
      et la uirtu dellarme afarui giostra
      uitio puo sdire noi fu crudel ritorno.
   C hellé per certo di sy gran ualenza
      che gia non manca allei cosa da bene
      ma creatura la creó mortale.
   P oi monstra / chen ció misse prouidenza
      chal uostro intendimento si conuiene
      far per conoscer quel challui sia tale.
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L37

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Edizione diplomatica

       
Guido caualcanti predecto ad Guido orlandi.
   
    L  A bella Donna dou anchor simonstra
        Che tanto di ualor pien et adorno
        Tragge locor dalla persona uostra
        Et prende uit infar co(n) lei soggiorno
      Perch ha si dolce guardia lasua chiostra
        Chel sente in uidia ciascun unicorno
        Et lauirtu dellarm ad farui giostra
        Uitio puosdir noi fa crudel ritorno
      Chella é per certo disigran ualenza
        Che gia no(n) mancha alle cosa dabene
        Ma creatura la creo mortale
      Poi mo(n)stra che incio misse prouidenza
        Ch aluostro intendimento siconuiene
        Far per conoscer quel ch allui sia tale.

                        .Finis.
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Par3

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Edizione diplomatica

   Guido caualcanti predecto ad Guido orlandi
        L    A  bella donna dou ancor  si mostra
              che tanto di dolor pieno et adorno
        tragge lo cor dalla persona uostra
        et prende uita n far con lei soggiorno
        perch ha si dolze  guardia la sua chiostra
        chel sente nidia  ciascuno unicorno
        et la uirtu  dellarm ad farui giostra
        uitio puosdire noi fa crudel ritorno
    C  hell é per certo  di si gran ualenza
        che gia non manca  alle cosa da bene
        ma creatura la creo  mortale
    P  oi mostra che ncio misse prouidenza
        ch al uostro intendimento si conuiene
        far per conoscer quel ch allui sia tale
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V2

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Edizione diplomatica

  
Questomandoguido caualca(n)ti aGuido Orlandi.
 

La bella do(n)na doue amorsimostra / ketanto diualor ple -
 
noeadorno/ traggelocor dela persona uostra / ep(re)n -
 
deuita in farcollei soggiorno /p(er)ka sidolcieguardia
 
lasua chiostra/chel sente inuidia ciascu(n) lunicorno
 
elauirtudelalma afferagiostra /uizi posdire noi fa      
 
crudel ritorno.                                                      
  

Chelle p(er)cierto disigran ualenza /kegia no(n)manca il -
 
lei cosa dabene /mache natura lacreo mortale.          
 
poi mostra checio mise prouede(n)za /chaluostro inte(n) -
 
dim(en)to sico(n)uiene/far p(er)conoscier q(ue)l challui sia tale.
   
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Li mie’ foll’ occhi, che prima guardaro

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Tradizione Manoscritta

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B1

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Edizione diplomatica

                                                                   Guido  caualcanti.
      L    imei foli ogli che p(ri)ma gua(r)daro                         uostra figu(r)a plena di ualore
            fuor quig che de uuy do(n)na macusa(r)o                    nel fero loco tugli tien cho(r)te amore
            ema(n)tine(n)ti aua(n)ti   luy  mostraro                    chio era fato uostro s(er)uitore
            p(er)cheig sospiri el dolor mi pigliaro                      uede(n)do che(n) teme(n)za auea lo core
            Min(    ) tosto se(n)za  riposanza
            in una p(ar)te laui trouay zente                              che zascun sedoleua damo(r) fo(r)te
            qua(n)do ig mi uedero cu(n) pietanza
            disermi fato sedital seruente                                 che may no(n) dei spera(r) altro che mo(r)te
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V2

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Edizione diplomatica

                                             Guido detto.
     
              L        i mie follocchi keprima guardaro / uostra figura pie
        
                        nadiualore/ fuor quei chediuoi donna macusaro
           
                       nel fero locooue tencorte amore / (Et) inmantenente
            
                       auanti lui mostraro / kio era facto uostro seruidore
         
                       p(er)che sospiri edolor mipigla(r)o / uede(nd)o ke teme(n)za auea lo
                 
                       core.
           
                
M  enarmi tosto sanza riposanza / innuna p(ar)tedoui trouai
            
                      gente / keciascu(n) sidoleua damor forte / quando mi ui -
           
                      der tutti conpietanza / dissermi factose dital serue(n)te
            
                      kemai nondei sperare altro che morte.
      
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L’anima mia vilment’ è sbigotita

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Tradizione Manoscritta

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Bart

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Edizione diplomatica

     L'anima mia uilmente sbigottita
        Dalla battaglia che l' haue dal core
        Che s' ella sente pure un pocho amore
        Piu presso allui ch(e) non suole, ella muore:
                    Guido caualcantj
     S ta come quella che non ha ualore
        Ch' è per temenza dallo cor partita
        Et chi udissi come ell' è partita
        Dicia per certo questi non ha uita
     P  er gli occhi uenne la battaglia inpria
        Che ruppe ogni ualore inmantenente,
        Si che dal colpo fu strecta la mente
     Q  ualunque e quei che allegreza sente
        S'ei uedesse gli spirtj fuggir uia
        Di grande sua pietade piangeria:
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V2

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Edizione diplomatica

Guido caualcanti difirenze.
   

L anima mia uilmente sbigotita /dellabattagla chellaue
  
dalocore/kessella sente puramor unpoco / piu p(re)sso allui
   
kenon sole lamore/ stacome quella keno(n) naualore / ke
 
p(er) temenza dallocor partita /echi uedesse comelle fu
  
gita / diria p(er)certo questi nona(n) uita.                   
  

P erliocchi uenelabattagla i(n)pria /keruppe ogniualore
     
inmantenente/ sichedelcolpo fu structa lamente
   
qualunquequei challegrezza sente seuedesse li spi -
   
riti fugir uia /digrande suapietate piangeria.
         
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Noi siàn le triste penne isbigotite

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Tradizione Manoscritta

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Bart.

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Edizione diplomatica

    Noi siam le triste penne sbigottite
       le cose uize, e  'l coltellin dolente
       C'hauemo scripto dolorosame(n)te
       Quelle parole che uoi hauete udite
     Hor ui diciam perche noi siam partite
           siamo uenute auoj qui di presente
       la man che ci mouea dice che sente
       Cose dubbiose nel cor apparite
      Le quali si hanno distructo costuj
         Et l' hanno posto si presso alla morte
         Ch' altro non ci è rimaso che sospirj
      H or ui preghiam quanto possiam piu forte
         Che non sdegniate di tenerci nuj
         Tanto ch'  un pocho di pietà ui mirj.
  • letto 89 volte

V2

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Edizione diplomatica

                  
                                                 Guido chaualchanti.
                      

                 N     onsian letriste penne sbigotite / lecoseuize elcoltellin
                         
                        dolente / kauemo scritte dolorosamente/ q(ue)lle parole
                        
                        keuoauete udite/ oruidician p(er)chennoi sia(n) partite
                                         
                        esianuenute aduoi qui di p(re)sente / lama(n) checimouea /
                                 
                        dicekesente cosedubbiose nelcorapparite.
                       
                  
L   equalianno sidistructo costui / etannol postosi p(re)s -
                                      
                        so alla morte/ chaltro no(n)ne rimaso che sospiri / Orui
                               
                         preghiam quanto possia(m) piu forte /cheno(n)sdegnate
                          
                         ditenerci noi / tantochunpoco dipieta ui miri.
                     
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Novelle ti so dire, odi, Nerone

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Tradizione Manoscritta

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Bart.

