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I.
Ora vedo che siamo giunti alle giornate lunghe,
quando i fiori si dispongono sopra i tronchi,
e odo canti d'uccelli e ritornelli
tra le siepi che ha tenuto cupe 
il freddo, ma ora vedo sopra le cime,
tra i fiori e i sottili rami,
ciascuno si rallegra a suo modo.

II.
Ma io gioisco e mi rallegro
per una gioia d'amore che ho nel cuore,
dal quale mi è cresciuto un dolce desiderio;
che meno che il serpente del sicomoro
me ne separerò per nessun mutevole inganno,
anzi mi sono dimentiche tutte le altre gioie
tranne l'amore dal quale raccolgo pochi beni. 

III.
Da quando poi Adamo colse dall'albero
il frutto da cui tutti siamo in confusione
ad una tanto bella non diede vita Cristo:
bel corpo ben fatto, gradito e giusto,
bianco e liscio più di un'ametista;
lei è tanto bella che io ne sono triste,
perchè non la prende mai preoccupazione per me.

IV.
E non sarò mai tanto lontano
affinchè l'amore che mi infiamma e punge
se ne vada dal cuore o si laceri:
ma alle volte quando si disgiunge
si spande fuori e dentro.
Allora sono coperto, chiuso e cinto
d'amore più che l'issopo dai fiori.

V.
E amo tanto che per meno ne ha la morte troppi,
e temo che il mio giorno sia vicino,
che Amore mi è caro e io gli sono vile;
e come non mi sarebbe necessario,
perchè il fuoco che mi brucia è tale che il Nilo
non lo spegnerebbe più che un filo
sottile che dovesse sostenere una torre.

VI.
Ma io solo, lasso! Sostengo l'ardore
e la pena che mi vengono da amore
con dolci desideri, con molti danni,
e mi fa impallidire il volto.
Perciò dico che se fossi vecchio
e fossi diventato bianco come la neve,
non mi lamenterei per niente della mia donna.

VII.
Perchè le donne danno sempre valore
ai più spregevoli, rabbiosi e disgustosi:
che tali sono buoni e graditi
che se non amassero una donna
verso tutte le parti sarebbero ostili;
che io ne sono più umile con i prodi
e più orgoglioso con i malvagi.

VIII.
Giullare, non ti trattenga il caldo estivo:
vai e salutami i miei amici,
e maggiormente Raimon, perchè lui vale di più.

IX.
[Che il male mi è dolce e saporito
e il bene poco, manna di cui mi nutro]