Testo critico

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Johan Fernandez, o mund’é torvado
e, de pran, cuidamos que quer fiir:
veemo-lo Emperador levantado
contra Roma e Tartaros viir,
e ar veemos aqui don pedir                                     5
Johan Fernandez, o mouro cruzado.

E sempre esto foi profetizado
par do<u>s <e> cinque sinaes da fin:
seer o mundo assi como é mizcrado
e ar tornas-s’o mouro pelegrin.                               10
Johan Fernandez, creed’est’a mí,
que soo ome <mui> ben leterado.

E se non foss’o Antecristo nado,
non averria esto que aven:
nen fiar’o senhor no <seu> malado                         15
nen o malado no <seu> senhor ren,
nen ar iria a Jerusalen
Johan Fernandiz, <o> non bautiçado.

8 pard(os) ceri q(ue)o 15 senhor no malado 16 no senhor re(n) 18 f(er)nandiz no(n)
 
 
v. 8: tutti gli editori hanno emendato questo verso poiché la sua lettura non offre alcuna possibilità di sensatezza. Ho ritenuto opportuno editare par do<u>s <e> cinque dal momento che il secondo emistichio trasmette una chiara allusione ai sigilli dell’Apocalisse e il riferimento è pertinente all’intero componimento. A partire da questa lezione certa ho cercato di contestualizzare il primo emistichio: i sigilli nell’Apocalisse di Giovanni sono sette (cfr. Apocalisse) e questo numero può essere ricavato dalla somma dei numeri 2 e 5, individuabili in d(os), errore di dous, e in ceri q(ue)o, errore ottico di cinque/cinco. | Lapa, seguendo Michaëlis 1 e Nunes in Crestomatia propone l’emendamento par dez e cinque sinaes da fin, annotando però in apparato che questa soluzione andrebbe maggiormente documentata poiché il numero quindici, che scaturisce dalla somma dei numeri 10 e 5, non ricorre in maniera significativa nell’Apocalisse a differenza del numero sette, considerato numero perfetto in tutti i testi sacri. Machado suggerisce par Deus, celiquo<s> sinaes da ffin, ma il suo intervento non restituisce sensatezza al verso.
vv. 15/16: entrambi i versi risultano ipometri di una sillaba. Le mie integrazioni <seu> malado e <seu> senhor, dati gli espliciti riferimenti a Federico II di Svevia (l’Anticristo) e al sistema di vassallaggio, nascono da esigenze di maggior completezza semantica: i rapporti vassallatici prevedevano infatti, tramite il rito dell’investitura, un reciproco giuramento, da una parte economico, dall’altra politico-militare. | Nunes in Crestomatia edita nen fia<va> o senhor no malado; Lapa propone nen fiar<a> o senhor no malado. Il v. 16 invece è stato edito in Crestomatia e da Lapa in questo modo: neno malado <e>no senhor ren.
v. 18: il verso risulta ipometro di una sillaba e, data l’equipollenza semantica delle integrazioni degli editori precedenti (Lapa: <se> non bautiçado; Crestomatia: <o> non bautiçado), ho accolto a testo la soluzione di Nunes per maggior efficacia satirica.