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Edizione diplomatica

     N ouelle ti so dire odi Nerone
         Che buondelmo(n)tj treman di paura
         Et tuttj efiorentin' non gli assicura
         Udendo che' tu haj* cor di leone
      Et piu treman' di te che d'un'dragone
         Ueggendo la tua faccia ch'è sidura
         Che no(n) la riterria ponte ne mura
         Ma si* la tomba del re pharaone
       Oh come* faj grandissimo peccato
          Si alto sangue uoler discacciare
          Che tuttj uanno uia senza ritegno
      Ma ben è uer che t'allargar* lo pegno
          Di che potrestj l'anima saluare
          Se fustj* patiente del mercato:

* Qui compaiono delle correzioni a fianco del testo sul lato di destra. Le correzioni non sono precedute da alcun richiamo/segno grafico, il copista ha semplicemente sottolineanto le parole errate e ha riportato quelle corrette di lato.

v.4                                                                    dir che tu hai

v.8                                                                                    se non

v.9                                                                Dhe com' tu

v.12                                                                     ti largar

v.14                                                                                     fosti

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Ch

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Edizione diplomatica

                                  
                                                    Guido Caualcanti  anerone.
                  N   Ouelle tisodire odi nerone  /  chebondelmonti trieman dipaura.
                   etutti fiorentini nolli assichura / udendo dir chetua cuor dileone.
                   epiu trieman dite chedun dragone /ueggendo latua faccia chessi dura.
                   chenolla riterria ponte nemura /  senon latomba del re pharaone.
                   Dechontu fai grandissimo peccato / sialto sangue uoler dischacciare /
                   chetutti uanno uia sanza ritegno. Mabene uero chetti largar lopegno /
                   diche potrai  lanima saluare /  sifosti paziente delmerchato.
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L20

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Edizione diplomatica

    C hi potrebbe mai credere   o nerone
       che buondelmonti trieman dipaura
       et tutti efiorentini non gliasichura
       udendo   dir che  hai chuor di Leone
       triemanpiu dite   che dundraghone
       ueggiendo latua faccia fiera edura
       che non lariterre ponte nemura
       msi latomba del re farcione
   O chome fai grandissimo peccato
       si alto sanghue   uoler  dischacciare
       che tutti ua(n)no uia sanza ritegno
       Ma bene euer chetallarghar lopegnio
       ma tu potresti  lanima saluare
       se  fussi  paziente   d elmercato
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L34

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Edizione diplomatica

              Guido Caual(canti) a Nerone.
    C Hi potrebbe mai credere ó Nerone
      che buondelmonti triemin di paura
      et tucti efiorentin non gliassicura
      udendo dir / che tu hai cor di leone
   E t trieman piu di te: che dun dragone
      ueggiendo la tua fama fiera / et dura
      che non la riterré ponte/ ne mura
      ma sy la tomba del Re pharaone.
   Ó  come fai grandissimo peccato
      sy alto sangue uoler discacciare
      che tucti uanno uia sanza ritegno
   Mabene é uero/ che tallargar lo pegno
      ma tu potresti lanima saluare:
      sefussi patiente del merchato
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L37

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Edizione diplomatica

  N    Ouelle tiso dir odi Nerone
         che buondelmonti trieman dipaura
         Et tutti e fiorentin nogliassicura
         Udendo che tu hai cuor dileone
        Et piu trieman dite che dundragone
         Ueggiendo latua faccia ch é sidura
         Che nolla rite(r)ria ponte ne mura
          Ma si la tomba del Re pharaone
      O  come fai grandissimo peccato
         Si alto sangue uoler discacciare
          Che tutti uanno uia senza ritegno
      Ma ben é uer che tallargar lopegno
          Diche potresti lanima saluare
          Se fussi patiente delmercato;
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Pal1

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Edizione diplomatica

   N   ouelle ti so dire odi nerone
        che buon delmonti triema de paura
        et tutti  fiorentin   no(n) gli assicura
        udendo ch(e) tu hai cor di leone
    E  piu treman  di te ch(e) d'un dragone
        ueggendo la tua faccia ch'é  si dura
        ch(e) no(n) la riterria    ponti ne' mura
        ma  si  la tomba  del re pharaone
    O  come  fai   grandissimo peccato
        si alto sangue uoler descacciare
        ch(e) tutti uanno uia senza ritegno
    M a ben  é uer  ch(e) t'allargar     lo pegno
        de che potresti  l'anima  saluare
        si fussi patiente  del mercato!
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Par3

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Edizione diplomatica

   N   Ouelle ti so dir odi Nerone
         che buon del monti trieman di paura
      Et tutti efiorentin non gli assicura
      udendoche tu hai cuor di Leone
      Et piu trieman di te che dun dragone
      ueggendo la tua faccia ch é si dura
      che non la riterria ponte ne mura
      ma si la tomba del Re pharaone
   O come fai grandissimo peccato
      si alto sangue uoler discacciare
      che tutti uanno uia sanza ritegno
   Ma ben éuero che tallargar lo pegno
      di che potresti lanima saluare
      se fussi paciente del mercato
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O donna mia, non vedestù colui

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Tradizione Manoscritta

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B1

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Edizione diplomatica

Guido caualca(n)ti
D  onna mia no uedestu culuy /  che su lo core me tegnia lamano.
qua(n)d y ti respondea floco eplano/   p(er)la temenza de gli culpi suy.
el fu amore chetrouando nuy    mego restete che uenia luntano.
enguisa darcieri presto siriano  /   acunzo solp(er) ucider altruy.
trassepoi dig ogli toi suspiri                                           
gli qual mesaeto nel cor siforte     chi mi parti sbigutito fuzendo.
alor mi parue de seguir la morte                                               
aco(m)pagniata dequilli martiri      che soglon co(n)suma(r)e altrui plaze(n)do.
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Mg4b

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Edizione diplomatica

                      Guido chaualcantj
      Do(n)na mia no(n) uedestu coluj
       chensullo core mitenea lamano
       quando tirispondea fiochetto et piano
       p(er)la teme(n)za dellj colpi suoi
       efu amore che trouando nuj
       meco ristette cheuenia lontano
       Inguisa dun presto arcier soriano
       Aconcio sol p(er) uccider altruj
       E trasse poi dalgliocchi suoi sospiri
       Iquai mi saetto nel cuor siforte
       chio mi parti ebigottito fuggendo
       Allor maparue disicur lamorte
       Aconpangnata di cotalj martirj
       chesolglion co(n)sumar altruj pia(n)gendo
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V2

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Edizione diplomatica

  
Guido detto.
  
D onna mia no(n) uedestu colui /kensulocore mitenea la
  
mano /quando ti rispondea fiocchetto e piano / p(er)la
  
temenza delli colpi soi/ elli fuamore ke trouando uoi
   
  
meco ristecte cheuenialontano / inguisa duno arcier
  
p(re)sto soriano/ acchoncio sol per uccideraltrui.
 

E trasse poi degliocchi soi sospiri / iqua mi saetto nelcor
 
si forte / kimi parti sbigottito fuggendo / Allor map(ar) -
 
uedisicur lamorte /accompagnata diq(ue)lli martiri
  
che soglon consumare altrui piangendo.

   
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O tu, che porti nelli occhi sovente

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Tradizione Manoscritta

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Bart

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Edizione diplomatica

     O   tu che portj ne gliocchi souente
           Amor tenendo tre saette in mano
           Questo mio spirto che uien' dilontano
           Tiracomanda l'anima dolente
       L  aquale hagia feruta nella me(n)te
           Di dua saette l' arcier soriano
           Et la terza apre l'arco ma sipiano
           Che non m'aggiunge essendoti prese(n)te
       P erch(e) saria dell' alma la salute
          Che quasi giace in fra le membra morte
          Di dua saette che fan' tre ferute
       L a prima da piacere et disconforta
          Et laseconda desia lauirtute
          Dellagran gioia ch(e) la terza porta :

    
Il ms. nel lato di sinistra presenta al v 7 la variante  Alla  rispetto a  Et la  inserita nel testo

 

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Ch

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Edizione diplomatica

Guido caualcanti
T U cheporti nelliocchi souente /  amor tenendo tre saette inmano /.
questo mio spirito cheuien dilontano /  tiracchomanda lanima dolente.
laquale a gia feruta nellamente  /  didue saette larciere soriano.
alaterza apre larcho ma sipiano  / chenon magiunge essendoti presente.
Perche saria dellalma lesalute  / chequasi giace infralemembra morta /
didue saette chefan tre ferute.  Laprima da piacere  edisconforta./
(et)laseconda disia lauertute  /  delagran gioia chelaterza porta.
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L20

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Edizione diplomatica

    O tu che porti negliocchi souente
       amor tenendo tre saette i(n) mano
       questo mio spirto che uien di lontano
       tiracomanda lanima dolente
   /   Laquale egia feruta nellamente
       di due saette larciere soriano
       elaterza apre larco ma sipiano
       che non magiugne essendoti presente
    P erche sare dellalma lasulute
       che quasi giacie infralle menbra morta
       di due saette chefan tre ferute
   /   Laprima da piacere ediconforta
       elaseconda disia lauirtute
       della gram gioia chellaterza porta
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L34

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Edizione diplomatica

                      Guido Caual(canti) decto!
    O  TU che porti negliocchi souente
       amor: tenendo tra saecte in mano
       questo mio spirto che uien di lontano
       ti raccomanda lanima dolente
    L aquale ha gia ferita nella mente
       di due saecte larcier soriano
       etla terza apre larco: ma sy piano
       che non magiugne essendoti presente
    P erche saria dallalma la salute
       che quasi giace infra le membra morta
       di due saecte: che fan tre ferute.
    L a prima da piacere: et disconforta
       et la seconda disia la uirtute:
       della gran gioia / che la terza porta.
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L37

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Edizione diplomatica

    O  TU cheporti negliocchi souente
         Amor tenendo tresaect in mano
         Questo mie spirto che uiendilontano
         Tiraccomanda lanima dolente
        Laquale ha gia feruta nella mente
         Didue saecte larcier soriano
         Et laterza apre larco/ ma sipiano
         Che no(n)m aggiugne essendoti prese(n)te
       Perche saria dellalma lesalute
         Che quasi giace infra le membra morta
         Didue saecte che fan tre ferute
       Laprima da piacere et disconforta
         Et la seconda disia la uirtute
         Della gran gioia/ che la terza porta.

