Guardando basalisco velenoso
che 'l so isguardare face l'om perire,
e l'aspido, serpente invidïoso,
che per ingegno mette altrui a morire,
e lo dragone, ch'è sì argoglioso,
cui elli prende no lassa partire;
a loro asemblo l'amor ch'è doglioso,
che, tormentando, altrui fa languire.
In ciò à natura l'amor veramente,
che in u·guardar conquide lo coraggio
e per ingegno lo fa star dolente,
e per orgoglio mena grande oltraggio:
cui ello prende grave pena sente
e gran tormento c'à su' signoraggio.
.
Notar giacomo.
Guardando basalisco uelenoso. chelso isguardare face lonperire. |
I
|
.
Notar giacomo. Guardando basalisco uelenoso. chelso isguardare face lonperire. Elaspido serpente inuidioso. chep(er) igegno mette altrui amorire. |
.
Notar Giacomo . Guardando basalisco velenoso che 'l so isguardare face l' on perire,
e l'aspido, serpente invidioso,
che per igegno mette altrui a morire,
|
II
|
.
Elo-dragone chesi argollioso. cuielli prende nolassa partire. Aloro asenblo lamor chedollioso. chetorme(n)tando altrui falanguire. |
.
E lo dragone, ch' è sì argollioso, cui elli prendi no lassa partire;
a loro asenblo l'amor ch'è dollioso,
che tormentando altrui fa languire.
|
III
|
.
incio anatura lamor uerame(n)te. che inuguardar co(n)quide locoragio ep(er)ingegno lofastar dolente. |
.
In ciò à natura l'amor veramente, che in u guardar conquide lo coragio
e per ingegno lo fa star dolente,
|
IV
|
.
ep(er) orgoglio mena grande oltragio. cuiello prende graue pena sente bene conquiso chia susignoragio. |
.
E per orgoglio mena grande oltragio: cui ello prende grave pena sente
ben è conquiso chi à su' signoragio.
|
![]() |
.
meser monaldo.
G uardando el basilisco uenenoso lo so guardo face lomo perire. |
I
|
.
meser monaldo. . G uardando el basilisco uenenoso lo so guardo face lomo perire. elaspido serpente uicioso per enzegno mete altrui amorire. |
.
Meser Monaldo . Guardando el basilisco venenoso lo so guardo face l'omo perire,
e l'aspido, serpente vicioso,
per enzegno mete altrui a morire, |
II
|
.
elo dragone che si orgogloso quelo che prende no lasa partir al uero semblo lamor che dogloso che tormentando altrui fa langire. |
.
E lo dragone, ch'è sì orgogloso, quelo che prende no lasa partire;
al vero semblo l'amor ch' è dogloso,
che tormentando altrui fa langire.
|
III
|
.
enzo a natura lamor ueramente. che en guardar conquide lo corazo e per enzegno lo fa star dolente. |
.
En zò à natura l'amor veramente, che en guardar conquide lo corazo
e per enzegno lo fa star dolente,
|
IV
|
.
e per orgoglo mena grand oltrazo e chilo prende graue pene sente e gran tormento cha so signorazo. |
.
E per ogoglo mena grand'oltrazo: e chi lo prende grave pene sente
e gran tormento ch'à so' signorazo.
|