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Se no(n) ticaggia la tua sancta lena Giu per lo colto tra le dure zolle Et uenga* a man' diqualch(e) uillan* folle Che la stropicci et rendalati a pena Dimmj s'el fructo che la terra mena |
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Nasce di secco o, dicaldo, o, di molle Et qual è il uento ch(e) lamarca* et tolle Et di che nebbia la tempesta è piena Et se tipiace quando lamattina Odi la uoce del lauoratore E 'l ramazzar dell' altra sua famiglia Io ho percerto ch(e) se la bettina Porta soaue spirito nelcore Del nuouo acquisto spessotiripiglia : |
Il testo è accompagnato dalle seguenti varianti:
al v 3 il verbo uenga coniugato alla terza persona singolare presenta la variante alla terza persona plurale con l'aggiunta della n in interlinea uengan; vi è inoltre la variante di a man diqualch(e) uillan che compare anche nella forma in mane d'un forese
al v 7 ch(e) lamarca presenta la forma che la inarca