Testo critico

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Don Estevan fez<o> sa partiçon
con seus irmãos e caeu mui ben
[...]
en Lisboa e mal en Santaren,
mais en Coimbra caeu ben provado!                      5
Caeu en Runa, atá eno Arnado
en todos tres os portos que i <ten>.

Quen diz d’Estevan que non vee ben
digo eu que mente, ca diz mui gran falha
e <eu> mostrarlh’-ei que non disse ren,                 10
nen é recado que nulha ren valha;
pero mostrado devia seer
ca non pode per nulha ren veer
“mal ome” que non vee nemigalha!

E nen lho diss’e sei que lho non diria                     15
ca vee mal se migo falass’ante,
ou se o viss’andar fora da via,
com’o u eu vi en junt’a Amarante
que non sábia sair dun tojal;
por én vos digo que non ve<e> mal                       20
quen vee derredo quant’é deante!

1 fez sa 7 que hy son 10 emostrarlhey 20 no(n) ues mal
 
 
v. 1: Machado edita il verso ipometro.
v. 3: il codice non tramanda questo verso e nessun editore lo ha ricostruito. La cobla presenta svariati toponimi in relazione ai possedimenti ereditati da Don Estevan, difficili perciò da congetturare nel caso specifico. Questo è anche il motivo per cui in http://cantigas.fcsh.unl.pt/cantiga.asp?cdcant=1437&pv=sim questa strofa di sei versi è considerata appartenente a un altro componimento, andato perduto probabilmente a causa del sistema della pecia, poiché il significato della prima strofa appare slegato dal resto del testo. Avvalora, inoltre, questa tesi il v. 7 poiché il manoscritto trasmette la lezione que hy son che modifica il sistema rimico rispetto a quello delle successive due strofe. Personalmente, rispettando la disposizione del testo sul codice ho preferito editare un unico testo, sebbene da un punto di vista strettamente semantico restano delle perplessità. Dal punto di vista metrico-rimico invece, ho accolto la proposta che ha fornito Tavani in RM.
v. 7: riguardo alla congettura que i <ten> vd. nota 3. Lapa edita en tôdolos três portos que i ten.
v. 10: il verso risulta ipometro di una sillaba: Machado edita il verso ipometro; Lapa propone e [ar] mostrar-lh’-ei.
v. 11: Lapa edita nen á recado intendendo l’espressione ‘nem tem inteligêncía, ponderação’.
v. 15: il verso potrebbe risultare ipermetro di una sillaba ma il verbo diria permette una sineresi tra le ultime due vocali, dunque non ho ritenuto necessario intervenire. Lapa legge ed edita E se lho diz, sei que lhe non diria.
v. 17: Lapa legge ed edita ou se o visse andar fora da via.
v. 18: Lapa legge ed edita como o eu vi en junt’a Amarante; Machado legge encu(n)taamarante, ma edita emendando en iunt a Amarante.
v. 20: Machado segnala in apparato ‘ues por uee’.
v. 21: il verso difetta di una sillaba e, poiché è necessario emendare la coniugazione del verbo veer (ves > vee) considerato che non viene rispettata la concordanza tra il soggetto di terza persona singolare e il predicato, l’ipometria si risolve proprio in questo punto. Lapa non segnala l’errore in apparato.