Testo critico

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-Vedes, Picandon, soo maravilhado
eu d’en Sordel, que ouço entenções
muitas e bõas e i mui bõos soes,
como fui en teu preito tan errado:
pois non sabe<de>s jograria fazer,                         5
porque vos fez per corte guarecer?
Ou vós ou el dad’ende bon recado.

-Johan Soarez, logo vos è dado
e mostrarvo-lo-ei en poucas razões:
<mui> gran de<re>it’ei de gãar dones:                   10
e de seer en corte tan preçado
como segrel que diga: “Mui ben ves
en canções e cobras e serventés”,
e que seja de falimen guardado.

-Picandon, por vós vos muito loardes,                    15
non vo-lo catarán por cortesia,
nen por entrardes na tafularia,
nen por beverdes, nen por pelejardes,
e se vos esto contaren por prez,
nunca Nostro Senhor tan cortés fez                        20
como vós sodes, se o ben catardes.

-Johan Soarez, por me deostardes,
non perç’eu por esso mia jograria;
e a vós, senhor, melhor estaria
d’a tod’ome de segre ben buscardes:                     25
ca eu sei canções muitas e canto ben
e guardo-me de todo falimen
e cantarei cada que me mandardes.

-Sinher, conhosco-mi vos, Picandon,
e do que dixi peçovos perdon                                 30
e gracirvo-l’-ei, se mi perdoardes!

-Johan Soarez, mui de coraçon
vos perdoarei, que mi dedes don
e mi busquedes prol per u andardes.

5 no(n) sabes 10 gra(n) deytei de gaar do(n)es 14 falimento 17 rafularia
 
 
v. 1: Nunes in Crestomatia edita sõo marauilhado, ma la sua proposta dà luogo a ipermetria.
v. 2: Nunes in Crestomatia e Lapa editano [de] que ouço entenções, ma non ritengo necessaria la congettura.
v. 3: Nunes e Lapa editano il verso sopprimendo l’avverbio pronominale i, tuttavia non vedo la necessità dell’intervento.
v. 4: Machado edita como fui end en.
v. 5: il verso risulta ipometro di una sillaba. Tutti gli editori rettificano l’ipometria emendando sabes>sabedes, senza segnalare l’errore in apparato.
v. 10: il verso risulta ipometro di due sillabe e ho restituito l’isometria al verso intervenendo in due luoghi differenti. In un primo momento ho integrato l’avverbio quantitativo mui, poiché co-occorre frequentemente con l’aggettivo gran in molte cantigas dell’autore (cfr. 79,14; 79,19; 79,37; 79,48; 79,51) e più in generale nella lirica profana galego-portoghese (cfr. http://glossa.gal/glosario/busca?texto=mui); il secondo emendamento è riconducibile invece al medesimo errore già riscontrato nelle cantigas 79,16 e 79,28, di mano dello stesso copista.
Machado edita gram dereyt ey dé gaar does, Nunes in Crestomatia edita gran dereyt’ei de gãar [ricos] dões, Lapa edita gran dereit’ei da gaar [muitos] dões, senza segnalare in apparato l’errore deitei e senza ricondurre il verso all’isometria.
v. 12/:13: Nunes in Crestomatia edita que diga mui ben ues,/ entenções (e) cobras e serventès; Lapa, d’altra parte, edita Mui ben m’es / en cançós e cobras e serventés, restituendo una patina provenzale ai versi. Il riferimento alla lingua d’oltralpe è accettabile sia perché tale è la provenienza del segrel, che ha preso la parola nella cobla, sia perchè il copista potrebbe aver facilmente portoghesizzato termini spiccatamente occitanici, quali ‘cansòns, coblas e sirventès’, generando così ipermetria. Lo stesso fenomeno potrebbe essersi manifestato al v. 26, allo stesso modo ipermetro secondo RM, a conferma di questa tesi.
Personalmente ho scelto in primo luogo di mantenere la lezione del manoscritto ves en, accogliendone l’accezione semantica di ‘conoscere, intendersi di’ (cfr. http://glossa.gal/glosario/busca?texto=veer#acepcion-2); in secondo luogo ho scelto di mantenere l’endecasillabo maschile perché, prendendo in considerazione l’idea offerta da Lapa, è probabile che Picandon abbia difettato nel conteggio sillabico del sostantivo portoghesizzato canções ritenendolo di due sillabe come il corrispettivo provenzale cansò. Lo stesso fenomeno si riscontra al v. 26. La mia proposta implica l’alterazione di RM.
v. 14: la provenienza occitanica di Picandon si rileva anche in questo verso. La lezione falimento potrebbe facilmente essere ricondotta a un errore del copista, il quale avrebbe portoghesizzato il provenzalismo, generando così ipermetria. La mia tesi è supportata dalla presenza dello stesso termine al v. 27, trascritto in questo caso in maniera corretta. Machado edita il verso ipermetro, senza correggere il provenzalismo falimento, mai attestato nella lirica galego-portoghese; Lapa legge nel manoscritto falimen.
v. 17: LAPA legge tafularia.
v. 26: per la rettifica dell’ipermetria del verso cfr. vv. 12/13. Machado non emenda il verso; Lapa edita ca sei canções muitas e canto ben.