Testo critico

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Dizen que digo que vos quero ben,
senhor, e buscan-mi convosco mal,
mais rog’a Deus, senhor, que pod’e val
e que o mund’e vos en poder ten:
“se o dixe, mal me leixe morrer,                               5
se non, senhor, quen vo-lo foi dizer!”.

E venh’a vós, chorando destes meus
olhos con vergonha e con pavor
e con coita que ei desto, senhor,
que vos disseron, e rog’assi a Deus:                       10
“se o dixe, mal me leixe morrer,
se non, senhor, quen vo-lo foi dizer!”.

Non me sei én d’outra guisa salvar,
mais nunca o soub’ome nen molher
per mí, nen vos, e Deus, se lhe prouguer,               15
rogo eu assi quanto posso rogar:
“se o dixe, mal me leixe morrer,
se non, senhor, quen vo-lo foi dizer!”.

E lhe faça atal coita sofrer,
qual faz a min e non o ous’a dizer!                           20

2 busca(n) con uusco A 10 rogassy d(eu)s B 13 No me A 15 puguer A 19 faça tal B 20 enon ouso A

 
 
v. 2: il verso trasmesso dal codice A è stato trascritto due volte: il primo che si riesce ancora a intravedere è stato eraso ma tramandava la lezione corretta buscan me, che evita l’ipometria, generata invece nel secondo; è quest’ultimo però a rappresentare l’ultima volontà del copista. La mia scelta dunque non può che ricadere sulla lezione tramandata da B. Michaëlis ritiene che il copista abbia riscritto il verso non volutamente.
v. 10: entrambe le lezioni sono accettabili ma ho accolto la variante di A poiché il verbo rogar, pur essendo transitivo, ammette la costruzione con la preposizione a di fronte ai nomina sacra.
v. 13: nel codice l’errore è frequente ed è dovuto, come nel caso dell’avverbio di quantità máis > mas, all’influenza del castigliano; Michaëlis non lo considera errore ed edita no’-me sei; Machado non segnala l’errore in apparato.
v. 15: Machado non segnala l’errore in apparato.
v. 19: nessun editore segnala l’errore di B in apparato. Machado, come sua consuetudine, non considera il segno di rimando a margine del revisore del Cancioneiro A per risolvere l’ipometria del verso, e indica in apparato la lezione in modo errato. Il modus operandi del revisore e l’errore di B offrono la possibilità di valutare due ipotesi: o siamo di fronte a un
errore d’archetipo, che il revisore di A corregge autonomamente; o i copisti dimenticano di trascrivere una delle due <a> che si susseguono, generando così errore poligenetico. Correia edita il verso ipometro di una sillaba.
v. 20: ho accolto a testo la variante trasmessa dal codice B per due ragioni: in primo luogo perché il grafema <o>, che segue l’avverbio non, era probabilmente presente sull’archetipo, considerato che si ravvisa anche nel manoscritto A, ma espunto dal copista (o dal revisore) per equivoche ragioni isometriche; in secondo luogo perché il complemento diretto o è necessario per offrire un senso pieno al verso. Inoltre la costruzione ousar + a è corretta secondo un uso frequente nella lirica profana galego-portoghese (cfr. http://glossa.gal/glosario/busca?texto=ousar#fc-comp_verb-1).