                        .Finis.
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Par3

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Edizione diplomatica

     O  Tu che porti negliocchi souente
            amor tenendo tre saecte inmano
       questo mio spirto che uien di lontano
       ti raccomanda lanima dolente
       la qual ha gia feruta nella mente
       di due saecte larcier soriano
       et la terz apre larco ma si piano
       che nonm agiugn essendoti presente
   P  erche saria dellalma le salute
       che quasi giace infra le membra morta
       di due saecte che fan tre ferute
   L  a prima da piacer et disconforta
       et la seconda disia la uirtute
       della gran gioia che la terza porta
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Pegli occhi fere un spirito sottile

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Tradizione Manoscritta

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Ch

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Edizione diplomatica

Guido decaualcanti
P   Egliocchi fere unspirito sottile / chefa lamente spirito destare /
dalqual simoue spirito damare / eognaltro spiritel fa gentile /
sentir nonpo dilu spirito uile  /  ditanta uertu spirito appare.
queste lospirtel chefa tremare /  lospiritel che fa ladonna umile.
Poi daquesto spirito simoue  /  unaltro dolce spirito soaue /
chesiege unspiritel dimercede. Loquale spiritel spiriti pioue /
chediciascuno spirita lachiaue  /  perforza duno spirito cheluede.
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L20

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Edizione diplomatica

              Ergliocchi fiere uno spirto sottile
              che fa inlame(n)te unospirtodestare
      dalquale simuoue spirito damare
      cognialtro spiritel poi fa gentile
   /  Sentir nonpuo dalui spirito uile
      spirito ditale uirtute appare
      questo e lospiritel ch(e) fa tremare
      lospiritel che fa ladon(n)a humile
   D ipoi daquesto spirito simuoue
      unaltro dolcie spirito soaue
      che surge duno spirto di mercede
   – Loqual spiritel spiriti pioue
      che diciascuno spirito lachiaue
      per forza duno spirito cheluede
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L34

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Edizione diplomatica

                Sonetti depso Guido Caualcanti.
    P  ER gliocchi fiere uno spirto sottile
        che fa in la mente uno spirto destare
        dalqualsi muoue spirito damare
        chognaltro spiritel poi fa gentile
    S  entir non puo dallui spirito uile
        spirito di tal uirtute appare
        questé lospiritel che fa tremare
        lospiritel che fa la donna humile
    D  ipoi daquesto spirito si muoue
        unaltro dolce spirito soaue
        che surge duno spirto di merzede
    L  oquale spiritello spirti pioue
        ché diciascuno spirito la chiaue
        perforza duno spirito chel uede.
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L37

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Edizione diplomatica

  Sonetti del medesimo Guido Caualcanti
              
    P    ER  Gliocchi fere unspirito sottile
          Che nella mente unspirto fa destare
          Daqual simoue spirito damare
          Chogni altro spiritel poi fa gentile
        Sentir nonpuo dilui spirito uile
          Che ditanta uirtu spirit appare
          Quest é lospiritel che fa tremare
           Lospiritel che fa la donn humile.
       D I poi da questo spirito simoue
           Unaltro dolce spirito soaue
           Che surge duno spirto dimercede
          Loquale spiritello spirti pioue
          Ch é diciascuno spirito lachiaue
          Per forza dunospirito chel uede.
                      
.finis.
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Par3

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Edizione diplomatica

  Qui cominciano esonetti delmedesimo Guido di
  M(esser) Caualcante de caualcanti fiorentino
     P   ER  gliocchi fere un spirito sottile
        che nellament un spirto fa destare
        dal qual simoue spirito damare
        ch ognaltro spiritel po fa gentile
        sentir non puo dilu spirito uile
        che di tanta uirtu spirit appare
        quest é lo spiritel che fa tremare
        lo spiritel che fala donn humile
    D  ipoi da questo spirito si moue
        un altro dolce spirito soaue
        che surge duno spirto di mercede
    L  o quale spiritello spirti pioue
        ch é di ciascuno spiritola chiaue

        per forza duno spirito chel uede
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Perché non fuoro a me gli occhi dispenti

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Tradizione Manoscritta

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B3

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Edizione diplomatica

      P(er)che no fuor dame gliochie dispente//
       Otolte sicho ne lalor ueduta//
      Non fusse nella mente mia uenuta//
      A dire ascolta se nello cor mi sente//
      Una paura di noue to(r)mente//
        Mapa(r)ue allora sicrudele achuta//
      Chellanima chiamo don(n)a ormaiuta//
      C he gliochie mei siremangno(n) dolente//
      T u glai lassate siche deme amore//
      Apiangier sopra lor pietosa mente//
      Tanto che sode una profonda uoce//
      L aqual dice che graue pena sente//
      Gua(r)da chostei euederai ilsuo core//
      C he mo(r)to ilporta et etalgliato incroce//
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Ch

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Edizione diplomatica

Guido caualcanti.
PErche no(n)fuoro ame gliocchi dispenti / otolti siche delalor ueduta.
no(n)fosse nellamente mia uenuta  / adir ascolta senelcor misenti.
una paura dinoui tormenti  / maparue allor sicrudele aghuta.
chelanima chiamo do(n)na orciaiuta / chegliocchiedi no(n)rimagnan dolenti.
Tuglia fasciati sicheue(n)ne amore / apianger sourallor pietosamente /
tanto chelsente un profonda uoce. Laqual dice chegranpena sente /
guardi costui euedra losu chore / chemortol porta(n) ma(n)talglato morte.
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L20

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Edizione diplomatica

    P erche nonfuron ame gliocchi dispenti
       otolti siche dalla lor ueduta
       non fusse nellamente mia uenuta
       adire ascolta senel chor misenti
   –  Una paura di nuoui tormenti
       masparue  allora sicrudele e acuta
       che lanima chiamo donna horchaiuta
       gliocchi miei non rimanghan dolenti
    T ugliai fasciati siche uen(n)e amore
       apianger sopralloro pietosamente
       tanto che sente una profonda uocie
   –  Laqual dasuon che graue pena sente
       ghuardi chostui euedra losuo chuore
       chemorto elporta ma tagliato nuocie
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L34

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Edizione diplomatica

                 Guido Caualcanti decto.
    P  Erche non furo ame gliocchi dispenti
       o/tolti si chedalla lor ueduta
       non fusse nella mente mia uenuta
       a dire: ascolta se nel cor mi senti.
    U na paura dinuoui tormenti
       mapparue allora sy crudele et acuta
       che lanima chiamó donna hor ciaiuta
       che gliocchi miei non rimangan dolenti
    T ugli hai fasciati si:che uiene amore
       apianger sopra loro pietosamente
       tanto che sente una profonda uoce
    L aqual da suon che graue pena sente
       guardi costui: et uedra lo suo core
       chemortoil porta: ma tagliato nuoce.
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L37

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Edizione diplomatica

              
   P   Erche non furn adme gliocchi dispenti!
        O´ tolti! si che della lor ueduta
        Non fusse nellamente mia uenuta
        Addir ascolta se nelcor misenti
      Una paura di nuoui tormenti
        Mapparu allor si crudele et acuta
        Che lanima chiamo/ donna hor ci aiuta
        Che gliocchi et io non rimagnan dolenti.
      T uglia lasciati si che uenn amore
         Adpianger sour allor pietosamente
         Tanto che sent una profonda uoce
        Laqual da suon che graue pena sente
         Guardi costu et uedra losuo cuore
         Che morto lporta/ matagliato nuoce;
                         
.finis.
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Par3

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Edizione diplomatica

   P   ERche non fur adme gliocchi dispenti!
         o tolti siche della lor ueduta
     non fusse nella mente mia uenuta
     ad dir ascolta se nel cor mi senti
     una paura di nuoui tormenti
     mapparu allor sicrudel et acuta
     che lanima chiamo donn hor ciaiuta
     che gliocchi et io non rimagnan dolenti
         
    T  u gli hai fasciati si che uenn amore
        ad pianger soura lor pietosamente
        tanto che sent una profunda uoce
    L  a qual da suon che graue pena sente
        guardi costui et uedera lo suo cuore
        che morto l porta ma tagliato nuoce
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V2

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Edizione diplomatica

  
Guido Orlandi di firenze. *
  
P  erke no(n) furo amegliocchi dispenti /otolti sikedalalor
  
ueduta / no(n) fosse nelam(en)temia uenuta / adirascolta se
  
nelcormisenti /una pauradi noui torm(en)ti / mape(r)ue allor
  
sicrudeledaguta/ kella(n)i(m)a kiamo do(n)norciaiuta /keliocki
  
etio no(n)rimangha(n) dolenti. Tigliai lasciati siche ue(n) -
  
namore /apia(n)gier sourallor pietosam(en)te/ tanto kel se(n)te
  
una profonda uoce. Laqual dicekegra(n) pena se(n)te/gua(r)di
  
costui euedrail su core/ kemo(r)to ilpo(r)ta i(n)ma(n) taglato amor.
   

    
*Il ms. V2 attribuisce a Guido Orlandi il sonetto Perché non fuoro a me gli occhi dispenti.

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Se Mercé fosse amica a’ miei disiri

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Tradizione Manoscritta

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Ch

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Edizione diplomatica

Guido caualcanti
S Emerce fosse amicha miei disiri / elsuo mouimento fosse dalchore /
diquesta bella donna alsu ualore / mostrasse lauertute amie martiri /
danghosciosi dilecti miei sospiri / chenaschon dellamente oue amore.
(et)uanno sol ragionando dolore / (et)nontrouan persona chelli miri.
Giriano algliocchi contanta uertute/chelforte elduro lagrimar chefa(n)no /
ritornerebbe inallegreza engioia /  Masie alcor dolente tanta noia /
eallanima trista etanto danno / chep(er)disdengno huom nonda lor salute.
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L20

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Edizione diplomatica

    S e merze fusse amicha amia desyri
       elmouimento suo fussi dalcore
       diquesta bella donna elsuo ualore
       mostrassi lauirtu amia martiri
    /  Dangosciosi dilecti emia sospiri
       che naschon della mente houe amore
       eua(n)no sol ragionando dolore
       enon truouon persona chellimiri
    G irano agliochi contanta uirtute
       chelforte elduro lagrimar chefan(n)o
       ritornerebbe inallegrezza engioia
    /  Massia alchor dolente tanta noia
       e allanima trista e tanto da(n)no
       che perdisdegno huon no(n) da lor salute
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L34

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Edizione diplomatica

             Guido Caual(canti) predecto.
   S E Merze fusse amica amie disiri
     el mouimento suo fussi dal core
     di questa bella donna il suo ualore
     mostrasse la uirtute a mia martiri
  D angosciosi dilecti i mie sospiri
     che nascon della mente oue amore
     et uanno sol ragionando dolore
     et non truouan persona chegli miri
  G irano agliocchi con tanta uirtute
     che forte et duro lagrimar che fanno
     ritornerebbe in allegreza/ en gioia
  M a sia al cor dolente tanta noia:
     et allanima trista tanto danno
     che per disdegno huom non da lor salute.
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L37

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Edizione diplomatica

   S   E merze fuss amica amiei disiri
        El mouimento suo fusse dalcore
        Diquesta bella donna elsuo ualore
        Monstrasse la uirtute amiei martiri
     D angosciosi dilecti imiei sospiri
        Che nascon della ment ou é amore
        Et uanno sol ragionando dolore
        Et no(n) truouan persona che limiri
     G irian agliocchi contanta uirtute
        Chel forte et duro lagrimar che fanno
        R itornerebbe i(n)allegrez engioia
     Ma sie alcor dolente tanta noia
        Et allanima trista é tanto danno
        Che per disdegn huom no(n)dalor salute.

                       .Finis.
             
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Par3

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Edizione diplomatica

      S   EMerze fusse amic amiei disiri
             el mouimento suo fusse dal core
        di questa bella donna el suo ualore
        mostrasse la uirtute amiei martyri
        dangosciosi dilect imiei sospiri
        che nascon dellament ou é Amore
        et uanno sol ragionando dolore
        et non truouan persona che limiri
   G  iriano agliocchi con tanta uirtute
        chel fort et duro lagrimar che fanno
        ritornerebbe in alegrez en gioia
   M  a sie al cor dolente tanta noia
        et allanima trist é tanto danno
        che per disdegn huom non da lor salute
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Se non ti caggia la tua santalena

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Tradizione Manoscritta

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Bart

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Edizione diplomatica

    Se no(n) ticaggia la tua sancta lena
      Giu per lo colto  tra le dure zolle
      Et uenga* a man' diqualch(e) uillan* folle
      Che la stropicci et rendalati a pena
     Dimmj  s'el fructo che la terra mena
      Nasce di secco o, dicaldo, o, di molle
      Et qual è il uento ch(e) lamarca* et tolle
      Et di che nebbia  la tempesta è piena
     Et se tipiace  quando  lamattina
      Odi la uoce del lauoratore
      E 'l ramazzar dell' altra sua famiglia
     Io ho percerto ch(e) se la bettina
      Porta soaue spirito nelcore
      Del nuouo acquisto spessotiripiglia :

   
Il testo è accompagnato dalle seguenti varianti:
al v 3  il verbo  uenga  coniugato alla terza persona singolare presenta la variante alla terza persona plurale con l'aggiunta della n in interlinea  uengan; vi è inoltre la variante di  a man diqualch(e) uillan  che compare anche nella forma  in mane d'un forese

al v 7  ch(e) lamarca  presenta la forma  che la inarca

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Ch

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Edizione diplomatica

Guido caualcanti.
SEnonti chagia latua santa lena / giu perlocolto traledure zolle /.
euengna aman dun forese folle / chelastropicci erandalati apena.
dimmi selfructo chelaterra mena / nasce diseccho dicaldo odimolle.
equalel uento chela(n)narcha (et)tolle / ediche nebbia latempesta epiena.
Eseti piace quando lamattina  /   odi laboce dellauoratore /
eltramazzare dellasua familgla/  Io percerto chese labettina /
porta soaue spirito nelchore  /   delnouo acquisto spesso tiripilgla.
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L20

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Edizione diplomatica

    S enonticaggia latua sancta lena
       giu perlo colto tralle dure zolle
       euengha aman diqualche uillan folle
       chellastropicci et renda lati appena
       Dim(m)i selfructo chella terra mena
       nascie di secco di caldo / o / dimolle
       et quale e eluento che lainarcha etolle
       ediche nebbia latempesta epiena
    E ssettipiace quando lamattina
       odi lauoce dellauoratore
       eltramazzare dellaltra sua famiglia
   –  Io ho percerto chesse Labettina
       porta soaue spirito nel chore
       del nuouo aquisto spesso tiripiglia
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L34

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Edizione diplomatica

                  Guido Caual(canti) decto/
    S E non ti caggia la tua sancta lena
      gui per lo colto tra le dure zolle
      et uenga aman di qualche uillan folle
      chelastropicci: et rendalati appena.
   D immi sel fructo/ che la terra mena
      nasce di secco/ di caldo/ o dimolle/
      et quele el uento che lammorta et tolle
      et di che nebbia la tempesta e piena.
   E t se tipiace: quando la mactina
      odi la uoce dellauoratore
      el tramazar dellaltra sua famiglia
   I  o ho per certo: che sela bettina
      porta soaue spirito nel core:
      del nuouo acquisto spesso ti ripiglia.
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L37

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Edizione diplomatica

   S   Enonti caggia la tua sanctalena
        G iu perlo colto tra ledure zolle
        Et uengha ad man diqualche uillan folle
        Che lastropicc et rendalati apena
     D immj sel fructo che la terra mena
        Nasce di secco / di caldo o / dimolle
        Et qual è luento che lamarc et tolle
        Et diche nebbia latempest è piena.
      Et setipiace quando la mattina
        Odi lauoce del lauoratore
        Eltramazar delaltra sua famiglia
      I hò per certo che sella bettina
        Porta soaue spirito nel Core
        Del nuouo acquisto spesso tiripiglia
.
                        .Finis.
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Par3

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Edizione diplomatica

      S   E non ti caggia latua santalena
            giu perlo colto tra ledure zolle
        et  uengha adman diqualche uilan folle
        che la stropicc et rendalat  appena
        dimmi sel fructo  chela terra mena
        nasce di secco  di caldo  o di molle
        et qual é l uento chelamarcaet tolle
        et diche nebbia la tempesta é piena
    E  tsetipiace quando lamattina
        odi la uoce  del  lauoratore
        el tramazar dellaltra sua famiglia
    I     ho per certo che se la bettina
        porta soaue spirito nel core
        del nuouo  acquisto spesso ti ripiglia
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Se vedi Amore, assai ti priego, Dante

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Tradizione Manoscritta

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Ch

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Edizione diplomatica

Guido caualcanti a dante.
SEuedi amore assai tipriegho dante / imparte laue lapo sia presente.
chenonti graui dipor silamente  / chemmi riscriui selochiama ama(n)te.
(et)se ladonna lisembla auenante  / chesile mostra uinto fortemente.
chemolte fiate cosi facta gente / suol p(er)grauezza damor far sembia(n)te.
Tusai chenellacorte laue rengna / nonui puo seruir hom chesia uile /
adonna chelaentro sia renduta.Sela soffrenza loseruente aiuta /
puo dileggier cognoscer nostro sile / loqual porta dimerzede insengna.
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L20

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Edizione diplomatica

    S ettu uedessi assai tipriegho Dante
        inparte laoue lapo sia presente
        che nontigraui disporsi lamente
        chemiriserui selo chiama amante
     /  Ese ladonna glisembra auenante
        chissele mostra uinto fortemente
        che molte fiate cosi fatta gente
        suol pergrauezza damorte farsenbiante
     T usai chenella corte laoue regnia
        non uipuote seruire huon chesia uile
        adonna che laentro sia renduta
     /  Sellasofferenza loseruente aiuta
        puodileggier cognioscer nostro sile
        loqual usa di portar dimerze insegnia
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L37

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Edizione diplomatica

   Guido caualcanti predecto a dante Alighierj
           

   S   E ued Amor assai tipriegho Dante
        In parte laue lapo sia presente
        Che non ti graui dipor si lamente
        Che mi riscriui se lochiama amante
      Et se ladonna glisembr aduenante
        Che sile mostra uinto fortemente
        Che molte fiate cosi facta gente
        Suol per graueza damor far sembiante.
      T u sa che nella corte laoue regna
        Nonui puote seruire huom che sia uile
        Ad donnache laentro sia renduta
     S e la sofferenza loseruent aiuta
        Puo dileggier conoscer nostro sile
        Lo quale usa portar dimerze nsegna.

                         .Finis.
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Par3

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Edizione diplomatica

  Guido caualcanti predecto adDante Alighieri
     S  E ued amor assai ti priegho Dante
          in parte la ue lapo sia presente
       che non ti graui dipor si la mente
       che mi rescriui selo chiama Amante
       et se la donna gli sembr aduenante
       che sile mostra uincto fortemente
       che molte fiate cosi facta gente
       suol per graueza damorfar sembiante
   T  u sai che nellacorte la ue regna
       nonui puote seruir huom che sia uile
       ad donna che laentro sia renduta
   S  ella sofferenza lo seruent aiuta
       puo dileggier conoscer nostro sile
       lo qual usa portar di merze insegna
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S’io fosse quelli che d’Amor fu’ degno

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Tradizione Manoscritta

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Bart.

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Edizione diplomatica

                                           Guido Caualcantj                       Del texto di m(e)s(ser) lodouico beccatellj
                         A dante aldighierj in risposta del sonetto dida(n)te ch(e) dice
               Guido io uorrej che tu et lapo etio
        S '  io fossi quello  che d'  amor fu degno
             Del qual non truouo sol ch(e) rimembranza
             Et la donna tene ssj  altra sembianza
             A ssaj mi piaceria si facto   segno
          E  t tu ch(e) sej  del  amoroso  regno
             La onde di merze nasce speranza
             R  i guarda  sel mio spirito  ha pesanza
             Ch  un presto  arcier di  lui  ha facto segno
          T  raggie larco   ch(e)   li rese amore
             si lietame(n)te che la sua persona
             Par ch(e) di giuoco  portj  signoria:
          H or odi marauiglia  che l disia
             Lo spirito fedito   li perdona
             uedendo che  li struggie  'l suo ualore.
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V2

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Edizione diplomatica

           
                            Queste la risposta kemando Guido adante
                
                
S     io fosse q(ue)lli kedamor fude(n)gno / delqual nontrouo sol
            
                        ke rimembranza / ela do(n)na tenesse altra sembiaza
           
                        assai mi piacieria sifacto segno / etu ke sedelamoroso
        
                        regno / laonde dimerze nascie speranza/ riguarda
            
                        selmi spirito apesanza / kunp(re)starcier di lui afacto
               
                        segno / Etragge larco chelitese amore /silietame(n)te ke
                     
                        la sua persona / parkedigiocho porti figoria/ orodima -
                   
                        rauigla /cheldixia / lo spirito fedito lip(er)dona / ueden -
                  
                        do keli strugge il suo ualore.
                
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S’io prego questa donna che Pietate

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Tradizione Manoscritta

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Am

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Edizione diplomatica

                                                       Idem Guido
              S   io    prego   questa   donna    che pietate 
                    Non   sia   nemica  del  suo  cuor  gentile  
                    Tu  di chio  sono    sconoscente /e/ uile  
                    Edisperato    e pien   di  uanitate  
           O   nde    tiuem   si noua   crudeltate  
                Gia    risomegli   achi   ti uede   humile
                Saggia   adorna  et  accorta e sotile 
                E facta  amodo di suauitate
          L    anima   mia  dolente  e paurosa 
                Pianger  ne sospirar   che  nel cuor  troua  
                Si   che   bagnati    di pianto  escom   fore
          A    llora   par che nelamente   pioua
                Una    figura   di donna  pensosa
                Che   uegna   p(er) ueder  morir   lo core
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V2

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Edizione diplomatica

            
                                                          Guido caualcanti.
           
                      S      io prego questa do(n)na ke pietate / no(n)sia nemica del
              
                              su corgentile / uidiki sono sconoscente e uile / edisp(er) -
         
                              ato epien diuanitate / Onde tiuie(n) sinoua crudeltate
         
                              gia risomigla kittiuede umile / Saggia etadorna
         
                              accorta e soctile / efactaamodo disoauitate.
             
                           L anima mia dolentee paurosa / piangie nesospir ke
            
                              nelcor troua/ sicche bagnati dipianti escon fora. Allo -
          
                              ra parche nellamente pioua / una figura didonna
            
                              pensosa / cheuegnia p(er) ueder morir locore.
   
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Tu m'hai sì piena di dolor la mente

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Tradizione Manoscritta

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V2

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Edizione diplomatica

Guido detto.
  

T  umai sipienadidolor lam(en)te/ kellanima sibriga di
  
dipartire/ elli sospir kemanda ilcordolente/ mostra(n)
   
alliocchi keno(n) pon soffrire/ amor chelotugrande ua -
  
lor sente/ dice miduol cheticonuie(n) morire / p(er)q(ue)sta
  
ferado(n)na kenee(n)te / parche pieta dite uogla udire.
  

I o uo come colui kefuor diuita /chipare achilosguar -
  
da como sia /fructo dirameodi pietra odilegno/ che
  
senduca forp(er)imaistria / eporti nellocoreuna ferita
  
chesia comegle morto ap(er)to segno.
  

 
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Un amoroso sguardo spiritale

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Tradizione Manoscritta

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Bart

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Edizione diplomatica

  U n' amoroso sguardo spiritale
      M' ha ritrouato* amor tanto posse(n)te*
      Ch'assai piuch(e) non suole huomo* m'assale
      Et a pensar mi stringe coralme(n)te*
    U er lamia donna   uerso chi* non uale
     *Merzè *pietà ne esser'  sofferente*
      Che souent ' hore mi da pena tale,
      Che 'n pocha parte il cor' lauita se(n)te
    Maquando sentoch(e) sidolce sguardo
      Per mezzo gliocchi passo dentro alcore
      Et poseui uno spirito digioia
    Dilej gratificar' giamaj* no(n) tardo
      Cosi pregata fosse ella d' amore
      Che un po' dipieta mi fosse* noia :

       
* Il sonetto è accompagnato dalle seguenti varianti poste nel margine destro:
al v 2 troviamo  rinnouato  e  piacente come varianti di  ritrouato  e  posse(n)te

al v 3 per il vocabolo  huomo  troviamo  hora       
al v 4 il verso intero  Et a pensar mi stringe coralme(n)te  presenta la forma  Et stringemj a pensar' coralem[ente]  →  la parte finale dell'avverbio non è in realtà visibile nell'immagine digitalizzata ma si deve supporre che la parola fosse presente per intero nel margine destro

al v 5  chi  presenta la variante  cuj      
al v 6 troviamo le aggiunte della negazione  ne  davanti a  Merzè  e a  pietà  e in più è presente la variante di  stare soffrente  al posto di  esser'  sofferente  
    

al v 12  Dilej gratificar' giamaj  trova a lato la forma  Difarne Mej merze giamaj 

al v 14 troviamo  no ifosse  come variante di  mi fosse 
   

 

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Ch

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Edizione diplomatica

  Guido caualcanti.
UNamoroso sguardo spiritale / ma renouato amor tanto piacente.
chassapiu chenonsol oramassale / estringema pensar chorale mente.
uer lamia donna uerso chuno(n)uale/ merze nepieta nestar soffrente.
chesouentor mida pena tale /  cheinpocha parte ilchor uita sente.
Maquando sento chesidolcesguardo/ dentro daliocchi mipasso alchore /
eposeui uno spirito digioia /. Difarne merze allei nontardo  /
cosi preghata fossella damore /  chun poco dipieta noi fosse noia.
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L20

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Edizione diplomatica

    U no amoroso sguardo spiritale
       ma rinoto amor tanto piacente
       chassai piu che non suole hora massale
       e apensar mistruggie coralmente
   –  Uer lamia donna uerso chi non uale
       merze pieta ne esser sofferente
       chesouente hora mida pena tale
       chenpoca parte elchor lauita sente
   M a quando sento chesidolcie sghuardo
       dentro degliocchi passo dentro alchore
       epuoseui uno spirito di gioia
       dilei gratificar giamai non tardo
       chosi preghata fussella damore
       chunpoco di pieta noi fussi noya
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L34

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Edizione diplomatica

               Guido Caualcanti pred(e)c(t)o!
    U No amoroso sguardo spiritale
      mha rinouato amor tanto piacente
      chassai piu che non suole hora massale
      et a pensar mi stringe coralmente
   U er la mia donna uerso chi non uale
      merze pieta / ne esser sofferente
      che souente hora mi da pena tale
      chen poca parte il cor la uita sente.
  M a quando sento che sy dolce sguardo
      dentro degliocchi passó dentro al core
      et puoseui uno spirito di gioia.
   D i lei gratificar gia mai non tardo
      cosi pregata fusse ella damore
      chun poco di pieta non fusse noia.
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L37

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Edizione diplomatica

                   
    U  N amoroso sguardo spiritale
        Ma rinouat amor tanto piacere
        Ch assa piu che nonsuol hora massale
        Et ad pensar mi stringe coralmente
      Uer lamia donna uerso chi no(n) uale
        Merze pietà ne esser sofferente
        Che souent hora mida pena tale
        Chenpoca part elcor lauita sente.
     Ma quando sento che si dolce sguardo
        Dentro dagliocchi passò de(n)tro al core
        Et puoseu uno spirito digioia
      Dilei gratificar gia mai non tardo
        Cosi pregata fussella dAmore
        Ch unpoco di pieta noi fusse noia.

                     .Finis. 
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Mg4b

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Edizione diplomatica

                 Guido chaualchantj.
    Uno amoroso isguardo spiritale
      ma ri(n)nouato amor ta(n)to piace(n)te
      chasa piu cheno(n) suole ora masale
      estringemj apensare coraleme(n)te
      della mia do(n)na uerso cuj no(n) uale
      merzede ne pieta nestar soffre(n)te
      che souente ora mida pena tale
      chen pocha parte ilmicor uita sente
      maquando pe(n)so chesi dolce sguardo
      dentro degliocchi mipasso lo chuore
      epuosenuno spirito di gioia
      difarne allei marcie dicio no(n) tardo
      chesi pregha fosse ella dam[...]
      chun poco dipieta noi fosse annoia
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Par3

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Edizione diplomatica

      U  N amoroso sguardo spiritale
           ma rinouat amor  tanto piacente
       ch assai piu chenon suol hora massale
       et adpensar mi stringe coralmente
       uer la mia donna uerso chi non uale
       merze  pieta  ne esser sofferente
       che souent hora mi da pena tale
       chen poca part el cor la uita sente
   M a quando sento che si dolce sguardo
       dentro dagliocchi passo  dentr alcore
       et puoseui uno spirito di gioia
   D  i lei gratificar giamai non tardo
       cosi preghata  fussella da amore

       che un puoco  di pieta noifussenoia
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Una figura della Donna mia

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Tradizione Manoscritta

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Bart.

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Edizione diplomatica

       
                       Questo infrascripto sonecto fu dato aguido orlandj et non
                       seppe chi lielo mandassi, ma si penso che fusse stato Gui
                       do caualca(n)ti, il messo torno p(er)la risposta et hebbela ch(e) fu
                       quella ballata:         S' hauessi ditto amico dimaria in q(uest)o a¹¹⁴
                        
                 
                   Una figura della donna mia ,
                 
                     S' adora  Guido  a san Michele in horto,
                 
                     Che di bella sembianza, honesta, et pia,
              
                     De peccatori è refugio et conforto:
                 
                   ET qual al lej deuoto s' humilia
                 
                      Chi piu languisce piu n'ha dico(n)forto,
                               
                      Gl' infermj sana, è  idemon caccia uia
                       
                     Et gli occhi orbatj fa uedere scorto,
                        
                   Sana  'n publico loco gran langorj
                           
                     Con reuerenza la gente le inchina
                      
                     Dua luminara l'  adornan difuorj
                        
                   L a uoce ua per lontane cammina
                    
                      Ma dicon ch'  è  idolatra i fra minorj
                    
                      Per inuidia, che non è lor uicina:
                    
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V2

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Edizione diplomatica

                                          
                       Questo sonetto fudato a Guido orlandi di fire(n)ze etno(n)
           
                       seppe chilile mandasse/ seno(n)chesipenso p(er)le p(re)cede(n)ti
                  
                       pare che fosse guido caualcanti / Elmesso torno p(er)
                           
                       la risposta / la quale apresso aq(ue)sto sonetto / loqual
                           
                       dice Sauessi decto amico dimaria .
                 
                    U       na figura delladon(n)a mia/ sadora guido asanmichele
                   
                             innorto/kedibella sembianza onesta epia /depeccato(r)i
         
                             egran rifuggio e porto / Equal con deuotione lei sumi -
    
                             lia chi piu languisce piu nadiconforto / linfermi sa -
       
                             na edomon caccia uia /occhi orbati fa uedere scorto.
                 
                           Sanan publico loco gra(n) langori / con reuerenza la ge(n)te
               
                             lanchina/dluminara ladorna(n) di fori / la uoce ua p(er)
              
                             lontane camina / madiconche idolat(r)a i fra minori
            
                             per inuidia che no(n)neloruicina.
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Una giovane donna di Tolosa

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Tradizione Manoscritta

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Ch

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Edizione diplomatica

Guido caualcanti.
UNa giouane donna ditolosa /   belle gentile donesta leggiadria.
etante diritta (et)simigliante cosa /  nesuoi dolci occhi deladonna mia.
chefacta dentro alcor disiderosa  /   lanima inguisa chedallui sisuia.
euanne allei matante paurosa  /  chenole dice diqual donna sia.
Quella lamira nelsudolce sguardo / neloqual face rallegrare amore /
percheue dentro lasua donna dricta. Po torna piena disospir nelcore /
ferita amorte dun tagliente dardo / chequesta donna nelpartir ligitta.
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L20

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Edizione diplomatica

     U na giouene do(n)na ditolosa
        bella egentil donesta leggiadria
         tante diritta esimigliante chosa
         ne sua dolci occhi della donna mia
     /  Che fanno adentro alchor disiderosa
        lanima inghuisa che dallui sisuia
        euanne allei ma tanto epaurosa
        che nolle dice diqual donna sia
    Q uella lamira nel dolce suo sghuardo
        nello qual facci ralegrare amore
        percheue dentro lasua donna dritta
   –   P oi torna piena disospir nel chore
        ferita amorte duntagliente dardo
        che questa donna nel partir lagitta
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L34

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Edizione diplomatica

              Guido caualcanti decto.
    U Na giouane donna di Tolosa
      bella et gentil donesta leggiadria
      tanté gentile/et simigliante cosa
      ne suo dolciocchi della donna mia
   C he facto ha dentro al cor desiderosa
      lanima/ inguisa che dallui sisuia
      et uanne allei: ma tanto é paurosa
      che non le dice di qual donna sia
   Q uella la mira nel suo dolce sguardo
      nelloqual face rallegrare amore
      perchauea dentro la sua donna dricta
   P oi torna piena di dodpir nel core:
      ferita a monte dun tagliente dardo
      che questa donna nel partir ligitta.
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L37

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Edizione diplomatica

    U    Na giouane donna di Tolosa
          Bella et gentil dhonesta leggiadria
          Tant é diritta et simigliante cosa
          Ne suoi dolciocchi della donna mia
        Che fact ha dentr alcor desyderoso
          Lanim inguisa chedallui si suia
           Et vann alle ma tanto é paurosa
          Che non le dice diqual donna sia
       Q uella lamira nelsuo dolce sguardo
          Nello qual face rallegrare amore
          Perche ue dentro lasua donna dritta
       Poi torna piena disospir nel core
          Ferita ad morte dun tagliente dardo
          Che questa donna nel partir ligitta.

                           .finis.
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Par3

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Edizione diplomatica

      UNA giouane donna ditolosa
          bell et gentil dhonesta leggiadria
        tant é diritta et simigliante cosa
        ne suoi dolci occhi della donnamia
        che fact ha dentr al cor desyderosa
        lanima n guisa che dallui si suia
        et uann allei ma tant é paurosa
        che non le dice di qual donna sia
   Q  uella la mira nel suo dolce sguardo
        nelloqual face rallegrar amore
        perche ue dentro la sua donna dricta
   P   oi torna piena di sospir nel core
        ferit ad morte dun tagliante dardo

        che questa donna nel partir li gitta
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Veder poteste, quando v’inscontrai

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Tradizione Manoscritta

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B1

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Edizione diplomatica

Guido caualcanti.
U    eder potesti quando iuy scontray    questo pauroso spirto damore.
loqual sol aparer qua(n)do hom si more   chien altra guisa no(n) se uede may.
el gli me fu si presso chi pensay     che lancidesse el mi dolente core.
alor se misse nel morto colore    lanema trista en uoler trager guay
Ma poi sostene qua(n)do uide usire                                              
dag ogliuostri un mune dimercede   chi porse dentro al cor una dolcezza
equel sotilespirito che uede                                                   
secordi glaltri chi credea morire   g(ra)uati dangososa dibelleza.
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Bart

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Edizione diplomatica

   U  eder Poteste quando uiscontraj
        Quel pauroso spirito d' Amore
        Loqual* sol apparir quando simoue
        E 'n altra guisa non siuede maj
      Elli mi fu si presso chio pensaj
        Che gli* occidesse  lo dolente core
        All'hor si misse nel morto colore
        La anima* dolente per trar guaj
      Et poi sostenne qua(n)do uide uscire
        Degli occhi uostri un lume dimerzede
        Che porse dentro al cor' nuoua dolcezza
      Et quel sottile spirito che uede
        Soccorse agli* altri che uolean morire

        Grauati d' angosciosadebolezza

           
Il ms. presenta a margine le seguenti varianti:
al v 3  Lo qual  ha la variante  Il qual       
al v 6  gli  ha la variante  lo       
al v 8  La anima  presenta  L'animamia       
al v 13  Soccorse agli  presenta  Soccorse gli       

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Ch

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Edizione diplomatica

Guido chaualcanti.
UEder poteste quando uiscontrai / quel pauroso spirito damore /.
ilqual sol apparir quandom simore / ennaltra guisa no(n)si uede mai  /.
elli mifu sipresso chipensai /  chelluccidesse lodolente chore   /
allor simise nelmorto colore /  lanima dolente pertrar guai.
Epo sostenne quando uide uscire / degliocchi uostri unlume dimerzede /
cheporse dentral cor noua dolezza /. Equel sottile spirito cheuide /
soccorse lialtri cheuolien morire / grauati dangosciosa debolezza.
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L20

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Edizione diplomatica

    U eder potesti quando rischontrai
       quel pauroso spirito damore
       elqualesuole apparir quando huon simuoue.
       et inaltra ghuisa non siuede mai
   –  elli mifu sipresso chio pensai
       chelli uccidessi lodolente chore
       allor simisse nelmorto cholore
       lanima mia dolente p(er) trarghuai
    E poi sostenne quanto uide uscire
       degliocchi uostri un lume dimerzede
       che porse dentro alchor nuoua dolcezza
   –  e quel sottile spirito che uede
       socchorse lialtri che uolien morire
       grauati danghoscia debolezza.
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L34

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Edizione diplomatica

                   Guido Caualcanti detto!
     V  EDer potesti: quando uiscontrai
       quel pauroso spirito damore:
       ilqual suole apparir q(a)n(do) huom si more
       ein altra guisa non si uede mai.
   E  lli mi fu sy presso: chio pensai
       chegli uccidessi lo dolente core
       allor si misse nel morto colore
       lanima mia dolente per trar guai
   E  t poi sostenne: quando uide uscire
       degliocchi uostri un lume di merzede
       che porse dentro al cor nuoua dolceza
   E  t quel sottile spirito/ che uede
       saccorse lialtri che uolien morire
       grauati dangosciosa deboleza.
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L37

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Edizione diplomatica

    U    Eder potesti quando uiscontrai
          Quel pauroso spirito damore
          Ilqual sole apparir quando simore
          Enaltra guisa nonsi uede mai
        Elli mi fu si presso chio pensai
          Chelli uccidessi lodolente core
          Allor simisse nel morto colore
          Lanima mia dolente per trar guai
        E t poi sostenne quando uid uscire
          De gliocchi uostri un lume dimerzede
          Che porse dentr alcor nuouadolceza
        E t quel sottile spirito che uede
           Soccorse glialtri che uolean morire
           Grauati dangosciosa deboleza.
                        
. Finis.
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Par3

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V2

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Edizione diplomatica

    
Guido Caualcanti
e guido orlandi dicea
                                     lo fece Dante Allighieri.

U  eder poteste quando uinscontrai / q(ue)l pauroso sp(irt)o da
  
more/ loqual soleaparir quando si more/etinnaltra    
  
guisa no(n) siuede mai / elli mi fusi p(re)sso kio pe(n)sai / kelli
  
uccidesselodolentecore / allor simise nelmo(r)tocolore
  
lanima dolente p(er)tra(r) guai.                            
  
Epoi sostenne quando uideuscire/deliocchi u(ost)ri unlu -
 
medi merzede/keporsedentralcor noua dol
  
ciezza / Etquel sottile sp(irt)o keuide/ Soccorse aglialtri
  
keuolea(n) morire/grauati dangosciosa debolezza.
   
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Vedeste, al mio parere, ogni valore

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Tradizione Manoscritta

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B3

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Edizione diplomatica

     Uedesti almio parere ongne ualore
      Etucto giocho e quanto bem consente
      Se fusti inproua del singnor uale(n)te
      Che singnoregia ilmondo de lonore
      Poi ne departe dongne noia amore
      Eten ragion nella pietosa mente
      Si ua soaue p(er) sonni ala giente
      Chel cor ne porta senza far dolore
      Dite locore/ne po(r)to uegiendo
      Che latua donna. che mo(r)te. che lia
      Nodrila del core de cio temendo
      Quando tapa(r)ue che ne gia dolendo
      Fudolce sonno chalor sicompia
      Chelsuo continuo louinia uenciendo
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Ch

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Edizione diplomatica

Risponde Guido / a dante / Aciascunalma.
UEdesti almio parere omni ualore / etutto gioco equa(n)to bene hom sente.
sefosti improua delsegnor ualente / chesengnoreggia lomondo delonore.
poi uiue inparte doue noia more  / etien ragion nellapietosa mente.
siua soaue perlisonni alagente  / checori neporta senza far dolore.
Diuoi lochore neporto ueggiendo /cheuostra donna lamorte chedea /
nodrilla desto chor dicio temendo /Quando taparue chesengia dolgliendo /
fudolce sonno challor sicompiea / chel su contrario lauenia uincendo.
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L20

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Edizione diplomatica

    U edesti almio parere ogni ualore
       etutto giocho equanto bene huon sente
       sefusti inpruoua delsignor ualente
       chessignioreggia elmondo dellonore
    /  Poi uiue inparte doue noya more
       e tien ragion nellamente pietosa
       siua soaue pesonni allagiente
       che cori neporta sanza fare dolore
    D i uoi locor sene porto uegiendo
       che uostra donna lamorte credea
       nodrilla desto chore dico temendo
    /  Quando tapparue chesengia dogliendo
       fu dolcie sonno challor sicompiea
       chelsuo contrario lauenia uincendo.
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L34

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Edizione diplomatica

  Risposta Guido Ca(ua)l(can)ti a Dante allighieri.
   U Edesti almio parere ogni ualore
      et tucto giuoco: et quanto bene huom sente
      se fusti in pruoua del signor ualente
      che signoreggia il mondo dellonore
   P oi uiue in parte: doue noia more
      et tien ragion nella piatosa mente
      si ua soaue pe somni alla gente
      che icor ne porta sanza far dolore.
   D i uoi lo cor se ne portó ueggiendo
      che uostra donna la morte chiedea
      nodrilla desto cor dico temendo.
   Q uando tapparue/ che sen gia dogliendo
      fu dolce somno: challor si compiea
      chel suo contrario la uenia uincendo.
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L37

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Edizione diplomatica

              
      S onetto di Guido caualcanti a Danthe alighieri per risposta
          ad uno suo sonetto che comincia Ad ciascuna alma presa etcs.
          Ilquale è il p(ri)mo sonetto nella uita nuoua di Dante. Et daq(ue)sta
          risposta di Guido originalme(n)te comincio lamicitia tra lui et Danthe
                
    U   Edesti almio parere ogni ualore
         Et tutto gioc et quanto ben huom sente
         Se fost in pruoua del signor ualente
         Che signoreggia ilmondo delhonore
       Poi uiu inparte doue noia more
         Et tien ragion nella pietosamente
         Si ua soaue pe somn alla gente
         Che cor neporta senza far dolore.
      D i uoi locor sene portò ueggendo
         Che uostra do(n)na lamorte chiedea
         Nudrilla desto cor dicio temendo.
      Q uando tapparue che sengia dogliendo
         Fu dolce somno ch allor sicompiea
         Chel suo contrario la uenia uincendo.

                               .Finis.
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Par3

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Edizione diplomatica

     U Eder potesti quando uiscontrai
          quel pauroso spirito damore
      il qual sol apparir quando si more
      enaltra guisa non si uede mai
      elli mifu si presso chio pensai
      chelli uccidessi lo dolente  core
      allor  si misse nel morto colore
      lanima mia dolente per trar guai
   E t poi sostenne quando uidi usicre
      degliocchi uostr un lume di merzede
      che porse dentr al cor nuoua dolceza
   E t quel sottile  spirito  che uede
      soccorse glialtri  che uolean morire
      grauati  dangosciosa  deboleza
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V2

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Edizione diplomatica

    
Queste la risposta ke mando Guido a Dante.

  
U  edesti almio parereogniualore/etuctogiocoequa(n)to be -
   
nehomsente /sefosti inproua delsegnor uale(n)te/kesegnoreggia
  
ilmondo delonore/ poi uiue i(n)parte doue noiamore
  
ete(n)ragion nelapietosam(en)te/ siua soaue p(er)liso(n) mala -
   
gente/kecor neporta sa(n)za far romore/ Dite locore ne
   
porto ueggie(n)do / kelatuado(n)nalamo(r)te kiedeua nodril -
  
ladellocore dicio teme(n)do/qua(n)do taparue kene(n)gia dogle(n) -
  
do/sudolcie so(n)no challor sico(m)piea/kelsuco(n)trariolduenia ui(n) -
   
                                                                                              ciendo.

  
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Voi che per li occhi mi passaste ‘l core

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Tradizione Manoscritta

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Ch

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Edizione diplomatica

  Guido caualcanti.
UOi chep(er)liocchi mipassaste alchore /  edestaste lamente chedormia /
guardate alangosciosa uita mia    /   chesospirando ladistrugge amore.
euen talglando disigran ualore   /   chedeboletti spiriti uan uia  /
riman fighura sol esengnoria    /euoce alquanta cheparla dolore /.
Questa uertu damor chemadisfacto/dauostrocchi ge(n)ti presta simosse /
undardo migitto dentro dalfianco/.Sigiunse rittolcolpo alprimo tracto /
chelanima tremando siriscosse / ueggendo mortol cor nellato mancho.
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L20

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Edizione diplomatica

    U oi che pergliocchi mipassate alchuore     —
       edestate lamente che dormia
       ghuardate allanghosciosa uita mia
       che sospirando ladistruggie amore
   –  E uien tagliando di si gran ualore
       che deboletti spiriti uan uia
       riman fighura solo e signoria
       et uoce alquanta che parla dolore
   Q  uesta uirtu damor che mandisfatto
       deuostri occhi gentili presta simosse
       chundardo migcto dentro dalfiancho
   –  Sigiunse ritto elcolpo alprimo tracto
       che lanima tremando siriscosse
       ueggiendo morto elchore nellato mancho
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L34

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Edizione diplomatica

                Guido Caual(canti) predecto.
    U OI che per gliocchi mi passate al core
      et destate la mente che dormia
      guardate allangosciosa uita mia
      che sospirando la distrugge amore
   E tuien tagliando di sy gran ualore
      che ideboletti spiriti uan uia
      riman figura solo et signoria
      et uoce alquanta che parla dolore.
   Q uesta uirtu damor che mha disfacto
      de uostrocchi gentil presta si mosse
      chun dardo mi gictó dentro dal fianco.
   S y giunse ritto il colpo al primo tracto
      che lanima tremando si riscosse
      ueggendo morto il cor nellato manco.
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L37

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Edizione diplomatica

    V    Oi che pergliocchi mipassast al core
          E t destaste lamente che dormia
          Guardat allangosciosa uita mia
          Che sospirando la distrugg amore
        E t uien tagiando disi gran ualore
          Che deboletti spiriti uan uia
          R iman figura solo et signoria.
          Et  uoc alquanta che parla dolore
        Questa uirtu damor che ma disfacto
          Dauostri occhi gentil presta simosse
          Undardo migitto dentro dalfiancho
       Si giunse ritto lcolp alprimo tracto
          Che lanima tremando si riscosse
          Ueggiendo morto ilcor nel lato mancho.
                          
.Finis.
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Par3

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Edizione diplomatica

      U OI che per gliocchi mipassast alcore
           et destaste la mente che dormia
        guardat  allangosciosa uita  mia
        che  sospirando la distrugg  amore
        et  uien tagliando di si gran ualore
        che deboletti  spiriti uan uia
        riman  figura sol et signoria
        et uoce alquanta  che parla dolore
   Q  uesta uirtu  damor  che ma disfacto
        da uostri occhi  gentili presta simosse
        un dardo mi gitto  dentro  dal fianco
   S  i gionse  ritto il colp  al primo tracto
        che lanima tremando  siriscosse

        ueggendo  morto il cor nellato manco
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V2

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Edizione diplomatica

Guido caualcanti. eguido orlandi dicea la
ma ellilo fece Dante allighieri.   
    
U  oikep(er)liocchi mipassastelcore/edestastelam(en)te kedormia
  
guardate la(n)gosciosa uitamia /kesospira(n)doladistrugge
   
amore cheue(n)tagliando disigra(n) ualore /chedelcti sp(irt)i
   
ua(n)uia/ rima(n) figura soloesingnoria /euoce alquanta
   
ke parla dolzore.   Queta uirtu damor kema(n)disfac -
   
to/dauostrocchi gentili p(re)sta si mosse /undardomigit -
   
todentro dalfianco. Sigiu(n)se ritto il colpo al p(ri)mo t(ra)cto
   
ke la(n)i(m)a trma(n)do siriscosse / uegie(n)do mo(r)to ilcor nellato ma(n)co.
   
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